L'ossitocina è un ormone sintetizzato dall'ipotalamo che, al momento del parto, viene secreto in maggiori quantità in quanto è in grado di aumentare le contrazioni dell'utero. Durante l'allattamento inoltre stimola la produzione di latte da parte della ghiandola mammaria.
Malattia provocata dal parassita Enterobius vermicularis. La trasmissione da un individuo all'altro avviene per via oro-fecale, ovvero in seguito all'ingestione di cibi contaminati da feci infette. I soggetti colpiti da ossiuriasi possono manifestare solo vaghi disturbi intestinali ma spesso lamentano prurito anche intenso a livello dell'ano ove, specie al mattino, è possibile osservare la presenza di minuscoli vermetti biancastri. La terapia prevede la somministrazione di appositi farmaci in grado di uccidere il parassita.
Elemento rigido costitutivo dello scheletro. Ogni elemento è costituito da un insieme di cellule (osteoblasti, osteoclasti e osteociti) tenute insieme dalla matrice, composta da collagene e dalla cosiddetta sostanza fondamentale. Quest'ultima presenta una parte organica, ricca di zuccheri e proteine, e una inorganica in cui sono presenti calcio, fosforo, sodio, cloro, fluoro e magnesio. I minerali rappresentano il 30% in peso del tessuto osseo, che può essere di tipo compatto o spugnoso. Ciascun osso è rivestito dal periostio, una membrana fibrosa e vascolarizzata. L'insieme delle ossa costituisce lo scheletro, ovvero la struttura portante dell'organismo, su cui si innestano i muscoli che rendono possibili i movimenti. Lo scheletro è composto da ossa lunghe (per esempio il femore), caratterizzate da una parte centrale compatta detta diafisi e da due estremità spugnose dette epifisi da ossa brevi, più tozze (per esempio le vertebre) e da ossa piatte, larghe e sottili (presenti nella scatola cranica). Sia le ossa brevi sia quelle piatte sono costituite da un nucleo di tessuto spugnoso circondato da tessuto compatto. Il collegamento tra le ossa è reso possibile dalle articolazioni. Le ossa si formano con un processo detto soteogenesi che incomincia a partire dal secondo mese di gravidanza.
Osso di forma piatta e quadrangolare che forma la volta e le pareti della scatola cranica. La faccia interna prende il nome di cerebrale ed è dotata di una serie di ""canali"" all'interno dei quali si inseriscono i vasi che irrorano le meningi. Ai margini dell'osso parietale si inseriscono le cosiddette suture, ovvero le articolazioni del cranio.
Patologia infiammatoria che colpisce l'osso. Si riconoscono diversi tipi di osteite, per esempio quella deformante (detta anche morbo di Paget) e quella fibrocistica che caratterizza l'iperparatiroidismo.
Disturbo infiammatorio a carico dell'alveolo dentale, dovuto a un trauma o all'azione di batteri patogeni, anche in seguito a estrazioni molto complesse. Si manifesta con forte dolore e mobilità del dente o gonfiore.
Patologia che si manifesta con un ingrossamento delle ossa, in particolare di quelle che si trovano all'estremità degli arti, dovuto alla formazione di nuovo tessuto osseo. L'osteoartropatia ereditaria insorge in età giovanile ed è caratterizzata da ispessimento dell'ossatura del volto, mentre nei soggetti adulti è in genere la conseguenza di malattie cardiache o polmonari e si associa a dolore e artrite.
Malattia degenerativa delle articolazioni che consiste nell'ispessimento di alcune aree articolari (osteosclerosi), nella formazione di cavità e di prominenze ossee a forma di becco o di artiglio. Queste ultime, sporgendo al di fuori dell'osso, possono comprimere nervi o vasi sanguigni, provocando dolori o altri disturbi come vertigini, disturbi della sensibilità e del movimento degli arti, formicolii.
Tipo cellulare del tessuto osseo deputato alla produzione della parte organica della matrice ossea, costituita da collagene, zuccheri e proteine. Sono cellule di grandi dimensioni e di forma ovale la loro superficie si presenta ricoperta di prolungamenti che consentono il collegamento tra osteoblasti.
Tumore osseo benigno che colpisce prevalentemente i soggetti giovani. Si manifesta a livello delle ossa della colonna vertebrale ed è caratterizzato da un'eccessiva attività degli osteoblasti.
Particolare tipo di cellula il cui compito è quello di distruggere e riassorbire la matrice ossea. Sono cellule di grandi dimensioni e al loro interno sono presenti numerosi nuclei (fino a 50) insieme agli osteoblasti rendono possibile il processo del rimodellamento osseo. Il lavoro degli osteoclasti è regolato da fattori ormonali: essi sono infatti dotati di recettori per la calcitonina, un ormone secreto dalla tiroide in grado di inibire il riassorbimento osseo.
Patologia caratterizzata dalla necrosi delle cartilagini e delle estremità dell'osso, in genere la parte superiore del femore. Colpisce prevalentemente soggetti giovani e per questo viene anche detta osteocondrite giovanile. è dovuta a difetti della circolazione sanguigna ma le cause scatenanti non sono ancora del tutto chiarite, anche se sono stati ipotizzati squilibri ormonali o frequenti microtraumi. Si manifesta con forte dolore e talvolta con rigonfiamento della zona colpita viene diagnosticata mediante radiografia. L'osteocondrite tende a risolversi in maniera spontanea ma, nei casi più gravi, può essere necessaria l'asportazione chirurgica del tessuto necrotico.
Sviluppo irregolare di ossa e cartilagini, in particolare a livello delle estremità (epifisi) delle ossa lunghe. I soggetti colpiti da osteocondrodistrofia possono manifestare bassa statura, cifosi e deformazioni della gabbia toracica.
Tumore osseo caratterizzato dalla crescita verso l'esterno di tessuto osseo ricoperto di cartilagine. è in genere benigna e le cause non sono del tutto chiarite ne è stata identificata una forma ereditaria in cui sono presenti osteocondromi diffusi. L'osteocondroma tende a essere asintomatico, anche se possono talvolta comparire rigonfiamenti locali. Il trattamento è chirurgico, ma solo quando la neoplasia è voluminosa o causa particolari disturbi.
Processo degenerativo di origine ignota che porta allo schiacciamento e alla deformità delle estremità ossee (epifisi), soprattutto a carico di femore, vertebre, piede, ginocchio. Si ritiene che possa essere provocata da un insufficiente apporto di sangue in queste regioni che, non ricevendo un adeguato approvvigionamento, degenerano per la morte del tessuto osseo. L'età più colpita è quella della crescita (4-12 anni), ma ci sono anche forme che possono interessare gli adulti. A seconda della sede, l'osteocondrosi può guarire sia lasciando una deformazione definitiva, sia senza sequele.
Patologia caratterizzata da alterazioni della struttura ossea, della quale si distinguono diverse forme causate da differenti fattori. L'osteodistrofia renale, per esempio, fa parte del quadro clinico dell'insufficienza renale cronica ed è caratterizzata da decalcificazione e rarefazione delle ossa. I soggetti affetti da osteodistrofia di Albright, tipica dello pseudoipoparatiroidismo, sono invece caratterizzati da bassa statura, collo corto, mani corte e larghe, disturbi mentali.
Meccanismo fisiologico di formazione delle ossa, che inizia a partire dal secondo mese di gravidanza grazie all'azione degli osteoblasti. L'accrescimento osseo prosegue fino a tutta l'adolescenza, quindi si arresta. Nell'adulto l'osteogenesi è quasi sempre di origine patologica e si manifesta con neoformazioni ossee in sedi anomale.
Neoplasia ossea di tipo benigno in cui si assiste all'accumulo di cellule ossee differenziate. Insorge quasi sempre a livello delle ossa del cranio, all'interno dei seni paranasali, e può essere causa di frequenti emicranie.
Infiammazione del midollo osseo causata da batteri o funghi, che può estendersi anche alle ossa, in particolare a quelle lunghe. La forma acuta può derivare da microrganismi presenti nel sangue, in genere stafilococchi, oppure insorgere in seguito a fratture esposte o interventi chirurgici eseguiti in ambienti non sterili. Colpisce prevalentemente soggetti debilitati o immunodepressi, diabetici o affetti da anemia falciforme, tumori o metastasi ossee si manifesta con febbre e dolore localizzato, aumento della velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES) e delle percentuali dei globuli bianchi. Il trattamento prevede la somministrazione di antibiotici, accompagnata talvolta da un drenaggio chirurgico. L'osteomielite può degenerare in una forma cronica, che comporta l'occlusione di vasi sanguigni e la conseguente necrosi di alcuni frammenti ossei caratteristiche sono quella tubercolare localizzata alle vertebre e quella sifilitica che interessa anche la cartilagine. Manifestazioni e terapia sono in genere gli stessi della forma acuta.
Disciplina del gruppo delle medicine manipolative e riflessologiche nata alla fine dell'Ottocento, che si propone di ripristinare il corretto equilibrio funzionale delle articolazioni. Secondo l'osteopatia, infatti, le articolazioni vanno incontro, in seguito a traumi, a modificazioni funzionali che, a loro volta, causerebbero turbe patologiche a livello del sistema muscolare e scheletrico.