Deformazione delle arcate dentarie conseguente ad anomalie dello sviluppo della mascella o della mandibola. è associato a malocclusione e richiede un intervento di chirurgica ortognatica.
Condizione caratterizzata dallo spostamento di una struttura anatomica (o di una sua parte) dalla propria sede. Il prolasso è dovuto al cedimento dei muscoli e del tessuto connettivo di sostegno e colpisce con maggiore frequenza organi quali il retto e l'utero una forma particolare di prolasso è quello della valvola mitrale.
Anomalia della valvola mitrale caratterizzata dallo spostamento verso l'atrio sinistro di uno o entrambi i lembi della valvola al momento della contrazione ventricolare. Il prolasso può essere all'origine di un'insufficienza mitralica più o meno grave in genere però non dà disturbi e viene diagnosticato in occasione di un ecocardiogramma eseguito per altri motivi.
Condizione patologica caratterizzata dallo spostamento del retto verso l'ano, conseguente a un cedimento dei legamenti di sostegno. Nei pazienti giovani si assiste alla fuoriuscita della sola mucosa e delle emorroidi, che si manifesta con sangue, prurito e bruciore uniti a un senso di evacuazione incompleta. Il prolasso rettale completo interessa più spesso i soggetti anziani ed è caratterizzato da cedimento dei muscoli del perineo e fuoriuscita dell'intestino durante la defecazione, situazione che richiede un trattamento chirurgico immediato.
Spostamento dell'utero verso la cavità vaginale causato da un cedimento delle strutture di sostegno dell'organo può essere minimo oppure comportare la fuoriuscita del collo dell'utero dalla vagina. è tipico delle donne che hanno avuto numerose gravidanze o un travaglio prolungato e può manifestarsi con incontinenza, dolore sacrale e pesantezza a livello della pelvi a volte può essere accompagnato a un prolasso vaginale. Il trattamento prevede, in relazione all'età della paziente, l'asportazione dell'utero (isterectomia) oppure un intervento di isteropessi, che riporta l'organo nella sua sede originaria.
Condizione patologica caratterizzata dallo spostamento della vagina verso l'esterno. Il prolasso vaginale insorge sempre in seguito ad altre situazioni di prolasso, per esempio del retto o dell'utero. Il quadro clinico è caratterizzato da difficoltà di minzione, cistiti o stipsi e richiede un trattamento chirurgico.
Ormone secreto dalla ghiandola ipofisi la cui azione principale è di attivare, dopo il parto, la produzione di latte da parte delle mammelle. Lo stesso neonato, stimolando il capezzolo durante la suzione, ne mantiene la produzione ad alti livelli. La prolattina può essere dosata nel sangue mediante un apposito esame di laboratorio che viene prescritto in caso di assenza di ciclo mestruale (amenorrea) o qualora si sospetti la presenza di un tumore ipofisario a livello della regione che secerne l'ormone (prolattinoma).
Tumore benigno (adenoma) dell'ipofisi che insorge nelle donne a livello della regione della ghiandola che secerne prolattina. è caratterizzato dall'incontrollata secrezione dell'ormone e se ne sospetta la presenza in caso di disturbi del ciclo mestruale, sterilità, cefalea e secrezione mammaria simile al latte al di fuori del periodo dell'allattamento (galattorrea). Se il diametro del prolattinoma è inferiore a un centimetro si parla di microadenoma un macroadenoma ha dimensioni maggiori e provoca anche disturbi visivi, cefalea e alterazioni della sfera sessuale. I microadenomi vengono solitamente trattati con farmaci che inibiscono la secrezione della prolattina, mentre per quelli di dimensioni maggiori è necessaria l'asportazione chirurgica.
Sostanze dotate di molteplici azioni biologiche derivate dall'acido arachidonico, un acido grasso polinsaturo che costituisce insieme ad altre sostanze la componente fosfolipidica delle membrane cellulari. Le prostaglandine, di cui sono noti diversi tipi (indicati con PGA, PGD, PGE) sono fra i principali mediatori dell'infiammazione: determinano infatti l'ampiezza e la durata della reazione infiammatoria regolando l'irrorazione sanguigna, la permeabilità vasale e la migrazione nel sito infiammato di cellule del sistema immunitario come macrofagi e leucociti. Altri eventi fisiologici influenzati dalle prostaglandine sono l'aggregazione delle piastrine, il mantenimento dell'equilibrio elettrolitico e la protezione delle mucose, soprattutto quella gastrica. L'interferenza con il metabolismo delle prostaglandine è il principale meccanismo d'azione dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Sostanze in grado di imitare l'azione delle prostaglandine e utilizzate in ambiti differenti, per esempio per indurre il travaglio, nella terapia delle emorragie postparto o come gastroprotettori. Iniettati nei corpi cavernosi del pene, inoltre, i prostaglandinici consentono di mantenere l'erezione per un arco di tempo compreso tra una e tre ore.
Intervento chirurgico di asportazione della prostata, cui si ricorre in presenza di tumori o in caso di ipertrofia tale da ostacolare il deflusso dell'urina. La prostatectomia radicale viene eseguita in presenza di carcinoma e interessa l'intera ghiandola, le vescicole seminali e i linfonodi circostanti la prostatectomia parziale invece è indicata in caso di iperplasia prostatica benigna o adenoma e prevede l'asportazione della parte di ghiandola responsabile della compressione dell'uretra.
Insieme di sintomi presenti nel quadro di patologie che interessano la prostata. In genere sono la manifestazione di una ipertrofia (sia benigna sia maligna) e includono minzione frequente, incontinenza e sensazione di bruciore o fastidio al momento della minzione.
Malattia infiammatoria della prostata causata spesso da batteri che può colpire soggetti di qualsiasi età. La forma acuta insorge rapidamente e si risolve in tempi brevi, mentre quella cronica, la cui l'insorgenza è più subdola, può protrarsi per mesi o anni. Provoca dolore localizzato nella regione dell'ano (perineo), difficoltà ad urinare e, nei casi più gravi, è accompagnata da febbre. Un quadro di prostatite è rilevabile dal medico mediante l'esplorazione rettale. Gli antibiotici risolvono l'infezione acuta, mentre nelle forme croniche sono spesso utili i semicupi, ossia l'immersione della regione anale in acqua tiepida più volte al giorno.
Composti organici complessi costituiti da lunghe catene di aminoacidi, particolari molecole ricche di azoto. Gli aminoacidi a disposizione sono venti, combinati in vari modi. All'interno dell'organismo sono presenti nel sangue, nei muscoli e nei tessuti e vengono continuamente demolite e ricostruite, allo scopo di ricavare l'energia necessaria per attivare numerose funzioni biologiche. Gli alimenti ricchi di proteine sono il latte, le uova, il pesce e la carne i vegetali contengono proteine che vengono dette ""incomplete"" in quanto contengono solo alcuni degli aminoacidi essenziali (ovvero gli aminoacidi che devono essere introdotti con la dieta perché l'organismo non è in grado di sintetizzarli). Il fabbisogno proteico di un adulto in buone condizioni di salute è di circa 0,8 g per chilogrammo di peso. La sintesi proteica prevede due momenti, la trascrizione e la traduzione. La prima avviene all'interno del nucleo cellulare, dove il codice genetico viene copiato in un filamento di RNA, detto messaggero in quanto trasporta l'informazione per la sintesi di quella proteina. La seconda fase invece avviene in particolari organelli, i ribosomi, e consiste nella ""sistemazione"" degli amminoacidi secondo l'ordine stabilito dall'RNA messaggero. Questa seconda fase si snoda lungo momenti distinti: attivazione degli amminoacidi, formazione e allungamento della catena e infine distacco di quest'ultima dai ribosomi.
Termine che indica la concentrazione di proteine nel sangue. L'albumina è quella presente in maggiori quantità e viene prodotta dal fegato le globuline invece sono proteine la cui sintesi avviene in vari tessuti e vengono suddivise in alfa-, beta- e gammaglobuline. Altre importanti proteine ematiche sono i fattori della coagulazione e le lipoproteine.
Presenza di proteine nelle urine, evidenziabili con le comuni strisce reattive o con un dosaggio quantitativo delle 24 ore. Normalmente il filtro renale è in grado di trattenere efficacemente le proteine, presenti solo in tracce (150 mg nelle 24 ore), per cui livelli superiori sono quasi sempre espressione di un danno renale. La proteinuria si dice selettiva se le proteine sono in prevalenza albumine (albuminuria), ed è indicativa di un danno al glomerulo renale viene detta non selettiva negli altri casi. Quando la proteinuria arriva a superare i 3,5 g nelle 24 ore viene definita proteinuria massiva ed è indicativa di sindrome nefrosica.
Processo biochimico in cui le proteine vengono scisse in frammenti (oligopeptidi) grazie all'intervento di particolari enzimi (peptidasi) che sono in grado di rompere i legami peptidici. Si parla di esopeptidasi quando gli enzimi spezzano il legame terminale, mentre di endopeptidasi se l'azione avviene su specifici punti all'interno della catena: di quest'ultimo gruppo fanno parte gli enzimi pepsina e tripsina.
Protesi applicata a pazienti affetti da disfunzione erettile insensibili alla terapia farmacologica, che consente un'erezione sufficiente ad avere rapporti sessuali. In commercio sono disponibili oltre 50 tipi di protesi di tipo rigido e semirigido le più impiegate però sono quelle di tipo idraulico. Normalmente sono flaccide ma, al bisogno, agendo su una minuscola pompa posta nello scroto, si gonfiano con un liquido situato in un piccolo serbatoio localizzato nel basso ventre e consentono l'erezione e il rapporto sessuale.
Apparecchio fisso o mobile, che consente la ricostruzione di un dente parzialmente distrutto, la sostituzione di uno o più denti mancanti, la correzione di malocclusioni dentarie, perdite ossee, deficit funzionali. Le protesi dentarie si dicono ortodontiche quando hanno lo scopo di correggere i difetti di articolazione o d'impianto dei denti definitivi, mentre si parla di protesi contenitive quando servono a rendere solidali tra loro più denti (o tutti i denti) dell'arcata superiore o inferiore. Sono generalmente usate nelle fratture del mascellare o nelle malattie del parodonto, il tessuto di sostegno del dente (parodontosi).
Condizione caratterizzata da un deficit proteico e comune a diverse patologie, in particolare di quelle che insorgono a livello del tratto intestinale. A causa di infiammazioni o lesioni, conseguenti a sclerodermia oppure a malattie croniche quali il morbo di Crohn o la colite ulcerosa, la permeabilità della mucosa può essere maggiore anche patologie non intestinali possono essere responsabili di protidodispersione, per esempio la sindrome nefrosica.