Forma di dermatite cronica e asintomatica dovuta un fungo detto pitirosporo ovale. Colpisce in genere soggetti in giovane età e con problemi di seborrea si manifesta con chiazze desquamative e di colore variabile (bianco oppure marrone) sul tronco, sulle braccia e a livello inguinale. La pitiriasi versicolor non è contagiosa e viene trattata con preparati per uso topico a base di solfuro di selenio. In presenza di recidive è indicata una terapia orale con farmaci antimicotici.
Il termine piuria indica la presenza di materiale purulento nelle urine, che è in genere indicativa di patologie infiammatorie a livello del rene, per esempio nefrite e pielonefrite. In assenza di batteri, la piuria può essere secondaria alla somministrazione di steroidi, a prostatiti oppure a calcoli delle vie urinarie.
Placca che si forma sulla parete delle arterie causandone il restringimento (stenosi). La formazione della placca, detta anche ateroma, avviene a causa dell'accumulo di sostanze lipidiche (colesterolo LDL) che scompaginano il rivestimento endoteliale, cui segue una proliferazione di cellule fibrose e cellule muscolari lisce. Sulla superficie della placca si depositano piastrine e fibrina che ne aumentano ulteriormente lo spessore. La superficie della placca può anche attivare i processi di coagulazione con formazione di un trombo, che provoca l'improvvisa ostruzione dell'arteria. In ultimo la deposizione di sali di calcio porta alla calcificazione della placca.
Pellicola salivare che si deposita sullo smalto dei denti, contenente microrganismi di varia natura, sostanze proteiche e detriti alimentari. In assenza di un'accurata igiene orale, si calcifica e dà origine al tartaro. In questo modo i batteri riescono a penetrare nello smalto e causano la carie.
Sostanza priva di azione terapeutica utilizzata nel corso degli studi farmacologici come strumento di controllo, nel cosiddetto metodo del doppio cieco: un gruppo di pazienti viene trattato con il farmaco e l'altro con il placebo, quindi le reazioni dell'organismo vengono messe a confronto per valutare la reale efficacia del farmaco in esame. Il cosiddetto effetto placebo si ha quando il paziente trattato con sostanze inerti ""mascherate"" da farmaco dichiara un miglioramento della propria condizione. Tale meccanismo sembra essere dovuto a una forma di suggestione che si innesca in alcune tipologie di pazienti, per esempio quelli apprensivi o affetti da leggere forme d'ansia, che ricercano nel rapporto con il medico e in pillole e gocce una sorta di rassicurazione.
Struttura anatomica costituita da vasi sanguigni e tessuto connettivo di sostegno che rende possibili le funzioni respiratorie, nutrizionali e depurative del feto. è di forma ovale, origina a livello del fondo uterino e viene espulsa alla fine del parto presenta due membrane dette corion e amnios, e la sua superficie è suddivisa in numerose aree (da 10 a 20) dette cotiledoni. Sul lato concavo inoltre ha origine il cordone ombelicale. La placenta garantisce l'assorbimento di sostanze nutrizionali provenienti dal sangue materno, il corretto metabolismo del colesterolo, del glicogeno e degli acidi grassi e la secrezione di alcuni ormoni (gonadotropine, estrogeni e progesterone).
Condizione patologica in cui si assiste all'anomalo impianto della placenta nell'utero, in prossimità del canale cervicale. Si manifesta con metrorragia durante il terzo trimestre di gravidanza e può richiedere un parto cesareo d'urgenza.
Componente liquida del sangue, costituita da una sostanza fluida di colore giallastro in cui sono presenti numerose sostanze, tra cui glucosio, elettroliti e diverse proteine (per esempio albumina, immunoglobuline, fattori della coagulazione e plasminogeno). Grazie al plasma le cellule ematiche e gli altri elementi possono raggiungere l'organismo ed espletare le loro funzioni in particolare, le proteine plasmatiche rendono possibile il trasporto di steroidi e lipidi, attivano il meccanismo della coagulazione del sangue e contribuiscono alle difese immunitarie attraverso le immunoglobuline e il sistema del complemento.
Detta anche cellula B matura, la plasmacellula è uno dei prodotti della differenziazione dei linfociti B e si trova all'interno dei linfonodi. Durante le risposte immunitarie secerne immunoglobuline di tutte le classi.
Procedura terapeutica che prevede la sostituzione del plasma allo scopo di depurare il sangue, praticata in pazienti terminali o che non rispondono ai trattamenti convenzionali. L'estrazione del plasma viene eseguita direttamente sul paziente mediante un'apposita strumentazione che da un lato separa il plasma dalle cellule ematiche (che rimangono quindi all'interno dei vasi sanguigni) e dall'altro infonde una soluzione di albumina di pari volume. I parametri per la plasmaferesi (durata, volume da scambiare, liquido da infondere) richiedono sempre un'attenta valutazione medico-clinica.
Segmento circolare di DNA tipico dei batteri, presente in una o più copie e contenente geni accessori, come per esempio quelli per la resistenza agli antibiotici. In biologia molecolare i plasmidi sono sfruttati per veicolare geni di interesse in microrganismi che si vogliono trasformare in laboratorio. Tali procedure biotecnologiche hanno per esempio lo scopo di far produrre ai batteri una proteina di utilità terapeutica.
Anomala proliferazione delle plasmacellule, che si innesca come reazione a infezioni croniche, collagenopatie o forme tumorali. Il mieloma multiplo è la principale patologia collegata alla plasmocitosi.
Modalità di trattamento dello shock ipovolemico, in cui a causa della riduzione dei liquidi nell'organismo è necessario ripristinare il volume circolante. In genere si utilizza il plasma, ma tipo di liquido e modalità di somministrazione variano da soggetto a soggetto e in relazione alla causa che ha scatenato lo shock.
Vermi parassiti dal corpo piatto e dotati di gonadi dalla struttura complessa. Sono platelminti i vermi trematodi e le tenie, responsabili di infezioni patogene a livello del sangue o di alcuni organi, per esempio l'intestino.
Struttura anatomica in cui si raccolgono le diramazioni anteriori dei nervi spinali cervicale inferiore e dorsale superiore, dalla quinta vertebra cervicale fino alla prima toracica. è diviso in due parti (sopraclaveare e sottoclaveare) e provvede all'innervazione delle strutture dell'arto superiore, ovvero braccio, avambraccio e mano.
Struttura anatomica da cui ha origine il nervo sciatico. è formato dall'ultimo nervo lombare e dai primi quattro nervi sacrali ed è localizzato nella zona pelvica.
Tecnica diagnostica che consente la misurazione delle variazioni di volume di una struttura anatomica (in genere un arto) in relazione alle varie fasi della circolazione sanguigna. La pletismografia viene utilizzata in presenza di ostruzioni venose allo scopo di determinarne il grado
Anomalo aumento del volume dei liquidi organici, in genere del sangue. Può far parte del quadro clinico dell'ipossia e della policitemia quando aumenta il solo plasma si parla di pletora sierosa.
Membrana sierosa che avvolge ciascun polmone, facilitandone il movimento durante la respirazione. è composta da un tessuto epiteliale detto mesotelio ed è formata da due foglietti: quello più interno è detto viscerale e riveste l'organo in profondità, mentre quello esterno prende il nome di parietale e avvolge invece il pericardio, dalla parete toracica alla colonna vertebrale. La pleura parietale è suddivisa a sua volta in diaframmatica e mediastinica (a contatto rispettivamente con il diaframma e il mediastino) tra la pleura parietale e quella viscerale si trova la cavità pleurica, in cui è presente il liquido sieroso che agevola i movimenti dei polmoni.
Patologia infiammatoria che colpisce la pleura parietale. Insorge in presenza di polmoniti o in seguito alla penetrazione di agenti patogeni nella cavità pleurica, dovuta per esempio a traumi. La pleurite si manifesta con dolore al petto che si acuisce con i movimenti respiratori o gli accessi di tosse sono inoltre chiaramente percepibili all'auscultazione rumori aspri e stridenti. Il trattamento della pleurite è correlato alle cause scatenanti.