Facoltà dell'organismo preposta alla percezione e al riconoscimento degli stimoli sonori. Le onde sonore vengono convogliate dal padiglione auricolare verso l'interno dell'orecchio, dove colpiscono il timpano. La conseguente vibrazione si propaga al fluido cocleare mediante la catena degli ossicini la vibrazione si trasforma in uno stimolo elettrico che viene recepito dal nervo acustico e inviato al cervello, dove speciali centri provvedono a elaborarlo. Non le onde sonore hanno diverse frequenze e l'orecchio umano è in grado di percepire e identificare solo quelle comprese tra 16 e 20.000 Hz.
Termine anatomico che indica una protuberanza carnosa di tessuto muscolare e connettivo, pendente. E' generalmente riferito in genere all'ugola palatina, che si trova a metà del palato molle. Nell'organismo umano esistono tuttavia anche l'ugola del cervelletto, situata nella parte inferiore dell'organo omonimo, e l'ugola vescicale, una piega della mucosa che riveste la vescica.
Lesione profonda della cute o di una mucosa. Può essere la conseguenza di un processo patologico (infiammazione o necrosi) sia il sintomo di una malattia generalizzata. Il trattamento va indirizzato verso la causa scatenate e può richiedere tempi lunghi.
Lesione profonda della cornea che compare in seguito all'infezione di una precedente abrasione. Se l'ulcera si estende in profondità viene detta torpida e può arrivare a perforare la cornea, con conseguente fuoriuscita di umore acqueo. In generale il soggetto avverte dolore e bruciore l'occhio appare arrossato e lacrimante. La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici e antinfiammatori. La capacità visiva può essere compromessa dalla cicatrizzazione successiva alla guarigione, in base all'estensione della lesione in alcuni casi può essere necessario un trapianto di cornea.
Patologia caratterizzata da lesioni (ulcere) della mucosa di rivestimento dell'apparato digerente. In particolare, le lesioni possono interessare l'esofago, il duodeno (ulcera duodenale) o lo stomaco (ulcera gastrica). Si manifesta con un caratteristico dolore alla parte alta dello stomaco, che può alleviarsi dopo l'ingestione di cibo. In alcuni casi è tuttavia asintomatica. Le lesioni possono essere provocate da fattori interni, quali i succhi gastrici, che sono particolarmente acidi, enzimi digestivi come la pepsina o sali biliari oppure da fattori esterni, per esempio l'alcol e certi farmaci (antidolorifici come l'acido acetilsalicilico, antinfiammatori non steroidei, eccetera). Le cause di questa patologia possono essere molteplici: infezioni da parte del batterio Helicobacter pylori, uso di farmaci irritanti come quelli citati, stress. Ci sono poi casi in cui l'ulcera peptica si manifesta in associazione con altre patologie (bronchite cronica, artrite reumatoide, cirrosi epatica, insufficienza renale, tumori che aumentano la secrezione gastrica, eccetera). La diagnosi si basa sia su tecniche endoscopiche sia sulla ricerca dell'infezione da Helicobacter pilori. La terapia prevede l'eradicazione dell'infezione batterica, se questa è presente e la somministrazione di farmaci (antistaminici e farmaci che inibiscono la secrezione gastrica).
Patologia a trasmissione sessuale causata da un batterio Gram-negativo detto Haemophilus ducreyi. La malattia è estremamente contagiosa e si manifesta dopo un periodo di incubazione di circa 7 giorni con lesioni ai genitali (glande e grandi labbra) e ingrossamento dei linfonodi nella zona dell'inguine. L'ulcera venerea viene trattata in genere con antibiotici (cefalosporine o eritromicina).
Degenerazione del tessuto cutaneo che sfocia in una lesione ulcerosa. Le cause scatenanti possono essere patologiche (malattie della circolazione, infettive o del sistema immunitario) oppure fisiche, per esempio quando l'individuo è costretto immobile a letto per lunghi periodi di tempo (in questo caso si manifestano le cosiddette piaghe da decubito). Il trattamento delle ulcerazioni richiede in genere procedure specifiche e i tempi di guarigione sono molto lunghi.
Le più frequenti ulcere della bocca sono le afte, piccole vescicole che rompendosi causano la formazione di piccole ulcere disseminate, molto dolorose. La causa è spesso un'infezione virale (stomatite), ma alcuni pazienti soffrono di un'aftosi ricorrente di origine per lo più sconosciuta, anche se in alcuni casi si associa ad allergia alimentare o a deficit immunitario. Un'ulcera particolare è quella che insorge a livello di una leucoplasia, una lesione precancerosa della cute che può insorgere anche sulla mucosa del cavo orale. In tal caso, l'ulcera è segno di degenerazione maligna e deve essere prontamente trattata.
Osso che insieme al radio forma l'avambraccio, posto dal lato del dito mignolo. L'estremità superiore fa parte dell'articolazione del gomito, mentre quella inferiore partecipa all'articolazione del polso, collegandosi alle ossa del carpo. L'ulna è spesso soggetta a fratture, che possono anche compromettere la funzionalità del polso o del gomito, in particolare se interessano le estremità dell'osso sede del processo articolare.
I raggi ultravioletti sono radiazioni elettromagnetiche presenti in natura la cui lunghezza d'onda è inferiore rispetto alla luce violetta dello spettro cromatico, e dunque l'occhio umano non è in grado di percepirle. Si suddividono in tre fasce in relazione alla lunghezza d'onda, che in ordine decrescente prendono il nome di UVA, UVB e UVC. L'ozono presente nell'atmosfera assorbe gli UVC e lascia invece passare i raggi UVA e una parte di UVB, che sono responsabili della sintesi della vitamina D nell'organismo e dell'abbronzatura. In assenza di adeguate protezioni, tuttavia, essi possono provocare ustioni e danneggiare la cute in maniera più o meno grave. La luce ultravioletta può essere prodotta artificialmente con la lampada di Wood e viene sfruttata nel campo della diagnostica per individuare particolari patologie cutanee poiché sono in grado di uccidere i microrganismi patogeni, le radiazioni UVC invece sono utilizzate nella sterilizzazione di ambienti e strumenti medici.
Liquido presente all'interno della camera posteriore e anteriore del bulbo oculare. è trasparente e incolore ed è ricco di sostanze che nutrono la cornea e il cristallino. Viene secreto dal corpo ciliare dell'iride in relazione alla pressione oculare, che non deve superare i 25 mmHg. Valori più alti sono in genere segno di patologie in corso, per esempio il glaucoma.
Sostanza gelatinosa di cui è composto il corpo vitreo, una struttura dell'occhio presente tra cristallino e retina. Come l'umore acqueo, anch'esso viene secreto dai corpi ciliari ed è ricco di elementi che nutrono cristallino e retina, ma grazie alla sua relativa densità contribuisce a mantenere la forma sferica dell'occhio.
Struttura cornea e dura che si trova sull'ultima falange delle dita della mano e del piede. Svolge una funzione protettiva e il suo accrescimento è in media di tre millimetri al mese, per tutta la vita le unghie delle dita dei piedi crescono a un ritmo più lento. Nell'unghia si distinguono un corpo cheratinoso, che poggia sul letto ungueale, e una radice, che si inserisce solco ungueale. Vicino alla radice è presente la lunula, un'area di colore biancastro a forma di mezzaluna rovesciata detta anche matrice, in quanto responsabile della crescita dell'unghia. L'aspetto delle unghie può rivelare la presenza di patologie o di carenze nutrizionali, quindi qualsiasi alterazione del colorito o della superficie non va sottovalutata.
Composto chimico azotato (base pirimidinica). Insieme a citosina e timina, altre basi pirimidiniche, e a guanina e adenina (basi puriniche), è costituente fondamentale degli acidi nucleici, DNA e RNA. In particolare l'uracile è presente soltanto nell'RNA, mentre il suo corrispondente nel DNA è la timina, che differisce soltanto di un piccolo gruppo chimico. Poiché l'RNA è generalmente a singola elica, l'uracile non è accoppiato a nessun'altra base.
Metallo radioattivo isolato in Francia agli inizi del Novecento. È l'elemento naturale più pesante ed è quello da cui è stata scoperta la radioattività. In natura è composto da tre isotopi, principalmente da uranio 238 e 235. Sotto l'azione dei neutroni, l'uranio può diventare plutonio o subire la fissione.
Composto azotato espulso dall'organismo attraverso le urine. L'urea è il prodotto finale del metabolismo delle proteine, che comincia nel fegato con la scomposizione degli aminoacidi. Da qui viene poi assorbita nel sangue e quindi trasportata ai reni, dove avviene la sua eliminazione. Il livello di urea nel sangue è quindi un importante indice della funzionalità dei reni e può segnalare la presenza di patologie a loro carico.
Condizione patologica che si sviluppa a seguito di un'insufficienza renale. Dopo una prima fase di iperazotemia, causata dall'accumulo di urea nel sangue, si manifestano sintomi a carico di tutto l'organismo quali acidosi, carenza di potassio e calcio nel sangue, nausea e vomito, anemia, neuropatie e ipertensione. Tali disturbi segnalano la presenza di eccessive quantità di composti tossici nell'organismo, che i reni non riescono più a filtrare. L'uremia viene curata intervenendo sulle cause scatenanti i casi più gravi devono tuttavia essere sottoposti a dialisi. In generale occorre apportare alcune modifiche alla dieta, evitando per esempio di consumare troppe proteine.
Condotto lungo circa 30 cm che consente il deflusso dell'urina dal rene verso la vescica, grazie a movimenti peristaltici. è distinto in parte addominale e pelvica e la sua parete è costituita da strati che, dall'interno verso l'esterno, prendono il nome di tonaca mucosa, sottomucosa e tonaca muscolare: sono infatti le fibre muscolari lisce che, contraendosi in sequenza, rendono possibile il deflusso dell'urina. Nel primo tratto, quello addominale, l'uretere segue un percorso simile per uomini e donne, in quanto da ciascun rene i due condotti si dirigono verso il basso. La parte pelvica invece è differente per ragioni anatomiche ma ritorna simile nell'ultimo tratto, quando gli ureteri si inseriscono nella vescica. L'uretere è spesso oggetto di anomalie congenite relative a decorso o numero, che sono responsabili di disturbi di vario genere (incontinenza, formazione di calcoli e infezioni). Da ciascun rene possono per esempio avere origine due condotti, oppure può essere sbagliata la sede dello sbocco. In genere tali condizioni richiedono una correzione chirurgica.
Dilatazione dell'uretere conseguente a ostruzione o peristalsi difettosa, causate rispettivamente da stenosi e infiammazioni croniche delle fibre muscolari della parete del condotto.
Dilatazione della parte terminale dell'uretere, che spesso sporge all'interno della vescica. Conseguenze dell'ureterocele sono l'ureterectasia, l'idronefrosi, la formazione di calcoli e, nei casi più gravi, la perdita della funzione renale. è una malformazione congenita e viene diagnosticata con una radiografia per eliminarla occorre un intervento chirurgico.