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Salute dalla A alla Z

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Ureterolitotomia

Estrazione di un calcolo dall'uretere mediante sezione dell'uretere stesso. Il ricorso a questo tipo di intervento chirurgico è necessario quando le dimensioni del calcolo sono tali da impedirne l'eliminazione spontanea o la frantumazione mediante ultrasuoni, allo scopo di evitare la comparsa di patologie quali idronefrosi acuta o cronica. L'operazione si esegue in laparoscopia e prevede una piccola incisione nell'uretere attraverso la quale far uscire il calcolo.

Ureterostenosi

Restringimento dell'uretere, congenito o acquisito in seguito a trauma, infezione, calcolosi, ipertrofia della parete vescicale, tumori, radioterapia, manovre strumentali o chirurgiche. Anche una fibrosi retroperitoneale, da qualunque causa sia determinata, può essere responsabile di questo quadro clinico, risolvibile con un intervento chirurgico di resezione e successiva ricostruzione del tratto colpito.

Uretra

Sottile dotto membranoso, di lunghezza, struttura e decorso diversi nei due sessi, che, estendendosi dalla vescica al meato urinario, convoglia l'urina verso l'esterno e nel maschio permette anche l'emissione dello sperma durante l'eiaculazione. L'uretra maschile, dal decorso sinuoso, è compresa tra vescica e glande e nei pressi della sua origine riceve le vie spermatiche, che vi sboccano per mezzo dei dotti eiaculatori. Di forma cilindrica piuttosto regolare, presenta due punti dilatati, uno in corrispondenza del quarto posteriore (bulbo dell'uretra), l'altro a livello del glande, nei pressi del meato urinario. Vi si distinguono tre segmenti: la parte prostatica, che attraversa la prostata dalla base all'apice, la parte membranosa, poco dilatabile, fissata al trigono urogenitale del perineo, e la parte spongiosa, contenuta nel cosiddetto corpo cavernoso dell'uretra. Quest'ultimo consiste in una struttura erettile, sovrastata dai corpi cavernosi del pene e dilatata nella parte distale a formare il glande con i suoi 13 cm di lunghezza rappresenta il tratto più esteso dell'uretra, che complessivamente misura circa 18 cm. Molto più breve è l'uretra femminile (3-4 cm), che nasce dal collo della vescica e passa al di sotto della sinfisi pubica per poi sboccare nel vestibolo della vagina. Ha l'aspetto di un canale fusiforme del diametro di 7-8 mm ma dilatabile sino a 20-25 mm, formato da tre tuniche: una mucosa, una sottomucosa e una muscolare. La tunica muscolare, costituita da fibre sia lisce sia striate, inibisce lo svuotamento della vescica sotto controllo volontario.

Uretralgia

Dolore localizzato all'uretra, indicativo di un'infiammazione locale, di prostatite o di calcolosi vescicale (in quest'ultimo caso insorge in genere durante la minzione, ossia l'atto di urinare).

Uretrite

Infiammazione dell'uretra. Può comparire a qualsiasi età, colpisce indistintamente maschi e femmine e viene causata sia da batteri sia da virus. La trasmissione da un soggetto malato all'altro avviene attraverso i rapporti sessuali non protetti. Nel maschio causa dolore al pene, problemi urinari e comparsa di secrezione densa nella femmina i disturbi sono analoghi ma più spesso l'uretrite è asintomatica e questo favorisce la diffusione del contagio. La terapia prevede l'impiego di antibiotici per le forme batteriche e di antivirali per le forme provocate, per esempio, da virus herpes.

Uretrite aspecifica

Infezione dell'uretra provocata nella maggior parte dei casi da funghi come Chlamydia trachomatis, ma anche da Ureaplasma urealyticum, virus dell'herpes simplex e Trichomonas vaginalis. Si trasmette per contagio sessuale diretto e dà luogo a un processo infiammatorio a carico di uretra ed epididimo nell'uomo, di uretra, cervice uterina e talvolta fornice vaginale nella donna. In particolare, è responsabile di bruciore locale, dolore durante l'emissione di urina, secrezione catarrale o purulenta dal meato uretrale.

Uretrocele

Diverticolo a carico dell'uretra, che causa incontinenza uretrale da sforzo (IUS) di entità variabile. è di più frequente riscontro nel sesso femminile, nel quale è causato da lesione dei legamenti pubouretrali prodottasi nel corso del parto, mentre nell'uomo può insorgere in seguito a un intervento chirurgico eseguito per ovviare a una stenosi uretrale. Talvolta l'esecuzione di appositi esercizi volti a rafforzare la muscolatura del pavimento pelvico rende possibile evitare la correzione chirurgica.

Uretroplastica

Intervento chirurgico di ricostruzione dell'uretra che si rende necessario in caso di malformazioni congenite, in particolare ipospadia, epispadia, presenza di valvole uretrali.

Uretroraffia

Sutura chirurgica dell'uretra che si effettua in seguito a traumi a carico del perineo (per esempio fratture pelviche) o a lesioni locali prodotte da manovre strumentali.

Uretrorragia

Fuoriuscita di sangue dal meato uretrale che non va confusa con l'ematuria (presenza di sangue nelle urine) in quanto si verifica indipendentemente dalla minzione può essere dovuta a lesioni traumatiche o a patologie di varia gravità a carico dell'uretra, tra cui calcolosi, processi infiammatori, tumori benigni o maligni (per esempio adenocarcinoma).

Uretroscopia

Ispezione visiva del canale uretrale condotta mediante apposito strumento endoscopico a fibre ottiche (uretroscopio). Rappresenta un'indagine diagnostica utile per valutare le condizioni della mucosa uretrale, individuare lesioni della prostata o del collo della vescica e in particolare precisare la natura e la localizzazione esatta di ostacoli endouretrali.

Uretrostomia

Tecnica chirurgica consistente nel creare una comunicazione (anastomosi) tra uretra e cute del perineo, al fine di permettere la fuoriuscita dell'urina all'esterno. L'anastomosi, che può essere temporanea o permanente, può rientrare nell'ambito di un intervento di uretroplastica, oppure avere lo scopo di ovviare a una stenosi uretrale.

Uretrotomia

Incisione chirurgica di un tratto più o meno esteso dell'uretra allo scopo di correggerne il restringimento, dovuto a cause di varia natura (corpi estranei, esiti cicatriziali, tumori). L'intervento può essere praticato incidendo il perineo, e quindi accedendo all'uretra dall'esterno, oppure introducendo nel canale uretrale un apposito strumento detto uretrotomo, composto da una guida metallica in cui scorre un bisturi a lama triangolare.

Uricemia

Presenza di acido urico nel sangue, accertata tramite prelievo di sangue venoso a digiuno. I valori normali, tenendo conto delle ampie variazioni individuali, sono compresi tra 4 e 7 mg/dl nell'uomo, e tra 3 e 6,5 mg/dl nella donna. Il livello ematico di acido urico aumenta, oltre che in concomitanza con il consumo di alimenti ricchi di purine, come frattaglie e legumi, a seguito di processi patologici che ne comportino un'eccessiva produzione endogena (per esempio gotta) o una ridotta escrezione (nefropatie croniche).

Uricosurici

Farmaci che aumentano l'escrezione dell'acido urico nelle urine riducendone di conseguenza la concentrazione plasmatica (uricemia). Rientrano in questa categoria il probenecid, l'allopurinolo, il sulfinpirazone, l'isobromidione e il benzbromarone, la cui azione consiste nel bloccare il riassorbimento degli urati a livello del tubulo renale prossimale. Sono indicati in tutte le forme di iperuricemia, che sia imputabile a malattie come gotta, leucemia, anemie, oppure agli effetti tossici di chemioterapie e radioterapie. Non vanno assunti in caso di insufficienza renale e possono provocare la formazione di calcoli se non si adotta la precauzione di aumentare l'assunzione di liquidi.

Uridrosi

Eliminazione nel sudore di urea e di altre scorie azotate normalmente escrete per via renale cessa di essere un fenomeno fisiologico e diventa indice di iperuricemia quando diventa troppo abbondante. Nella maggior parte dei casi dipende dall'incapacità dei reni di smaltire i tossici uremici per insufficienza in fase avanzata. Talvolta queste sostanze formano sull'epidermide dei pazienti cristalli caratteristici il cui riscontro durante l'esame obiettivo guida il medico nella diagnosi.

Urina

Liquido prodotto dal rene come risultato dell'ultrafiltrazione del plasma ed espulso attraverso le vie urinarie. Rappresenta il principale mezzo di eliminazione dei rifiuti formatisi durante il catabolismo o delle sostanze tossiche provenienti della degradazione dei farmaci. In condizioni normali si presenta come un liquido limpido, color giallo paglierino, a pH acido (attorno al 6), con una densità compresa tra 1,012-1,025. è composto per il 95% da acqua, in cui si trovano disciolte varie sostanze organiche e inorganiche, tra cui urea, creatinina, pigmenti, cloruro di sodio, fosfati, solfati, calcio, magnesio, acido urico, acido ossalico, ammoniaca, mentre solo in condizioni patologiche vi si riscontrano cellule ematiche, batteri, funghi, proteine, glucosio, corpi chetonici, nitriti, pigmenti biliari, cilindri e cristalli. Possono essere indice di affezioni in atto anche le variazioni macroscopiche relative a colore, peso specifico, quantità ecc. L'urina si forma nei reni in seguito a un processo di filtrazione che il plasma subisce a livello delle anse capillari dei glomeruli dal sangue che affluisce ai glomeruli deriva un liquido a pH neutro, privo di globuline e lipidi e con una composizione analoga a quella del plasma, detto preurina, che si raccoglie prima nella capsula di Bowman, poi nei tubuli (prossimale, distale e collettore), dove andrà incontro a ulteriori elaborazioni: non solo verrà concentrata con conseguente riduzione del volume, ma subirà una progressiva acidificazione accompagnata dal riassorbimento di varie componenti. Dopo essere transitata per i tubuli renali l'urina si raccoglie nei bacinetti, quindi si incanala negli ureteri e raggiunge la vescica urinaria dalla quale, attraverso l'uretra, viene emessa all'esterno con un meccanismo neuromuscolare volontario.

Urina anomala

Urina che presenta anomalie relative ai suoi aspetti macroscopici (colore, densità, peso specifico) oppure alla composizione chimica. La densità, per esempio, aumenta nel diabete scompensato e nelle ostruzioni urinarie e diminuisce nell'insufficienza renale cronica. Una colorazione rossastra può essere indicativa di porfiria, mentre quella brunastra è tipica dell'ittero. Quanto al pH, è marcatamente acido nelle acidosi, nel vomito prolungato e nell'ipercorticosurrenalismo, alcalino negli stati di alcalosi, nelle diete vegetariane, in alcune infezioni. Per quanto riguarda la composizione, sono molte le sostanze di norma assenti nell'urina o rinvenibili in tracce, il cui riscontro induce a sospettare ben precise patologie. Per esempio, il glucosio urinario è un tipico segno del diabete, della sindrome di Cushing e di alcune affezioni congenite del tubulo renale. La bilirubina è indicativa di ittero ostruttivo o di patologie epatiche in genere, mentre i chetoni sono presenti nel diabete scompensato, negli stati febbrili e tossici, dopo anestesia o sforzi fisici prolungati. Il riscontro di nitriti dovrebbe fare sospettare processi infettivi in atto a carico delle vie urinarie. Malattie renali, amiloidosi, scompenso cardiaco e ipertensione sono invece segnalati dalla presenza di nitriti nelle urine. Anche le cellule del sangue sono un reperto anomalo: in particolare l'emoglobinuria si associa ad anemie emolitiche, ustioni estese, malaria, incidenti trasfusionali, setticemie. Il riscontro di leucociti è tipico delle infezioni dell'apparato urinario, mentre gli eritrociti sono indicativi di numerose malattie dei reni e delle vie urinarie.

Urinaria, deviazione

Intervento chirurgico consistente nel creare un nuovo percorso di escrezione delle urine, previa asportazione della vescica. Viene praticato per ovviare a un'ostruzione dell'apparato urinario dovuta a cause diverse (malformazioni, infiammazioni croniche, calcoli o tumori maligni inoperabili), che non sia possibile risolvere altrimenti. Tale deviazione si può ottenere collegando l'uretere a un tratto del canale intestinale o alla parete dell'addome, soluzioni che provocano un deflusso di urina continuo, non più sottoposto al controllo della volontà. Nel caso di un abboccamento alla cute addominale, occorrerà quindi istruire il paziente all'uso di appositi sacchetti contenitori da applicare in corrispondenza dell'ureterostomia, ossia dello sbocco creato artificialmente. Tali contenitori andranno svuotati e sostituiti con notevole frequenza per prevenire infezioni o altre complicanze.

Urobilina

Pigmento biliare derivato dall'ossidazione dell'urobilinogeno, che a sua volta si forma nell'intestino per azione della flora batterica sulla bilirubina. è di norma presente in piccole quantità nelle feci e nell'urina, cui conferisce il tipico colore giallo paglierino. Se però dal giallo le urine virano all'arancio o al marrone, questo è un segno che i livelli di urobilina sono abnormemente elevati, reperto indicativo di gravi malattie del fegato come epatiti, cirrosi, tumori.