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Salute dalla A alla Z

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Vigilanza

Livello della capacità di attenzione e di risposta agli stimoli. è legata all'azione sulla corteccia cerebrale da parte della sostanza reticolare ascendente, situata nella parte profonda del cervello. La vigilanza appare alterata in molte condizioni di sofferenza neurologica.

Villi coriali

Minuscole estroflessioni digitiformi e ramificate che costellano una parte del corion placentare, costituite da un rivestimento epiteliale esterno e da uno strato connettivale interno riccamente vascolarizzato. Entrano in contatto con la mucosa dell'utero e rappresentano la parte funzionalmente più importante della placenta in quanto, oltre a produrre ormoni, permettono gli scambi metabolici tra madre e feto: infatti, le sostanze nutritive in circolo nel sangue proveniente dalle arterie uteroplacentari passano nel sangue fetale per diffusione osmotica attraverso le sottili pareti epiteliali di queste numerose protuberanze. Poiché i villi coriali presentano lo stesso DNA del feto, il loro prelievo nelle prime settimane di gravidanza (in genere tra la 10ª e l'11ª) permette di effettuare l'analisi cromosomica alla ricerca di eventuali alterazioni genetiche (per esempio talassemia, sindrome di Down, emofilia). Grazie a tale tecnica è inoltre possibile stabilire con certezza il sesso del nascituro.

Villo intestinale

Ciascuna delle protuberanze digitiformi, lunghe da 0,5 a 1 mm, che rivestono la mucosa dell'intestino tenue conferendole un aspetto vellutato pur essendo presenti anche nell'ileo, raggiungono le maggiori dimensioni e la massima densità a livello del duodeno e del digiuno (circa 12-14 per millimetro quadrato), dove hanno la funzione di partecipare al processo digestivo grazie agli enzimi che contengono (peptidasi, maltasi, saccarasi e lattasi), ma soprattutto di aumentare la superficie intestinale utile all'assorbimento delle sostanze nutritive. A tal scopo queste minuscole espansioni, all'interno delle quali decorrono arterie, vene, canali linfatici e vasi chiliferi, sono a loro volta ricoperte da migliaia di strutture simili a peli, detti microvilli la membrana delle cellule dei villi è dotata di proteine di trasporto specializzate, ciascuna delle quali consente il passaggio di una determinata sostanza. Attraverso la sottile parete dei villi e dei microvilli gli alimenti, ridotti in molecole di piccolissime dimensioni, si riversano nel torrente ematico e vengono trasportate fino al fegato, dove subiranno i processi metabolici indispensabili per la sopravvivenza dell'organismo.

Viremia

Presenza di virus nel sangue. Tale riscontro può non essere costante per tutto il decorso della malattia infettiva, ma riguardare solo una sua fase per esempio, nel caso della rosolia e dell'HIV la viremia si manifesta all'esordio, prima che gli agenti patogeni si concentrino nei linfociti.

Virilizzazione

Induzione nella donna dei caratteri sessuali secondari maschili, che determina la comparsa dei segni e sintomi di virilismo. Quando non è dovuta a sovrapproduzione di androgeni da parte di alcuni tumori (benigni o maligni) delle ghiandole surrenali, rientra nel quadro clinico dell'ovaio policistico. La terapia consiste nell'intervenire sulla causa oppure nel somministrare farmaci ad azione antiandrogena.

Virione

Particella virale matura e integra, intesa cioè come insieme dell'informazione genetica (contenuta nell'acido nucleico), e delle strutture di rivestimento, rappresentate da capside ed involucro. Di dimensioni assai ridotte (10-300 nm), è dotata della capacità di penetrare in altre cellule, infettandole.

Virologia

Branca della microbiologia che studia la struttura dei virus, i loro meccanismi di trasmissione, le manifestazioni cliniche che producono nell'organismo infettato e l'approccio terapeutico più corretto.

Virologo

Medico specialista impegnato nello studio dei virus, in particolare di quelli patogeni per l'uomo. Nella maggior parte dei casi è un esperto in microbiologia che ha approfondito le proprie ricerche nel campo della virologia.

Virus

Microrganismo acellulare visibile solo al microscopio elettronico, che rappresenta la più piccola entità biologica esistente in natura. A differenza dei microrganismi cellulari come funghi e batteri, è dotato di un unico tipo di acido nucleico (DNA o RNA) portatore dell'informazione genetica, che si presenta avvolto da una membrana protettiva detta capside quest'ultimo consiste in numerose unità elementari proteiche, disposte a formare una struttura regolare e simmetrica, che a seconda della specie può essere cubica, ellissoidale, icosaedrica ecc. Alcuni virus presentano inoltre il cosiddetto envelope, ossia un ulteriore rivestimento costituito da lipidi e carboidrati. Essendo privo delle strutture indispensabili per la sopravvivenza, il virus può utilizzare a tale scopo solo gli organuli delle cellule ospiti, siano esse vegetali o animali, nelle quali penetra in qualità di parassita obbligato, dando luogo a cicli ripetuti di infezione e replicazione. L'agente virale attacca la cellula aderendo alla sua superficie esterna nella successiva fase di penetrazione solo l'acido nucleico si insinua nel citosol cellulare, mentre il capside rimane all'esterno quanto all'envelope di cui alcune specie virali sono dotate, ha la funzione di rendere ancora più efficace l'attacco fondendosi con la membrana cellulare. I geni del virus, molto efficienti a dispetto del numero esiguo, danno il via al processo di replicazione, sostituendo l'acido nucleico cellulare e indirizzandone il metabolismo verso la sintesi di nuovo materiale virale, che una volta maturo, abbandona l'ospite per dare il via a un nuovo ciclo infettivo. La classificazione dei virus tiene conto principalmente di quattro elementi: tipo di acido nucleico, struttura del capside, eventuale presenza dell'envelope, resistenza ad agenti chimico-fisici. Tuttavia, notevole importanza rivestono anche altre caratteristiche, per esempio le modalità di trasmissione, l'attività patogena, la sede di replicazione precisa (nucleo o citoplasma) entro la cellula ospite. Nell'organismo umano l'esito dell'infezione dipende da due fattori: la virulenza, ossia l'aggressività, la capacità invasiva del virus, e la carica infettante, espressione che indica il numero di virus che attaccano simultaneamente la cellula. Se la carica infettante è bassa, all'infezione non fa seguito la malattia perché il sistema immunitario si dimostra in grado di bloccare la replicazione virale. Si distinguono essenzialmente due modalità di trasmissione: quella verticale, che avviene dalla madre al figlio durante la gravidanza o il parto, e quella orizzontale, che a sua volta può attuarsi in modo diretto (via aerea, trasfusione di sangue, rapporto sessuale ecc.) o indiretto, (tramite oggetti contaminati). Alcuni dei farmaci più attivi contro gli agenti virali sono l'acyclovir (virus varicella-zoster), il gancyclovir e il foscarnet (Cytomegalovirus), oltre ai vari antiretrovirali che trovano impiego contro l'AIDS. Di nessuna utilità si rivelano invece gli antibiotici, indicati solo nelle infezioni batteriche.

Virus e batteri

Vecchi nemici e nuove epidemie

Virus e batteri è

una rassegna ampia e aggiornata di saggi che affrontano il tema delle malattie infettive veicolate dai microrganismi sotto diverse prospettive: quella evolutiva, innanzitutto, che ci vede convivere con nemici pericolosi ma anche con organismi che contribuiscono al nostro metabolismo, ma anche quella ambientale, la quale afferma che il riscaldamento globale favorisce la diffusione di queste patologie.

Visione del colore

Capacità di distinguere i colori che dipende dalle modificazioni cui vanno incontro speciali pigmenti fotosensibili contenuti nei coni della retina. Si ritiene che la percezione cromatica sia resa possibile da tre classi di fotorecettori detti coni, contenenti ciascuno un pigmento specifico, che ""filtra"" la luce visibile reagendo in modo selettivo a determinate lunghezze d'onda. Poiché l'occhio umano è in grado di percepire solo lunghezze d'onda comprese tra 400 e 760 nm, saranno le variazioni entro questi due valori a essere interpretate come tonalità diverse nello specifico, ai valori più bassi corrisponde il blu, mentre quelli più elevati si traducono nella sensazione cromatica del rosso alla porzione intermedia dello spettro corrisponde infine il verde. Soggetti con una normale visione dei colori possono riconoscere miscele di radiazioni luminose di qualsiasi lunghezza d'onda, combinando in diverse proporzioni i tre colori primari, ciascuno dei quali va a eccitare un fotorecettore specifico. La visione della luce bianca si produce di conseguenza quando tutte e tre le classi di coni vengono stimolate contemporaneamente nella stessa misura. I disturbi della visione cromatica, compresi sotto il nome di daltonismo, dipendono dalla mancanza o dal cattivo funzionamento di un tipo di fotorecettore, che rende impossibile la percezione del colore corrispondente.

Visione tubulare

Difetto visivo consistente in una notevole riduzione della visione periferica, in conseguenza della quale il paziente ha la sensazione di guardare attraverso un tubo. è sintomo tipico del glaucoma cronico di grado avanzato.

Vista

Senso che permette di percepire ed elaborare gli stimoli luminosi per formare immagini dell'ambiente esterno e valutando, in particolare, forma, dimensioni, colore, posizione nello spazio degli oggetti. I raggi luminosi, paralleli, attraversano cornea, umor acqueo, cristallino e umor vitreo e nel compiere questo percorso all'interno dell'occhio subiscono il fenomeno della rifrazione, concentrandosi in un unico punto della retina, la fovea centrale, dove si forma un'immagine dell'oggetto reale, ma capovolta. Quest'area, del diametro di mezzo millimetro circa, priva di bastoncelli ma ricchissima di coni da cui dipende la nitidezza dell'immagine, è ritenuta dotata di notevoli capacità discriminative, e quindi sede della visione particolareggiata. I coni retinici sono preposti al riconoscimento dei colori, mentre i bastoncelli sono responsabili della visione notturna e forniscono quindi informazioni sulla sola intensità della luce (visione scotopica acromatica). A livello dei fotorecettori retinici avviene tutta una serie di trasformazioni chimico-elettriche che si traducono in impulsi nervosi, destinati a propagarsi lungo il nervo ottico, per poi raggiungere i centri superiori della corteccia cerebrale, localizzati nei lobi occipitali, ove avviene l'interpretazione dell'immagine. Per la presenza del chiasma ottico, parte dei segnali provenienti dall'occhio destro raggiunge il lobo occipitale sinistro e viceversa ciò significa che ogni emisfero cerebrale riceve impulsi provenienti da entrambi gli occhi. Lungo il tragitto dall'occhio al cervello si verifica quindi una sorta di rimodellamento dell'informazione, in conseguenza del quale le due immagini dello stesso oggetto provenienti dalle retine (per effetto della visione binoculare singola) vengono fuse e integrate a formare un'unica immagine tridimensionale.

Vitamina A

Detta anche retinolo, o axeroftolo, è una vitamina liposolubile presente soprattutto negli oli di fegato di pesce e nel fegato di animali, ma anche nel tuorlo d'uovo, nel burro, nel latte e nella panna, nelle carote e nei pomodori maturi. Nei vegetali si trovano, associati alla clorofilla, i suoi precursori(carotenoidi), pigmenti di colore giallo-rosso che vengono trasformati in vitamina A nell'intestino. Dall'intestino la vitamina A viene trasportata al fegato, dove si accumula e da cui può raggiungere i tessuti e gli organi legata a una proteina specifica. La vitamina A è coinvolta nel processo della visione al buio e ha un'azione protettiva delle mucose e degli epiteli in genere inoltre è fondamentale per l'accrescimento delle ossa e dei denti. La carenza di vitamina A dovuta a prolungata privazione alimentare o a sindromi di malassorbimento (morbo celiaco, colestasi, cirrosi epatica, fibrosi cistica), ha come conseguenze diminuzione della visione in scarsità di luce, pelle rugosa, ridotto accrescimento nei bambini, aumentata tendenza alle infezioni, secchezza e ulcerazione della cornea. Un'eccessiva assunzione causa irritabilità, nausea, vomito, aumento della pressione endocranica, desquamazione cutanea.

Vitamina B12

Detta anche cianocobalamina, la vitamina B12 è una vitamina del complesso B di cui sono ricchi solo gli alimenti di origine animale, per cui chi segue una dieta del tutto vegetariana, escludendo cioè anche uova e latticini, può andare incontro a pericolosi deficit e dovrebbe quindi assumere integratori alimentari di vitamina B12. Il fabbisogno giornaliero è di 2 microgrammi e una frequente causa di deficit è la carenza di fattore intrinseco, un composto secreto dalle cellule dello stomaco, fondamentale per il suo assorbimento. Questa carenza è tipica nel quadro clinico della gastrite atrofica. I soggetti che non assumono sufficienti quantità di vitamina B12 manifestano anemia megaloblastica, glossite, neurite, debolezza e depressione.

Vitamina C

La vitamina C, il cui nome chimico è acido ascorbico, svolge una serie di funzioni essenziali all'interno di numerose reazioni biochimiche, in particolare di ossidoriduzione. è fondamentale per la sintesi del collagene e per l'assorbimento del ferro, interviene nei meccanismi dello sviluppo di ossa, vasi sanguigni e tessuti connettivi e prende parte anche alla sintesi degli ormoni corticosteroidei. Alla vitamina C viene inoltre attribuita la proprietà di rafforzare il sistema immunitario e il suo fabbisogno (tra 60 e 100 milligrammi al giorno) aumenta in situazioni che sottopongono l'organismo a forte stress fisico, per esempio le ustioni e le gravi infezioni. Poiché tende a degradarsi a contatto con l'aria e il calore, gli alimenti ricchi di vitamina C (agrumi, kiwi, pomodori) andrebbero consumati freschi. La carenza cronica di acido ascorbica genera lo scorbuto, una patologia caratterizzata da irritabilità, apatia, rigonfiamento delle gengive e caduta dei denti, difficoltà di guarigione delle ferite e vulnerabilità alle infezioni.

Vitamina D

Il termine vitamina D (o calciferolo) riunisce in realtà un intero gruppo di sostanze, tutte indispensabili per il corretto assorbimento e impiego di calcio e fosforo e, quindi, fondamentali per i meccanismo dell'accrescimento. L'organismo umano ricava la vitamina D dagli alimenti (olio di fegato di merluzzo e tuorlo d'uovo ne sono particolarmente ricchi), ma è anche in grado di sintetizzarla da sé a partire dal colesterolo, per effetto dell'esposizione alla luce solare. I deficit sono dunque rari e possono comportare rachitismo, debolezza muscolare o deformazioni delle ossa. L'eccessivo apporto di vitamina D invece può avere effetti tossici sull'organismo conseguenti all'aumento del calcio nel sangue, con comparsa di anoressia e nausea, alterazioni renali e calcificazione dei tessuti.

Vitamina E

Detta anche tocoferolo, è una vitamina liposolubile molto diffusa negli organismi vegetali o animali, in particolare però nei semi e oli vegetali, nella margarina, nei cereali, nelle verdure a foglie verdi, nel fegato e nel latte. è una sostanza dal forte potere antiossidante e, in particolare, previene l'ossidazione degli acidi grassi insaturi delle membrane cellulari. è indispensabile per la normale funzione del tessuto muscolare e nervoso, il funzionamento dell'apparato genitale maschile e per un normale decorso della gravidanza. Per quanto rara, la carenza di vitamina E porta ad anemia, mentre un eccesso provoca cefalea, nausea, stanchezza e dermatite.

Vitamina K

Con vitamina K si intende un insieme di derivati liposolubili del naftochinone in grado di regolare la produzione di fattori della coagulazione a livello epatico, e dotati quindi di proprietà antiemorragiche. La vitamina K viene sintetizzata direttamente dall’organismo grazie ai batteri intestinali, oppure può essere assunta da fonti alimentari quali ortaggi a foglia verde (spinaci, bietola e cavolo) e pomodori. Deficit di vitamina K sono rari e collegati in genere a patologie epatiche che compromettono l’assorbimento dei grassi nel neonato la carenza è fisiologica e viene superata non appena si instaura la normale flora intestinale. Alcuni farmaci anticoagulanti possono inoltre agire da antagonisti della vitamina K.