Malformazione del piede caratterizzato da appianamento della pianta, su cui il soggetto appoggia quindi tutto il proprio peso. Nelle forme più gravi, può causare problemi di deambulazione. Il piede piatto può essere una malformazione congenita oppure acquisita, e in quest'ultimo caso si distinguono due diversi tipi. La forma essenziale è molto comune e colpisce in particolare gli obesi è causata dalla limitata resistenza di muscoli e tendini durante il periodo dell'accrescimento. La forma sintomatica o distrofica invece può essere di tipo infiammatorio, rachitico, neurogeno o tumorale e dunque la debolezza ossea è secondaria a patologie specifiche. Il piede piatto può essere curato utilizzando plantari e calzature ortopediche e, se necessario, mediante correzione chirurgica.
Procedura di diagnostica radiologica utilizzata per verificare le condizioni delle vie urinarie, quando occorre ricercare restringimenti o eventuali calcoli. Prevede l'impiego di un mezzo di contrasto contenente iodio introdotto tramite catetere oppure per via transcutanea, che rende radiopachi i calici renali e la pelvi e ne consente la visualizzazione sulla lastra. L'esame è stato sostituito dalla più funzionale urografia perfusionale e attualmente trova impiego quando occorre un'analisi dettagliata dei calici renali e della pelvi renale o quando le condizioni del rene non consentono l'urografia. In caso di disturbi alla vescica (per esempio sospetta rottura, fistole) si ricorre alla cistografia retrograda, che è una variante della pielografia.
Patologia infiammatoria che interessa il bacinetto del rene e può estendersi al tessuto specifico del rene. Se colpisce soprattutto la parte corticale del rene viene detta nefropielite. è causata da batteri quali Escherichia coli, Proteus e Klebsiella e la sua insorgenza è favorita da problemi prostatici, calcolosi, diabete, malformazioni congenite e infiammazione intestinale cronica. Si riconoscono una forma acuta e una forma cronica in genere latente e soggetta a riacutizzazioni cicliche, che può sfociare in una insufficienza renale. La terapia è strettamente legata alla causa scatenante e può talvolta essere di tipo chirurgico nei pazienti affetti da pielonefrite è importante mantenere la diuresi abbondante e somministrare antibiotici per prevenire ulteriori infezioni batteriche, che potrebbero aggravare il quadro clinico.
Intervento chirurgico che interessa il bacinetto renale. Viene eseguito quando occorre asportare calcoli, corpi estranei o papillomi e richiede un'incisione sulla parete posteriore dell'addome, al fine di ottenere un accesso più sicuro.
Presenza nel sangue di microrganismi piogeni, in grado di causare ascessi e infiammazioni purulente a danno di vari organi. è una condizione simile alla setticemia e si manifesta con disturbi generali e febbre che si affiancano ad altri più specifici e collegati alla zona interessata.
Colorazione fisiologica della pelle, degli occhi e dei capelli che caratterizza ciascun individuo. è dovuta all'azione di un particolare pigmento detto melanina e le sue caratteristiche sono soggette a variazioni nel corso della vita (i capelli tendono a perdere il loro colore con l'età), ma anche fattori esterni possono modificare la pigmentazione, per esempio l'esposizione ai raggi ultravioletti (abbronzatura). La totale e congenita assenza di pigmentazione viene detta albinismo patologie da carenza localizzata di pigmentazione sono invece il nevo acromico, la vitiligine, la psoriasi e la pitiriasi versicolor, mentre l'incremento in alcune aree si manifesta con efelidi e nevi.
Termine che indica una sorta di "gomitolo" di peli localizzato nello stomaco o nell'intestino. è tipico delle persone affette da tricofagia, ossia che hanno l'abitudine di mordere e ingerire i propri capelli e può causare un blocco intestinale anche grave, con complicazioni quali perforazione intestinale e peritonite.
Apertura inferiore dello stomaco che consente la comunicazione con il duodeno, il primo tratto dell'intestino. è circondata dal muscolo sfintere, che si apre quando la pressione interna dello stomaco è superiore a quella del duodeno e rende così possibile il passaggio del cibo ingerito. La stenosi (occlusione) è la patologia che si manifesta con maggiore frequenza.
Condizione patologica caratterizzata da un'esagerata contrazione dello sfintere del piloro. Il fenomeno è legato malattie come gastrite e ulcera peptica, ma anche nevrosi d'ansia, con somatizzazioni a livello gastrointestinale. Ben diverso è lo spasmo ipertrofico del piloro nei lattanti, che consiste in un esagerato sviluppo della muscolatura liscia del piloro, con tendenza al restringimento (stenosi) e alla progressione verso un ileo meccanico. In entrambi i casi il sintomo principale è la presenza di vomito ogni volta che il paziente eccede nella quantità di cibo ingerito. La terapia è a base di antiemetici per la forma adulta, mentre nel caso dei lattanti e per gli spasmi dell'adulto su base infiammatoria-cicatriziale si deve procedere all'asportazione chirurgica del piloro.
Il termine si riferisce in genere a un microrganismo che emette tossine in grado di causare nell'ospite una reazione infiammatoria accompagnata da pus e formazione di ascessi, in quanto svolgono ossia attraggono i globuli bianchi. Anche diverse sostanze possono essere piogene, per esempio la trementina.
Infiammazione del peritoneo caratterizzata dalla presenza di pus. Il pioperitoneo è dovuto all'azione di microrganismi piogeni penetrati nell'organismo per via ematica oppure attraverso lesioni cutanee o perforazione degli organi della cavità peritoneale. Si manifesta con febbre, dolore addominale, vomito, disidratazione e stato di shock e deve essere trattato d'urgenza.
Condizione patologica in cui all'interno del pericardio si trova materiale purulento misto ad aria o altri gas. Si sviluppa in seguito alla presenza nella cavità pericardica di microrganismi la cui attività comporta la produzione di gas.
Condizione in cui si assiste alla contemporanea presenza di pneumotorace e infezione purulenta, sostenuta da microrganismi provenienti dall'esterno o da focolai interni.
Secrezione di pus a livello delle tasche gengivali, che insorge in seguito a una periodontite cronica. Il trattamento della piorrea è di tipo antibiotico ma non sempre è risolutivo, per cui può essere necessario ricorrere all'estrazione del dente.
Formazione di materiale purulento all'interno di una delle tube di Falloppio. La piosalpinge insorge in genere nel quadro della malattia infiammatoria pelvica, che causa l'ostruzione della tuba e il conseguente accumulo di pus al suo interno.
Termine di comune impiego per indicare i lembi di pelle presenti alla base dell'unghia. Sono caratteristici dei soggetti che si ""rosicchiano"" le unghie (onicofagia) e possono dare origine a infiammazioni locali anche fastidiose.
Detta anche vitamina B6, è una vitamina del complesso B presente nella maggior parte degli alimenti, tra cui cereali integrali, lieviti, legumi, carne rossa e uovo il latte materno è la fonte essenziale di vitamina B6 per il lattante. Essa svolge un ruolo fondamentale in numerose reazioni metaboliche, in particolare delle proteine, ed è determinante nel metabolismo del GABA, un importante neuromediatore cerebrale. La dose giornaliera è di 1,3 mg per l'adulto maschio e 1,1 mg per la donna: dato l'ampio numero di cibi in cui è disponibile, sono rari deficit di tipo alimentare, mentre frequenti sono le carenze dovute all'assunzione di farmaci in grado di svolgere un'azione antagonista nei suoi confronti, per esempio l'isoniazide. I sintomi sono neuropatia periferica e convulsioni (queste ultime in individui predisposti) possono inoltre manifestarsi anemia, dermatiti seborroiche e lesioni simili alla quelle della pellagra.
Sostanza in grado di innalzare la temperatura corporea e provocare la febbre. Si tratta in genere di composti presenti nell'ambiente o sintetizzati da microrganismi, che si introducono nell'organismo attraverso il sangue, le vie respiratorie o l'apparato digerente. Esistono anche i cosiddetti pirogeni endogeni, che in presenza di particolari situazioni patologiche vengono liberati dai globuli bianchi.
Disturbo della sfera psichica in cui il soggetto prova un forte e incontrollabile desiderio di appiccare il fuoco a oggetti di vario tipo. L'evento è preceduto da uno stato di estrema tensione ed eccitazione, cui fa seguito una sensazione di sollievo alla vista dell'incendio. I soggetti affetti da piromania tendono a ripetere le loro azioni con una certa ciclicità e necessitano di un trattamento psichiatrico.
Bruciore che insorge a livello dell'epigastrio o al centro del torace e che può raggiungere anche il collo e gli arti superiori. Episodi occasionali sono in genere conseguenti a pasti abbondanti e non devono destare preoccupazione, mentre una certa frequenza delle manifestazioni può indicare una disfunzione dell'esofago, per esempio reflusso gastro-esofageo o esofagite. Il bruciore può essere trattato con antiacidi, che intervengono tuttavia sul sintomo e non sull'eventuale patologia all'origine.