Vedi Procreazione assistita.
è la più grande ghiandola umana, localizzata nella parte superiore destra dell'addome, sopra il diaframma. Il fegato è costituito da numerosi lobuli formati da cellule (epatociti) disposte a raggiera intorno ad un vaso (vena centrolobulare). I lobuli sono separati tra loro da spazi di tessuto connettivo nei quali si trovano diramazioni dell'arteria epatica e della vena porta. Gli epatociti da un lato sono in rapporto con il capillare sanguigno, dall'altro presentano un piccolo solco, che, unendosi a quello della cellula adiacente, forma un piccolo canale che rappresenta l'inizio dei capillari delle vie biliari. Il fegato può essere considerato il laboratorio biochimico dell'organismo, in quanto svolge le funzioni di: sintesi di proteine e di fattori della coagulazione, regolazione del metabolismo dei grassi, degli zuccheri e delle proteine, produzione della bile, che nell'intestino partecipa alla digestione dei grassi, immagazzinamento del glicogeno e di metalli, detossificazione da sostanze prodotte internamente (ammoniaca) o introdotte dall'esterno, come farmaci.
Farmaco calcioantagonista di prima generazione impiegato quindi nel trattamento dell'ipertensione arteriosa e dell'angina pectoris, grazie alla sua capacità di indurre una vasodilatazione sistemica. La felodipina è caratterizzata da una durata d'azione relativamente breve e sono quindi necessarie diverse somministrazioni nell'arco della giornata. Gli effetti collaterali sono di lieve entità e sono in genere edemi, palpitazioni e cefalea.
Osso della coscia, il più lungo e robusto del corpo umano, compreso tra l'articolazione ileo-femorale e quella tibio-femorale. Di forma prismatica triangolare, vi si distinguono tre parti: epifisi superiore, diafisi o corpo ed epifisi inferiore. L'epifisi superiore a sua volta è formata dalla testa, che ruota nell'acetabolo del bacino, dal collo e dai trocanteri, che presentano due tuberosità in cui si inseriscono vari muscoli del gluteo e della coscia. All'estremità dell'epifisi inferiore si trovano la troclea e i due condili, che si articolano con la tibia e la rotula. In età avanzata è frequentemente soggetto a fratture.
Farmaco analgesico e antipiretico derivato dall'anilina, detto anche acetofenetidina, ormai quasi completamente soppiantato dal paracetamolo. La sua assunzione, oltre a danneggiare a fegato e reni, può provocare l'anemia emolitica.
Farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), non in commercio in Italia, utile come antipiretico e indicato per attenuare i dolori di qualsiasi natura, soprattutto quelli a carico delle vie urinarie.
Farmaco appartenente alla famiglia delle biguanidi impiegato nel trattamento del diabete mellito di 2° tipo in pazienti obesi per la sua capacità di abbassare il livello di glucosio nel sangue (effetto ipoglicemizzante).
Farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS) derivato sintetico del pirazolone, molto indicato nel trattamento delle malattie reumatiche, artrosiche e artritiche, sia acute che croniche, oltre che nella terapia locale delle lesioni traumatiche come distorsioni e contusioni. Il farmaco comporta però effetti collaterali non trascurabili come rash cutanei, disturbi gastrointestinali e riduzione dei granulociti del sangue (agranulocitosi).
Farmaco appartenente alla classe dei simpaticomimetici (è infatti un analogo dell'adrenalina) in grado di indurre vasocostrizione, decongestionare la mucosa nasale e dilatare la pupilla. Applicato localmente sotto forma di collirio o spray nasale, è indicato in tutte le forme di congiuntivite, soprattutto in presenza di uno spiccato aumento del flusso di sangue (iperemia).
Farmaco appartenente alla classe dei simpaticomimetica in grado di indurre vasocostrizione. Viene somministrato sotto forma di spray nasale o per via orale nel trattamento sintomatico del raffreddore.
Detta anche rosso di fenolo, è una tintura non tossica e solubile in acqua utilizzate nei laboratori di analisi per la misurazione del pH. La fenolsulfonftaleina ha infatti la proprietà di cambiare colore dal giallo al rossastro, al viola via via che il pH diventa sempre meno acido, passando da 6,8 a 8,4. Inoltre, somministrata per via endovenosa o intramuscolare, serve a valutare l'afflusso sanguigno al rene e la capacità funzionale dei tubuli renali.
Reazione infiammatoria della pelle (con comparsa di edema, emorragia, ulcera e necrosi) conseguente all'iniezione intradermica o sottocutanea di un antigene in un individuo precedentemente sensibilizzato. è una reazione di tipo III, dovuta cioè alla formazione localizzata di immunocomplessi antigene-anticorpo che, portando alla formazione di trombi, provocano l'ostruzione dei vasi sanguigni.
Reazione immunitaria che coinvolge alcuni anticorpi e le sostanze che l'organismo produce in presenza di patologie quali epatite virale, morbo di Hodgkin o leucemia. è indice della presenza di antigeni specifici e trova impiego per la diagnosi differenziale.
Famiglia di farmaci ad azione neurolettica, che trovano impiego contro schizofrenia e psicosi, ma che si rivelano utili anche come antiemetici, soprattutto nelle forme di vomito incoercibile, come antistaminici e in certi casi come antielmintici (ascaridi).
Insieme delle caratteristiche osservabili in un organismo dal punto di vista morfologico e funzionale. Il fenotipo è la manifestazione visibile del genotipo, il patrimonio genetico, ma è anche il risultato dell'interazione dell'organismo con l'ambiente.
Sostanza di natura oppioide utilizzata come anestetico per via parenterale, ma che trova impiego anche per via transdermica (ovvero mediante l'applicazione di un cerotto) nel trattamento del dolore cronico da cancro e del dolore postoperatorio. L'effetto analgesico si sviluppa entro 10-14 ore dalla somministrazione e la concentrazione nel sangue rimane elevata a lungo. Il fentanil è un farmaco sicuro ed efficace, ma la sua assunzione può comunque essere accompagnata da effetti collaterali, tra cui depressione respiratoria, nausea, stitichezza e sonnolenza.
Farmaco appartenente alla classe dei simpaticomimetici in grado di agire a livello dei centri nervosi (situati nell'ipotalamo) che regolano la sazietà. è quindi indicato nei casi di obesità grave per ridurre l'appetito. Non è in commercio in Italia.
Sostanza chimica in grado di indurre vasodilatazione, in passato utilizzata per il trattamento dell'ipertensione arteriosa. Oggi si rivela utile nella diagnosi del feocromocitoma.
Tumore, in genere benigno, secernente catecolamine (adrenalina e/o noradrenalina), che, pur essendo perlopiù localizzato a livello della midollare del surrene (90 per cento dei casi circa), può insorgere anche nel sistema nervoso simpatico, nel retroperitoneo, nella regione pelvica e lungo l'aorta. Vi si associano spesso tumori della tiroide e delle paratiroidi, neurofibromatosi e angiomatosi. Si manifesta con ipertensione parossistica o persistente, tachicardia, sudorazione, vampate di calore, pallore, cefalea grave, angina, dolori addominali, artralgie, ansia, sensazione di morte imminente. L'aumento del metabolismo basale provoca in genere perdita di peso. Le crisi ipertensive, talora scatenate da un cambiamento di postura, possono dare luogo a gravi complicanze come infarto miocardico e insufficienza cardiaca. La diagnosi si basa sul riscontro nelle urine di aumentati livelli dei prodotti del metabolismo di adrenalina e noradrenalina. L'unica terapia davvero risolutiva è l'asportazione chirurgica del tumore.
Interruzione dell'integrità dei tessuti, con o senza perdita di sostanza, sulla superficie esterna o all'interno del corpo. A seconda del tipo di lesione o dell'oggetto che l'ha provocata se ne distinguono varie forme. Quella meno grave è rappresentata dall'abrasione-escoriazione, che consiste nella perdita degli strati più superficiali della cute. La ferita da taglio, particolarmente frequente, può invece ledere organi e vasi profondi, provocando una perdita di sangue anche massiva. Di solito presenta margini regolari e ben affrontabili tra loro. La ferita da punta, nonostante la sua limitata estensione, può essere molto profonda e scatenare emorragie interne se l'oggetto acuminato intacca grossi vasi o organi vitali del torace e dell'addome. La ferita lacera, provocata da traumi che strappano i tessuti anziché inciderli, presenta margini irregolari, frastagliati e come accartocciati su se stessi di solito sanguina poco e proprio per questo è particolarmente suscettibile alle infezioni. Per quanto riguarda il trattamento, va valutato caso per caso a seconda della gravità della lesione: in presenza di sanguinamento occorre esercitare una compressione sulla parte con garze o fazzoletti e, se necessario, avviare il paziente al pronto soccorso dopo aver applicato in sede un tampone tramite bendaggio. Una volta cessata l'emorragia, l'ispezione della ferita servirà a valutarne la gravità e a evidenziare eventuali corpi estranei come schegge di legno, vetro, terriccio si procederà quindi al lavaggio con acqua bollita e disinfettata. Le lesioni più profonde vanno suturate chirurgicamente. Le ferite che guariscono per "saldatura" dei tessuti si definiscono chiuse "per prima intenzione", mentre si dicono chiuse "per seconda intenzione" quelle in cui si forma tessuto di granulazione che va a colmare la soluzione di continuità procedendo dagli strati profondi verso la superficie.