Sigla inglese per tomografia a emissione di fotoni singoli. Si tratta di una metodica diagnostica che consente sia l'acquisizione di immagini che l'esecuzione di esami dinamici, per valutare per esempio la captazione di una determinata sostanza e quindi il metabolismo del tessuto studiato. è particolarmente utilizzata per lo studio del sistema nervoso centrale.
Strumento medico utilizzato per l'esplorazione di alcune strutture cave corporee che comunicano con l'esterno (cavità nasali, orecchio, retto, vagina). Costruito con materiali di vario tipo (vetro, plastica e metallo), possiede varie forme e misure (a becco d'anitra, a imbuto e bivalve) a seconda delle cavità da esaminare. In particolare, lo speculum vaginale è utilizzato per ottenere un'adeguata divaricazione delle pareti vaginali e permettere un agevole accesso alla cervice uterina, quello oculare invece serve per la divaricazione delle palpebre. Trovano impiego anche per interventi di chirurgia locale e per esami di tipo diagnostico.
Procedura eseguita su soggetti sani o malati al fine di verificare l'efficacia di una terapia, di uno strumento diagnostico e allo scopo di determinarne la sicurezza d'impiego e identificarne ogni possibile reazione avversa. Generalmente, tale tipo di sperimentazione riguarda la valutazione di nuovi farmaci al fine di scoprirne e verificarne gli effetti, studiarne l'assorbimento, l'escrezione e accertarne l'efficacia e la sicurezza rispetto a quelli già presenti sul mercato. La sperimentazione clinica dei medicinali in Italia è regolata da norme ben precise che prevedono una corretta informazione dei soggetti da coinvolgere. Le modalità di attuazione consistono solitamente in un confronto tra un gruppo sottoposto alla nuova terapia e un gruppo non trattato (definito ""di controllo""), che eventualmente assume un placebo o è sottoposto a terapie già in uso. Viene definita sperimentazione ""in cieco"", la somministrazione di farmaci a pazienti che ignorano se si tratti del nuovo medicinale o di quello di controllo, ""a doppio cieco"" quando né il medico né i pazienti sanno cosa si stia somministrando, ma ne è a conoscenza solo un supervisore esterno. Queste procedure sono utili al fine di garantire l'obiettività nella valutazione degli effetti dei nuovi farmaci.
Secrezione densa, vischiosa e di colore biancastro, emessa dall'uretra dell'uomo al culmine dell'eccitazione sessuale (orgasmo). Lo sperma è formato dagli spermatozoi, prodotti nei testicoli, e dal liquido seminale, secreto da varie ghiandole dell'apparato riproduttivo maschile come la prostrata, le ghiandole bulbouretrali e le vescichette seminali. Questo liquido, che svolge funzione di veicolo e di nutrimento per gli spermatozoi, contiene numerose sostanze quali fruttosio, sali e acido citrico. Durante l'eiaculazione vengono solitamente emessi da 1 a 5 ml di sperma contenente all'incirca 200-250 milioni di spermatozoi. Una ridotta concentrazione di questi ultimi nello sperma viene definita oligospermia.
Cisti del testicolo o dell'epididimo, contenente sperma. Si manifesta come una massa solitamente non dolente, palpabile a livello dello scroto. Rispetto all'idrocele è di dimensioni più circoscritte ma, se il suo volume è tale da creare problemi al paziente, si rende necessaria l'asportazione chirurgica.
Infiammazione, solitamente causata da batteri, delle vescichette seminali, piccole ghiandole deputate alla produzione di liquido seminale. Si manifesta con dolore, disturbi della minzione (fino alla ritenzione urinaria grave) e febbre. La terapia si avvale dell'uso di antibiotici.
Processo di formazione e maturazione degli spermatozoi. La formazione delle cellule germinali maschili avviene nei tubuli seminiferi del testicolo a partire dalla pubertà ed è regolata strettamente da ormoni sessuali come il testosterone e le gonadotropine. La spermatogenesi avviene a partire da cellule indifferenziate, gli spermatogoni, cellule di riserva che mantengono costante nel tempo la capacità di produrre cellule germinali o progenitori dello spermatozoo maturo. Gli spermatogoni si moltiplicano e producono gli spermatociti: da questi derivano gli spermatidi, nei quali si sviluppa l'acrosoma, una struttura che si trova sulla testa dello spermatozoo e che contiene numerosi enzimi che permettono di penetrare nella cellula uovo femminile. Gli spermatozoi, così formati, appena prodotti abbandonano i tubuli seminiferi e raggiungono l'epididimo, dove acquistano la capacità fecondante e soprattutto la motilità, indispensabile alla loro risalita nelle vie genitali femminili. Quest'ultima tappa è chiamata maturazione ed è favorita dall'abbondante secrezione della mucosa dell'epididimo ricca di sostanze nutritive, di ormoni e di enzimi.
Cellula sessuale maschile matura che si forma all'interno dei tubuli seminiferi del testicolo. Di forma sottile e allungata, simile a quella di un girino, sono costituiti da una testa e da una coda e lunghi circa 50 micron. Nella testa ricoperta da una cappa (acrosoma), che ha la funzione di agevolare la penetrazione dello spermatozoo nella cellula uovo femminile, si trova il nucleo nel quale sono condensati i 23 cromosomi, mentre la coda (flagello) possiede una struttura costituita da fibre molto sottili ed è fondamentale per gli spostamenti dello spermatozoo. Immessi in vagina all'atto dell'eiaculazione, solo l'1 per cento di essi riesce a risalire per intero le vie dell'apparato riproduttivo femminile nel tentativo di fondersi con l'ovulo, penetrando attraverso la parete.
Sostanze preparate sotto forma di creme, gel, schiume o capsule in grado di annientare gli spermatozoi. Gli spermicidi possono essere a base di alluminio, ossichinolina, esilresorcinolo, oleato di sodio e trovano impiego in qualità di contraccettivi e come agenti protettivi nei confronti di malattie sessualmente trasmissibili. Tali preparati vanno inseriti in profondità nella vagina prima del rapporto sessuale e lasciati in sede per almeno 4-5 ore dopo di esso. Per ottenere una vera azione anticoncezionale è bene associare gli spermicidi ad altri metodi (diaframma, spirale e preservativo). Non presentano controindicazioni né effetti collaterali, quindi non richiedono controlli medici né ricette.
Strumento in grado di separare un raggio di luce nelle varie frequenze o lunghezze d'onda in cui è composto, in modo da ottenere uno spettro visibile. è costituito da una fenditura regolabile, da un collimatore che organizza i raggi divergenti in fasci paralleli, da un prisma che li scompone e da un cannocchiale che forma le immagini che costituiscono lo spettro. In medicina viene utilizzato per alcuni esami di laboratorio. La tecnica impiegata dallo spettroscopio viene anche utilizzata, insieme alla risonanza magnetica nucleare (RMN), per la diagnostica del cervello, del fegato o dei polmoni.
Malformazione congenita della colonna vertebrale caratterizzata dall'incompleta saldatura delle vertebre, per cui si può verificare fuoriuscita del midollo spinale attraverso il canale osseo. Colpisce generalmente l'estremità inferiore della colonna, più raramente quella verso il cranio. Questa malformazione colpisce circa un bambino su 1.000 e può avere diversi livelli di gravità, a seconda dell'estensione della mancata chiusura. Nei casi più gravi, provoca paralisi e alterazioni della sensibilità degli arti inferiori e quando le vertebre sono completamente aperte è incompatibile con la vita. I diversi tipi di spina bifida devono essere trattati con interventi chirurgici, la cui urgenza dipende dalla gravità della situazione. La diagnosi di questa malformazione può avvenire prima della nascita, attraverso ecografia o amniocentesi, che segnala elevati livelli di alfafetoproteina.
Sporgenze dei margini dell'osso iliaco che insieme all'ischio e al pube costituiscono il bacino. Le spine iliache sono quattro: anterosuperiore, anteroinferiore, posterosuperiore e posteroinferiore. Tra le prime due è presente una concavità dell'osso nella quale passa il muscolo ileopsoas, costituito dal muscolo grande psoas e dal muscolo iliaco. Le spine posteriori sono invece separate da un'incisura poco profonda dell'osso. Le spine anterosuperiore e posterosuperiore sono unite dalla cosiddetta cresta iliaca.
Piccolo dispositivo, denominato anche IUD (acronimo dell'inglese Intra Uterine Device), inserito nell'utero e utilizzato come metodo contraccettivo. Costituito da un sottile filamento di metallo o plastica dalla forma a spirale, viene introdotto all'interno dell'utero nel corso di una visita ginecologica e periodicamente sostituito. L'azione della spirale è collegata a modeste modificazioni locali della mucosa uterina, capaci, insieme a variazioni funzionali delle tube, di disturbare il processo di fecondazione e di annidamento dell'uovo. Agisce, inoltre, provocando il rilascio da parte dell'utero di sostanze tossiche per gli spermatozoi. La sua efficacia e affidabilità aumentano in associazione con l'uso di spermicidi. Le infiammazioni dell'apparato genitale costituiscono una controindicazione all'applicazione della spirale, mentre la nulliparità, l'utero retroverso o precedente parto cesareo sono controindicazioni relative, da sottoporre caso per caso alla valutazione del ginecologo.
Batteri aerobici a forma di spirale allungata dotati di filamenti che consentono loro di muoversi. Comuni nelle acque e nei liquidi putridi le specie Spirillum undula e Spirillum volutans. Un'altra specie, lo Spirillum minus, è responsabile della cosiddetta febbre da morso di ratto.
Tecnica diagnostica che consente di valutare la funzionalità della respirazione in un soggetto. Viene effettuata tramite uno strumento detto spirometro, che è in grado di misurare sia il volume di aria che un soggetto introduce o fa uscire dai polmoni durante la respirazione, sia la velocità del passaggio dell'aria. Il principale parametro valutato è il volume espiratorio massimo al primo secondo (VEMS). è un esame che si esegue in modo semplice e indolore: il paziente deve respirare con la bocca attraverso un boccaglio monouso collegato allo spirometro. Al paziente, per una più completa valutazione dei parametri ventilatori, può essere richiesto di respirare con modalità particolari, per esempio cercando di svuotare molto rapidamente e completamente i polmoni durante l'espirazione. Lo spirometro è collegato a un computer che trasforma i dati in valori numerici e in immagini grafiche.
Farmaco diuretico che agisce impedendo l'attività dell'aldosterone sui tubuli renali. Lo spironolattone favorisce quindi l'eliminazione da parte dei reni del sodio e dell'acqua, ma evita un'eccessiva perdita di potassio. Trova impiego in caso di scompenso cardiaco, edemi e ipertensione mentre è controindicato in caso di ulcera peptica e insufficienza renale. Lo spironolattone può essere utilizzato anche in associazione con altri tipi di diuretici.
Asportazione chirurgica della milza. La splenectomia può essere eseguita a seguito di un trauma con rottura splenica per arrestare l'emorragia e nelle affezioni di natura ematologica o neoplastica. è inoltre praticata nella terapia di alcuni tipi di leucemie e talvolta per stabilire la gravità di certi linfomi (come il morbo di Hodgkin). Tale intervento può comportare nei bambini un aumento del rischio di sviluppare gravi infezioni e va quindi effettuato solo in caso di necessità.
Patologico aumento delle dimensioni della milza. è causata da patologie infettive, autoimmunitarie, infiltrative (benigne o maligne) oppure da malattie epatiche (per esempio cirrosi) o cardiache.
Il termine splenoressi indica la rottura della milza determinata da un trauma diretto o causata dalle complicanze di un intervento chirurgico. L'emorragia che ne consegue può risultare pericolosa e va risolta tramite asportazione chirurgica dell'organo (splenectomia).
Infiammazione di una o più vertebre. è caratterizzata da dolore localizzato al tronco, all'addome e agli arti per il coinvolgimento delle vie nervose presenti in sede. La forma tubercolare (morbo di Pott) colpisce i corpi vertebrali della colonna vertebrale e può dar luogo alla formazione di gobba e provocare compressione midollare. In alcuni casi tale condizione può essere caratterizzata da un ingrandimento delle vertebre e dalla formazione di escrescenze ossee su di esse (spondilite ipertrofica). Altri casi particolari sono costituiti dalla spondilite anchilosante e da quella deformante, caratterizzata dalla formazione di depositi ossei sulle vertebre con conseguente irrigidimento e deformazione della colonna vertebrale.