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Salute dalla A alla Z

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Scirroso

Termine utilizzato per descrivere forme tumorali caratterizzate da un indurimento dell'organo colpito (più spesso mammella e stomaco), a causa dell'eccessiva produzione di tessuto fibroso.

Scissure cerebrali

Solchi che delimitano i lobi dell'encefalo. Ciascun emisfero cerebrale presenta due scissure, dette di Rolando e di Silvio. La scissura di Silvio è localizzata tra lobo frontale e temporale, sulla faccia inferiore del cervello la scissura di Rolando invece si trova in posizione centrale e separa il lobo frontale da quello parietale. Una terza scissura, meno marcata, è presente tra lobo parietale e occipitale.

Scissure epatiche

Le scissure epatiche sono i solchi che percorrono la faccia inferiore del fegato, suddividendola in tre parti (due longitudinali e una trasversale). Il ramo trasversale è rappresentato dall'ilo del fegato, che accoglie la vena porta, l'arteria epatica e il dotto epatico. Il solco longitudinale destro è conosciuto anche come solco della colecisti mentre quello longitudinale sinistro delimita i due lobi del fegato ed è il punto in cui convergono la vena ombelicale e il dotto venoso di Aranzio.

Scissure polmonari

Solchi che delimitano i lobi dei polmoni. Quello sinistro ne presenta due, mentre quello destro tre, anche se talvolta possono essere presenti variazioni a questa disposizione. In generale quella di sinistra è obliqua e divide il polmone in due parti ben separabili anche la scissura del polmone destro è obliqua ma si divide in due diramazioni che circoscrivono il lobo intermedio.

Sclera

Membrana che ricopre l'occhio, mantenendo la forma del bulbo e proteggendo le strutture presenti all'interno. è costituita da tessuto fibroso trasparente e avvolge la parte anteriore del globo oculare, dal nervo ottico alla cornea.

Scleredema

Edema caratterizzato da una consistenza elastica, presente nel quadro clinico di numerose patologie quali enterite, polmonite e diabete: in quest'ultimo caso si presenta come un ispessimento della pelle di spalle e parte alta del dorso. è una lesione in genere benigna che si riassorbe in tempi più o meno rapidi, in relazione alla patologia che ne è alla base.

Sclerite

La sclerite è una patologia infiammatoria che interessa la sclera, secondaria spesso a cheratite, uveite o artrite reumatoide. è caratterizzata da fitte al bulbo oculare, tumefazione e rossore a livello della parte anteriore della sclera se non viene trattata può causare la perforazione del globo e danneggiare l'occhio in maniera irreparabile. La sclerite ha un decorso lungo ed è soggetta a frequenti recidive il trattamento prevede cortisonici sia per uso topico sia per via orale.

Sclerocheratite

Patologia infiammatoria localizzata che colpisce sclera e cornea le cause all'origine sono incerte e nelle forme particolarmente gravi può degenerare in fibrosi. Si manifesta con fotofobia e irritazione dell'occhio ma senza lacrimazione o secrezioni il decorso è lungo (mesi o perfino anni) e non esistono trattamenti specifici.

Sclerocoroidite

Patologia infiammatoria dell'occhio che colpisce sclera e coroide. L'interessamento della sclera anteriore dà origine a uno stafiloma, mentre quando è coinvolta la parte posteriore si parla di miopia progressiva.

Sclerodermia

Indurimento localizzato o generalizzato della cute che si osserva nella sclerosi sistemica progressiva. Può manifestarsi in diverse forme: anulare, circoscritta (morfea), diffusa, lineare, generalizzata.

Scleromalacia

Alterazione della sclera, il cui tessuto va incontro a degenerazione e conseguente formazione di lesioni. In genere la patologia è associata ad artrite reumatoide e viene trattata chirurgicamente, innestando nella lesione un segmento di tessuto. L'evoluzione è in genere sfavorevole.

Sclerosanti

Sostanza che, se iniettata in una vena, produce un'infiammazione con successiva fibrosi e ostruzione del lume. Gli sclerosanti vengono usati per il trattamento delle vene varicose.

Sclerosi

Indurimento del tessuto connettivo interstiziale conseguente a un danno parenchimale. Se riferito al sistema nervoso centrale, il termine indica qualsiasi processo degenerativo o demielinizzante della sostanza bianca con conseguente gliosi (per esempio, sclerosi multipla).

Sclerosi multipla

Nota anche sclerosi a placche, è una malattia cronica del sistema nervoso centrale caratterizzata da tipiche lesioni della sostanza bianca (placche). L'origine è sconosciuta, ma si ipotizza un'origine autoimmune, con un'interazione tra fattori genetici, immunologici e infettivi. Il più comune sintomo di presentazione è un'atassia o una perdita di forza unilaterale, spesso accompagnata da una cefalea severa e prolungata. Altre manifestazioni precoci comuni sono diplopia (sdoppiamento della visione degli oggetti), annebbiamento della visione e talvolta perdita improvvisa del visus (cecità) secondaria a una neurite ottica. Sono comuni parestesie delle estremità e del viso. La malattia presenta lunghi periodi di remissione nella maggior parte dei casi, anche se tende a un progressivo peggioramento. La terapia è di sostegno, anche se gli steroidi possono favorire il recupero dopo un attacco acuto.

Sclerosi ossea

Ispessimento dell'osso articolare quando resta scoperto, generalmente in seguito a una malattia degenerativa della cartilagine. Con il tempo l'osso diventa duro e assume un aspetto lucido.

Sclerosi sistemica progressiva

Malattia infiammatoria generalizzata in cui l'espressione fondamentale è l'eccessiva produzione di collagene con fibrosi. L'eziologia è probabilmente autoimmunitaria. La sclerosi sistemica può essere localizzata oppure diffusa, ma si può presentare in associazione con le altre malattie del tessuto connettivo. Inizialmente, la malattia si presenta con edema bilaterale degli arti che con il tempo si trasforma in sclerosi cutanea. Sono presenti anche artralgia, miosite, miocardiopatia, fibrosi polmonare con ipertensione polmonare, difficoltà nel mangiare (disfagia) e malassorbimento. Il trattamento consiste in immunosoppressori, cortisonici e terapia di supporto a seconda degli apparati interessati.

Sclerosi tuberosa

Malattia genetica con ereditarietà di tipo autosomico-dominante che interessa diversi organi (in particolare cervello, reni, cuore, retina e polmoni) è caratterizzata da epilessia, paresi di grado variabile degli arti, atassia cerebellare, eventuale ritardo mentale e, tipicamente, adenomi sebacei disposti simmetricamente a livello del viso. Possono essere presenti tumori renali, cardiaci, gastrici, pancreatici o surrenalici, fibrosi polmonare, calcificazioni intracraniche, difetti a carico degli annessi cutanei. Non esiste una terapia specifica.

Scleroterapia

Procedura terapeutica utilizzata nel trattamento delle teleangectasie e delle vene varicose di piccolo calibro, quando non è necessario un intervento chirurgico. Prevede l'iniezione di un farmaco in grado di indurre una sorta di flebite chimica che atrofizza la vena le iniezioni possono anche essere numerose, in relazione all'estensione della zona da trattare, e vengono eseguite a distanza di giorni.

Scoliosi

Curvatura laterale della colonna associata a una deformità dei corpi vertebrali. La deformità si situa nei tre piani dello spazio (frontale, sagittale e trasversale) e con la progressione produce la caratteristica protrusione asimmetrica della gabbia toracica (gibbo). La scoliosi idiopatica può esordire nella prima o nella seconda infanzia, ma l'età di esordio più frequente è quella dell'adolescenza. Spesso la forma idiopatica è familiare e interessa prevalentemente le femmine nei casi più gravi tende alla progressione anche dopo il termine della pubertà. Altre forme di scoliosi sono: la scoliosi posturale, causata da scorrette abitudini nella postura la scoliosi funzionale, solitamente causata da una discrepanza della lunghezza degli arti inferiori la scoliosi neuromuscolare, causata dallo squilibrio muscolare e caratterizzata di solito da una grande curva a C. Il trattamento della scoliosi idiopatica consiste nella sola osservazione per le curve inferiori ai 25-30°, mentre per le curve superiori ai 25-30° è indicato l'uso di un corsetto o, nei casi più gravi, il trattamento chirurgico con fissazione interna dei segmenti interessati.

Scolo postnasale

Conosciuto anche con l'acronimo PND (dall'inglese Post-Nasal Drip), è una condizione caratterizzata dal deflusso delle secrezioni nasali verso la gola. Fa parte del quadro della sinusite cronica ed è spesso responsabile di tosse in assenza di patologie broncopolmonari. Lo scolo postnasale viene trattato con irrigazioni, suffumigi o aerosol talvolta può essere opportuna la somministrazione di antibiotici, ma sempre dietro consiglio del medico.