Sinonimo di anafilassi
Shock cardiogeno,"Shock causato da una disfunzione miocardica, in particolare da infarto del miocardio.
Shock che si verifica per contatto con materiali conduttori di tensione (folgorazione), per scarica di elettricità atmosferica (fulmine) o per il calore prodotto dall'arco elettrico (ustione). I sintomi sono caratterizzati da ustioni nei punti di entrata e di uscita della corrente, arresto cardiaco, sincope, apnea e mioclonie o tetania muscolare.
Stato di ridotta perfusione sanguigna degli organi o dei tessuti conseguente alla perdita di volume ematico circolante effettivo. Oltre che da emorragie, tale perdita può derivare da ustioni, peritonite, sepsi, diarrea e da tutte quelle condizioni che provocano perdita massiva di liquidi.
Shock che deriva da un'eccessiva vasodilatazione dovuta ad aumento dell'attività del sistema nervoso simpatico.
Shock causato da un'infezione grave, di solito associato al rilascio nel sangue di endotossine da parte di batteri Gram-negativi. L'endotossiemia determina un danno circolatorio che si traduce in un danno d'organo generalizzato.
Termine inglese dal significato di ""deviazione"", con il quale si indica un'anomala comunicazione che invia il sangue in un distretto diverso da quello cui sarebbe destinato. Può essere naturale, e quindi dipendere da una malformazione congenita, oppure creato chirurgicamente: nella prima tipologia rientrano le comunicazioni settali in conseguenza delle quali il sangue passa da una parte all'altra del cuore attraverso la via anomala, oppure gli shunt arterovenosi in cui il sangue proveniente da un'arteria si getta in una vena senza passare per i capillari. Esempi di deviazioni realizzate artificialmente a scopo terapeutico sono invece lo shunt arterovenoso, che permette di realizzare la dialisi collegando il paziente all'apposita apparecchiatura, e lo shunt portocavale, che raccorda la vena porta alla vena cava in pazienti cirrotici con ipertensione portale.
Espressione inglese (letteralmente ""sindrome dell’edificio ammalato"") con cui si indica il riscontro di sintomi quali irritazione delle vie aeree, stanchezza cronica, torpore mentale, cefalea, depressione e irritabilità in un gruppo di persone che trascorrono molte ore al giorno in un determinato edificio. Per spiegare il fenomeno sono stati chiamati in causa vari fattori, tra cui infestazioni da acari, presenza di batteri o muffe sulle pareti, aumento della concentrazione di anidride carbonica o prevalenza di un determinato profilo psicologico tra i soggetti colpiti, ma finora le ricerche non sono approdate ad alcuna conclusione certa.
Infiammazione dei follicoli piliferi che colpisce in particolar modo la barba e i baffi per azione di batteri (Staphylococcus) o funghi microscopici (Trichophyton). Alla base dei peli colpiti si formano pustole e noduli infiammati con tendenza a confluire, per disseminazione dell'infezione favorita dal grattamento (in particolare dall'uso del rasoio). Si formano così ampie placche dolenti ricoperte di croste giallastre che guarendo possono lasciare aree di alopecia anche piuttosto estese. La cura consiste nell'impiego di antibiotici o antimicotici, a seconda dell'agente patogeno in causa.
Concentrazione del ferro nel sangue. Riflette l'introito di ferro nel breve periodo ed è diminuita in caso di scarsa assunzione o scarso assorbimento di ferro, come nell'anemia sideropenica. Tende a essere diminuita anche nelle infezioni croniche.
Carenza di ferro nell'organismo imputabile a uno squilibrio tra introito giornaliero e fabbisogno di questo elemento, che aumenta in soggetti colpiti da emorragie massive e nelle donne in età fertile con mestruazioni abbondanti o in gravidanza. Può sfociare nell'anemia sideropenica, alla quale nei casi più gravi si accompagnano infiammazioni della lingua, del cavo orale e dell'esofago. La terapia consiste nella somministrazione di supplementi di ferro.
Forma di pneumoconiosi benigna che colpisce individui esposti per motivi professionali a polveri o fumi di ferro metallico, ossido di ferro, leghe di argento o di stagno. Essendo biologicamente inerti, tali polveri non danno luogo ad alterazioni della funzionalità polmonare e provocano una sintomatologia riconducibile all'irritazione bronchiale, in particolare tosse ed espettorato rugginoso. L'esame radiologico del torace rivela la presenza di piccole opacità dense. Il termine può indicare anche l'accumulo di ferro nei tessuti, dovuta a distruzione dei globuli rossi (come nell'emosiderosi) o per aumentato assorbimento da parte della mucosa intestinale (emocromatosi).
Procedura diagnostica che si avvale di diverse tecniche per individuare nel siero del paziente eventuali anticorpi diretti contro un determinato antigene. Dalla quantità e dal tipo di anticorpi riscontrati spesso è possibile dedurre se la loro presenza nel sangue circolante è riconducibile a una malattia infettiva in atto oppure pregressa.
Branca della medicina che studia le proprietà del siero di sangue con particolare riguardo alle reazioni tra antigene e anticorpo. Molti esami di laboratorio di comune esecuzione sono in realtà delle sierodiagnosi, per la loro capacità di evidenziare la presenza di un anticorpo diretto contro un agente infettante: tra gli esempi più noti si annoverano il rubeotest per la ricerca di anticorpi antirosolia, il toxotest per gli anticorpi antitoxoplasmosi e i cosiddetti ""marker dell'epatite"". Oltre a essere utili a fini diagnostici, le tecniche sierologiche per la loro elevata specificità trovano impiego nella classificazione di vari microrganismi e nella misurazione di sostanze presenti nei liquidi biologici, quali ormoni e vitamine.
Positività per anticorpi o altri marker immunologici come risultato di una precedente o attuale immunizzazione dopo esposizione dell'organismo a malattie cliniche, infezioni subcliniche o vaccinazione. Nel linguaggio corrente, condizione che indica la presenza di anticorpi diretti contro l'HIV, il virus che provoca l'AIDS.
Processo infiammatorio a carico di una membrana sierosa (per esempio pleura, pericardio, peritoneo, membrane sinoviali, borse tendinee). Che sia dovuta a un'infezione, una malattia autoimmunitaria, una neoplasia o un trauma, è sempre caratterizzata da un versamento del liquido normalmente prodotto da queste membrane a scopo protettivo e lubrificante. Spesso il quadro patologico è complicato dalla formazione di aderenze conseguenti al riassorbimento del liquido in eccesso.
Somministrazione intramuscolare di siero immune di origine animale, contenente anticorpi specifici in grado di bloccare l'azione di un agente infettivo, una tossina o un veleno. Tale terapia, che conferisce un'immunità immediata ma di breve durata (non superiore ai venti giorni), trova impiego soprattutto in caso di avvelenamento da morso di serpenti, ragni o scorpioni, botulismo, tetano e difterite tuttavia, laddove possibile si preferisce somministrare immunoglobuline umane specifiche per prevenire ogni rischio di shock anafilattico.
Nota anche come lue, è un'infezione batterica dovuta alla spirocheta Treponema pallidum, di solito in seguito a contatti sessuali con un partner infetto, molto più raramente per trasmissione materno-fetale. La malattia, dopo un breve periodo di incubazione, si manifesta nella sede del contagio (di solito i genitali) con un un'ulcera indolente (sifilide primaria). Se non trattata, la malattia prosegue, dopo circa due mesi, con la fase secondaria durante la quale il treponema si diffonde in tutto l'organismo e che è caratterizzata da un'eruzione cutanea caratteristica, di colore rosso rame. La fase tardiva, a distanza di diversi anni dalla fase primaria, consiste nell'interessamento cardiaco, osseo e neurologico (tabe luetica). La sifilide congenita è caratterizzata da una serie di lesioni ossee e cutanee caratteristiche. La terapia è antibiotica.
Lesione cutanea tipica della sifilide al primo stadio, che compare nella sede di penetrazione del Treponema pallidum in media 2-3 settimane dopo il contagio. Si presenta come un nodulo di colore rosso cupo che in breve evolve in una piccola ulcera né dolente né sanguinante, con una base dura. Nonostante si manifesti perlopiù su prepuzio e vulva, può interessare anche altre sedi, per esempio cervice uterina, regione anorettale, mucosa orale e labiale, dita. La lesione, solo di rado accompagnata da tumefazione dei linfonodi locali, in genere regredisce spontaneamente nel giro di 6-8 settimane senza lasciare cicatrici.
Tratto dell'intestino crasso compreso tra il colon discendente e il retto, dai quali non è nettamente distinguibile. Deve il nome all'andamento sinuoso che lo caratterizza, simile a quello della lettera S (sigma in greco). Fissato alla parete addominale posteriore dal mesocolon, struttura di sostegno che trae origine dal peritoneo, conserva ciononostante una certa mobilità. Contrae rapporti con vescica e utero e la sua parete, come peraltro quella del colon, è formata da tre tuniche: dall'interno all'esterno, mucosa, muscolare e sierosa. Tra le malattie che colpiscono questo segmento intestinale, le principali sono malattie infiammatorie acute e croniche, diverticoli, polipi benigni e tumori maligni.
Processo infiammatorio acuto o cronico che colpisce il sigma, in particolare a livello della sua giunzione con il retto. Nella maggior parte dei casi è associata a diverticolite e rettocolite ulcerosa, ma talvolta si instaura anche come sequela di una radioterapia mirata agli organi del bacino. Si manifesta con irregolarità dell'alvo (stitichezza o diarrea), emorragia rettale, dolore persistente o di tipo colico, in genere localizzato alla fossa iliaca sinistra. La terapia si basa sulla somministrazione di antispastici associata a misure dietetiche.