Batteri anaerobi di tipo Gram-positivo responsabili della produzione di acido lattico. Alcune specie sono presenti all'interno del cavo orale, nell'intestino e nella vagina, dove contribuiscono a mantenere il pH acido oltre a proteggere dalla proliferazione di germi patogeni.
Zucchero disaccaride costituito una molecola di glucosio e da una di galattosio, presente nel latte dei mammiferi. La sua produzione è regolata da specifici ormoni e la sintesi avviene nella ghiandola mammaria. Alcuni individui possono manifestare una intolleranza al lattosio dovuta alla carenza di enzima lattasi, che in condizioni normali consente all'intestino di scindere, e quindi di digerire, tale zucchero. L'intolleranza si manifesta con disturbi gastrointestinali che compaiono dopo l'ingestione di latte o latticini, quali gonfiore, crampi addominali e flatulenza. è una patologia ereditaria ma può talvolta essere secondaria ad altre malattie che comportano alterazioni della parete dell'intestino, per esempio la fibrosi cistica e la colite ulcerosa. La diagnosi si effettua misurando la percentuale di idrogeno nell'aria espirata dopo l'ingestione di 50 g di lattosio.
Acronimo di Lymphoadenopathy Associated Virus, il nome con cui i ricercatori francesi ""battezzarono"", al momento della scoperta, il virus responsabile dell'AIDS. Tale virus oggi è identificato dalla sigla HIV (Human Immunodeficiency Virus).
Patologia infettiva cronica presente nelle aree tropicali e subtropicali causata da Mycobacterium leprae, un batterio la cui incubazione nell'organismo varia dai 3 ai 5 anni. Nelle fasi iniziali colpisce cute e nervi, quindi si estende alle mucose, agli occhi, ai visceri, alle ossa e ai testicoli. L'esordio è graduale ed è caratterizzato da dolori e disturbi della sensibilità, cui fanno seguito lesioni e alterazioni cutanee e nervose (polinevrite con cordoni nervosi palpabili) che sfociano nella iposensibilità e anestesia totale. La lebbra viene diagnosticata mediante biopsia cutanea e il trattamento prevede la somministrazione di dapsone oppure chemioterapia con rifampicina e clofazimina in caso di resistenza ai sulfamidici.
Detta anche fosfatidilcolina, è una componente essenziale delle membrane cellulari. La lecitina di soia, estratta dalla pianta omonima, è stata utilizzata come integratore alimentare in quanto sembrerebbe essere utile nel migliorare l'assetto lipidico del sangue, anche se la sua utilità è limitata e non può essere l'unico trattamento per i pazienti con dislipidemie.
Fascia, estensione o ispessimento locale di tessuto connettivo fibroso le cui fibre sono disposte in grossi fasci può essere all'interno di una capsula articolare o all'esterno, unendo due o più ossa di un'articolazione, con la funzione di rinforzare l'articolazione e limitarne i movimenti.
Tumore benigno che colpisce le cellule del tessuto muscolare liscio. L'accrescimento è lento e può essere associato alla produzione di grandi quantità di collagene. Colpisce più spesso l'utero e in questo caso prende il nome di fibromioma o miofibroma. La terapia è l'asportazione chirurgica.
Insieme di patologie infettive provocate da protozoi del genere Leishmania. Si distinguono diverse patologie, caratterizzate da necrosi dei tessuti cutanei o delle cellule endoteliali. Quest'ultima prende il nome di kala-azar e si trasmette attraverso la puntura di insetti. Il trattamento di tutte le forme richiede la somministrazione di antimonio e diamidine.
Conosciuta anche come IOL (dall'inglese IntraOcular Lens), è una lente di piccole dimensioni la cui superficie può essere convessa, concava oppure biconvessa. è dotata inoltre di una serie di ganci flessibili che ne consentono il fissaggio all'interno dell'occhio in presenza di afachia (assenza del cristallino) o in seguito a un'intervento di asportazione della cataratta.
Lenti sottili di piccole dimensioni che, applicate direttamente sulla cornea, consentono di correggere difetti di rifrazione (per esempio la miopia) in alternativa agli occhiali. L'adesione all'occhio è garantita dal film lacrimale e dalla convessità del bulbo, grazie ai quali la lente si comporta come una sorta di ventosa. Sono disponibili vari tipi di lenti, morbide, rigide o gas-permeabili attualmente quelle di maggiore impiego sono le morbide, realizzate con idrogeli acrilici: in presenza di acqua, questo materiale diventa estremamente morbido e flessibile, garantendo un miglior adattamento alla superficie dell'occhio e di conseguenza una migliore tollerabilità. In generale comunque ciascun tipo di lente presenta caratteristiche particolari e la capacità di adattamento dell'occhio può variare da soggetto a soggetto, indipendentemente dal materiale di cui è costituita.
Alterazione del viso caratterizzata da ipertrofia delle parti molli e delle ossa di cranio e faccia. La struttura del volto dei pazienti affetti da leontiasi ricorda quella di un leone, da cui il nome della patologia.
Patologia cutanea che si manifesta a carico dei peli ascellari, che appaiono rugosi o nodosi a causa della presenza di ceppi batteri o funghi. La sudorazione locale può apparire di colore rosso.
Malattia causata da microrganismi appartenenti al genere Leptospira della famiglia delle spirochete, trasmessi all'uomo da animali infestati (soprattutto cani e topi), che eliminando il parassita abbondantemente con le urine contaminando le acque. Colpiti sono soprattutto i soggetti che per lavoro (contadini, chi opera nella bonifica dei terreni) o per piacere (bagnanti, pescatori) vengono a contatto, attraverso lesioni cutanee anche minime, con acque infette. La malattia può essere asintomatica, manifestarsi con disturbi generalizzati (dolore articolare e muscolare, febbre, mal di testa), oppure interessare particolari organi bersaglio (rene, fegato, meningi). L'esito in genere è favorevole, ma può anche portare a morte se il danno a organi importanti, quali sono il rene e il fegato, o le manifestazioni emorragiche sono imponenti. Le leptospire sono sensibili a penicillina e tetracicline.
Danno anatomico o funzionale a carico di un organo. Le lesioni possono essere visibili (è il caso delle ferite sulla superficie del corpo) oppure non direttamente osservabili, in quanto compromettono funzioni o organi interni. Le lesioni vengono classificate in base alla natura dell'agente lesivo (fisica, chimica, termica), all'estensione (totale o parziale), alla struttura interessata (nervosa, vascolare, cutanea, cellulare) e all'aspetto.
Termine generale per indicare qualunque danno cerebrale acquisito in seguito a trauma diretto o indiretto. In una lesione cerebrale vi è una contusione o lacerazione della sostanza cerebrale in corrispondenza del punto d'impatto sul cranio. La lesione inoltre può essere aperta o chiusa. I sintomi sono quelli derivanti dal danno neurologico, potendo variare da una semplice sindrome commotiva (stato confusionale, cefalea) fino al coma e alla morte.
Detta anche sonnolenza, particolare condizione caratterizzata da assenza o minima capacità di reazione agli stimoli e importante rallentamento delle funzioni psichiche. Il paziente affetto da letargia presenta rilassamento del tono muscolare, ritmo respiratorio e cardiaco rallentati e tende ad addormentarsi in qualsiasi situazione. Le cause scatenanti possono essere diverse, per esempio patologie del sistema nervoso che interessano il tronco encefalico oppure forme di depressione alcuni microrganismi del genere Tripanosoma infine sono responsabili della cosiddetta malattia del sonno.
Tumore del sangue che colpisce il tessuto di produzione dei globuli bianchi (leucociti) della serie dei linfociti. Si distinguono una forma acuta (leucemia linfoblastica acuta o LLA) e una forma cronica (leucemia linfatica cronica o LLC). La leucemia acuta, se non trattata, può evolvere rapidamente nel giro di qualche mese, mentre quella cronica può persistere per anni con pochi sintomi. La malattia riduce la produzione da parte del midollo osseo delle normali cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e provoca l'invasione da parte delle cellule tumorali di molti organi, per esempio fegato, milza e meningi, con alterazioni delle relative funzioni. Talvolta le forme croniche possono trasformarsi in forme acute. Non è stata identificata una causa precisa, anche se probabilmente è necessario il concorso contemporaneo di fattori predisponenti di tipo ereditario e di fattori ambientali. Tra questi ultimi sono noti gli effetti dell'esposizione a radiazioni ionizzanti o a sostanze chimiche come il benzene. Anche alcuni virus sono stati correlati con particolari tipi di leucemia, mentre ancora controversa risulta l'azione dei campi elettromagnetici, il cui effetto nel favorire le leucemie non è stato dimostrato. I sintomi della LLA insorgono improvvisamente: pallore, febbre e infezioni recidivanti, elevata tendenza al sanguinamento con petecchie ed ematomi. Colpisce più spesso i bambini, con un picco di incidenza tra i 3 e i 5 anni, ma può colpire anche gli adulti. Nelle leucemie croniche spesso la diagnosi viene effettuata in seguito a esami eseguiti per altri motivi. Talora i pazienti lamentano stanchezza, perdita di peso e facilità alle infezioni. Il sospetto diagnostico viene posto sulla base dei segni clinici e/o di un esame del sangue alterato, con forte aumento dei globuli bianchi nelle forme croniche oppure con comparsa in circolo di globuli bianchi immaturi (blasti) in quelle acute. Indagini complesse, come l'esame del midollo osseo e ricerche di citogenetica, sono necessarie per definire esattamente il tipo di leucemia e valutarne lo stadio evolutivo. Il trattamento richiede cicli di chemioterapia, terapia di supporto ed eventualmente trapianto di midollo osseo. I risultati terapeutici sono molto migliorati negli ultimi anni con un discreto numero di guarigioni totali, in particolare a carico della LLA.
Tumore del sangue che colpisce il tessuto di produzione dei globuli bianchi (leucociti) della serie dei granulociti. Si distinguono una forma acuta (leucemia mieloblastica acuta o LMA) e una forma cronica (leucemia mieloide cronica o LMC). Le leucemie acute, se non trattate, possono evolvere rapidamente nel giro di qualche mese, mentre quelle croniche possono persistere per anni con pochi sintomi. La malattia provoca la riduzione della produzione da parte del midollo osseo delle normali cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e l'invasione da parte delle cellule tumorali di molti organi, per esempio fegato, milza e meningi, con alterazioni delle relative funzioni. Talvolta le forme croniche possono trasformarsi in acute. Non è stata identificata una causa precisa. Probabilmente è necessario il concorso di fattori predisponenti di tipo ereditario e di fattori ambientali. Tra questi ultimi sono noti gli effetti dell'esposizione a radiazioni ionizzanti o a sostanze chimiche come il benzene. Anche alcuni virus sono stati correlati con particolari tipi di leucemia, mentre ancora controversa risulta l'azione dei campi elettromagnetici, il cui effetto nel favorire le leucemie non è stato dimostrato. I soggetti affetti da sindrome di Down inoltre sono maggiormente predisposti alla leucemia mieloide. La LMA può esordire a tutte le età, talora dopo esposizione a radiazioni o come secondo tumore dopo una chemioterapia antineoplastica, con pallore, febbre e infezioni recidivanti, elevata tendenza al sanguinamento con petecchie ed ematomi. Il sospetto diagnostico viene posto sulla base dei segni clinici e/o di un esame del sangue alterato, con forte aumento dei globuli bianchi nella forma cronica oppure con comparsa in circolo di globuli bianchi immaturi (blasti) in quella acuta. Indagini complesse, come l'esame del midollo osseo e ricerche di citogenetica, sono necessarie per tipizzare esattamente il tipo di leucemia e valutarne lo stadio evolutivo. Il trattamento è molto complesso e viene condotto in centri altamente specializzati. Richiede cicli di chemioterapia, terapia di supporto e trapianto di midollo osseo.
Neoplasie maligne molto frequenti nell'infanzia dovute alla trasformazione tumorale di cellule staminali ematopoietiche, ovvero le cellule del midollo osseo che hanno la funzione di generare le cellule del sangue. Le leucemie si definiscono linfoblastiche (o linfoidi) se derivano dalle cellule staminali che originano i linfociti, mieloblastiche (o mieloidi) negli altri casi. La più frequente leucemia dell'infanzia è la leucemia acuta linfoblastica, che rappresenta più del 70 per cento dei casi di leucemia. I sintomi all'esordio consistono in astenia, emorragie e febbre. Il decorso è progressivo e la prognosi, almeno in passato era infausta. Tuttavia, gli enormi progressi della chemioterapia e della radioterapia hanno rovesciato quasi del tutto la prognosi di questa grave malattia e attualmente molti pazienti entrano in remissione stabile ed eventualmente guariscono dalla malattia. Altre forme di leucemia del bambino sono in ordine di frequenza la leucemia mieloblastica acuta, che ha una prognosi un poco peggiore della linfoblastica, la leucemia mieloblastica cronica e la leucemia congenita. Nell'adulto sono più frequenti le forme mieloblastiche e certi aspetti clinici e diagnostici sono differenti, con una prognosi complessivamente meno favorevole che nel bambino.
Cellule nucleate del sangue note anche come globuli bianchi. I leucociti sono classificati in linfociti, monociti, e granulociti (ulteriormente suddivisi in neutrofili, eosinofili e basofili), che hanno funzioni diverse tra loro. In generale, i leucociti sono responsabili dell'immunità e quindi della difesa nei confronti delle infezioni.