Cardiopatia congenita caratterizzata dalla presenza di un foro nel setto interatriale. I due atri risultano così comunicanti, per cui una quantità di sangue più o meno piccola passa dall'atrio sinistro al destro (che è sottoposto quindi a una maggiore pressione). In genere, la patologia rimane asintomatica durante l'infanzia e si manifesta in età adulta i difetti di piccole dimensioni possono guarire spontaneamente mentre negli altri casi occorre un intervento di cardiochirurgia, che risolve la situazione nella quasi totalità dei pazienti.
Cardiopatia congenita caratterizzata dalla presenza di un'apertura di dimensioni variabili nel setto interventricolare (la membrana che divide i due ventricoli). Tale difetto fa sì che una certa quantità di sangue arterioso passi dal ventricolo sinistro a quello destro, che contiene invece sangue venoso diretto all'arteria polmonare. Un difetto di lieve entità si manifesta con soffio cardiaco, ma non compromette la funzionalità del cuore e tende a chiudersi spontaneamente. Quelli più grossi invece sono responsabili di ipertensione polmonare e causano insufficienza cardiaca che si manifesta già nei primi anni di vita e rende obbligatorio l'intervento chirurgico.
Processo fisiologico grazie al quale cellule originariamente simili assumono progressivamente caratteristiche diverse. è un meccanismo fondamentale per la crescita degli organismi complessi, a partire dallo sviluppo embrionale, quando le cellule staminali si differenziano per dare vita ai vari tessuti e organi.
Antinfiammatorio non steroideo utilizzato nel trattamento delle patologie infiammatorie associate a dolore. Non deve essere somministrato a donne in gravidanza e in presenza di problemi gastrici o insufficienza renale.
Malattia infettiva causata dal batterio Corynebacterium diphteriae, che colpisce prevalentemente le vie respiratorie superiori ma che può diffondersi anche in altre regioni provocando complicazioni a livello del cuore, del rene o dei muscoli. In Italia questa patologia è stata debellata grazie alla vaccinazione obbligatoria.
Sottile foglio di plastica che il chirurgo odontoiatra utilizza per impedire il contatto tra denti e saliva. Anche in chirurgia generale si ricorre a volte a dispositivi di questo tipo, per esempio quando occorre separare organi o strutture.
Insieme degli organi deputati all'assunzione, digestione e assimilazione degli alimenti. Tali organi, che costituiscono un canale lungo una decina di metri, sono nell'ordine: la bocca, la faringe, l'esofago, lo stomaco e l'intestino. All'apparato digerente sono annesse numerose ghiandole alcune, come quelle salivari, sono situate nelle pareti stesse dei vari organi, altre, come fegato e pancreas, sono extraparietali. La maggior parte del tubo digerente è avvolto da una membrana sierosa che, nella porzione situata sotto il diaframma, è rappresentata dal peritoneo, che riveste sia le pareti della cavità addominale (peritoneo parietale) sia gli organi in essa contenuti (peritoneo viscerale), rappresentando un mezzo di fissazione dei visceri interni.
Insieme delle trasformazioni fisico-chimiche e dei processi fisiologici grazie ai quali le sostanze nutrienti presenti nei cibi (carboidrati, proteine, sali minerali, lipidi e altro) vengono scomposte e assorbite dall'organismo a livello intestinale. Il processo digestivo comincia all'interno della bocca, dove gli alimenti vengono sminuzzati con la masticazione e fluidificati dalla secrezione salivare, dando origine al cosiddetto bolo. Il liquido salivare contiene inoltre l'enzima ptialina, che permette la scissione dell'amido in zuccheri più semplici. Grazie a movimenti coordinati della lingua, della faringe e dell'esofago, il bolo viene quindi deglutito e raggiunge lo stomaco. Qui, grazie all'azione degli enzimi digestivi presenti nel succo gastrico (in particolare la pepsina, che scinde le proteine) si verifica una seconda fase che trasforma il bolo in chimo. A questo punto, attraverso il piloro avviene il passaggio nell'intestino, dove si riversano i secreti del fegato (bile) e pancreas (succo pancreatico) che completano il processo e ""digeriscono"" le sostanze più complesse: proteine, carboidrati e grassi. Le sostanze nutrienti vengono infine assorbite a livello di strutture anatomiche presenti lungo la parete dell'intestino tenue, dette villi intestinali. Ciò che resta del contenuto alimentare (chilo) viene quindi spinto nell'intestino crasso e da qui al retto dove, dopo trasformazione in materiale fecale, verrà espulso attraverso l'ano. Nel complesso, il processo digestivo può richiedere dalle tre alle sei ore per completarsi, in relazione al tipo di alimento e alla sua modalità di preparazione.
Farmaci impiegati nel trattamento dello scompenso cardiaco. Originariamente erano estratti dalla pianta Digitalis purpurea, mentre oggi sono prodotti in laboratorio per sintesi chimica. Questi farmaci aumentano la capacità di contrazione delle fibre cardiache e rallentano la conduzione dello stimolo elettrico tra gli atri e i ventricoli. Molto usati in passato, attualmente il loro impiego è stato in parte ridimensionato a causa dei rischi che presentano: in caso di sovradosaggio possono infatti scatenare pericolose aritmie o causare nausea, vomito, diarrea e disturbi visivi (alterazione della percezione dei colori). Per questo motivo è fondamentale che l'assunzione avvenga sotto stretto controllo medico e rispettando attentamente il dosaggio indicato.
Primo tratto dell'intestino tenue, posto subito dopo il duodeno. è lungo circa due metri e in esso si riversano gli enzimi digestivi secreti dalle ghiandole esocrine, che completano la digestione del chimo le sue pareti sono inoltre tappezzate dai villi intestinali, grazie ai quali avviene l'assorbimento dei vari nutrienti.
Farmaco digitalico estratto dalla pianta Digitalis lanata. è attualmente il digitalico di maggiore impiego, in quanto è caratterizzato da azione più rapida e minori effetti collaterali.
Tecnica chirurgica cui si ricorre in caso di restringimento dell'ano dovuto a contrazioni della muscolatura locale o a processi infiammatori. Prevede l'introduzione di un dilatatore grazie al quale è possibile allargare l'apertura del canale anale.
Tecnica chirurgica che consente l'allargamento del canale dell'uretra attraverso l'introduzione di uno strumento detto dilatatore. Viene effettuata in caso di restringimento dell'uretra, dovuto per esempio a infiammazione.
Farmaco della famiglia dei calcioantagonisti, agisce come vasodilatatore delle arterie, comprese quelle coronariche. Viene quindi utilizzato nella terapia della tachicardia atriale e dell'angina pectoris.
Processo nel quale il soggetto va incontro a una consistente perdita di peso, che può essere volontaria, in seguito all'attuazione di una dieta dimagrante oppure patologica. Il dimagrimento può infatti far parte del quadro clinico dell'ipertiroidismo, del diabete, di alcune forme tumorali e di malattie a carico dell'apparato digerente (per esempio malassorbimento). è inoltre il sintomo più evidente dell'anoressia nervosa.
Farmaco in grado di combattere nausea, vomito e vertigini (antiemetico) somministrato in caso di mal d'auto, mal di mare, o altre cinetosi. Ha un effetto sedativo sul sistema nervoso centrale e agisce come antistaminico deve essere assunto almeno trenta minuti prima del viaggio e la durata dell'azione non supera le 4-6 ore. Può dare sonnolenza e sono possibili gravi interazioni in presenza altri farmaci sedativi.
Farmaco capace di facilitare l'eliminazione dei gas nel tratto gastrointestinale (antimeteorico). Viene somministrato in caso di aerofagia, flatulenza, gastrite, meteorismo e dispepsia.
Farmaco che favorisce la microcircolazione a livello delle vene, aumentando il tono venoso e riducendo l'eccessiva permeabilità dei vasi capillari. Viene utilizzato nella terapia antivaricosa, in presenza di pesantezza degli arti inferiori, fragilità capillare, eczemi e flebiti, ma anche nel trattamento delle emorroidi.
Unità di misura impiegata per definire il potere di rifrazione di una lente, espressa in metri e pari al reciproco della distanza tra il centro ottico della lente e il fuoco (distanza focale). Una lente ha la potenza di una diottria quando ha il fuoco a un metro di distanza. In ambito oculistico il termine si applica alle lenti correttive e quantifica il difetto visivo di cui soffre il paziente. Una diottria viene suddivisa in quarti, per cui il valore minimo su cui intervenire è 0,25 mentre non è quantificabile un valore massimo (alcuni soggetti infatti possono avere una miopia di oltre 20 diottrie).
Fenomeno per cui il benessere psicofisico di una persona dipende dall'assunzione di una sostanza, come per esempio un farmaco (farmacodipendenza) o uno stupefacente (tossicodipendenza). L'interruzione dell'assunzione di tale sostanza provoca nella persona dipendente un insieme di alterazioni e disturbi noti come crisi d'astinenza. I sintomi, la gravità e il tempo di insorgenza dal momento della sospensione sono variabili, essendo legati soprattutto alle proprietà farmacologiche della sostanza stessa, ma anche al grado di assuefazione e a fattori psicologici concorrenti.