A carico dei polmoni possono manifestarsi sia neoplasie (benigne o maligne) sia metastasi da forme tumorali insorte in altri organi. Il tumore maligno del polmone è il più frequente nell'uomo ed è la prima causa di morte per malattia tumorale nel 90% dei casi si tratta di un carcinoma broncogeno, nelle varianti dette ""a piccole cellule"" (microcitoma) o ""a grandi cellule"". Nell'80% circa dei casi il carcinoma polmonare è legato all'esposizione al fumo di tabacco, la restante parte è invece correlata ad agenti inquinanti di varia natura. Il sintomo iniziale con cui si manifesta è la tosse accompagnata dall'emissione di sangue talvolta può essere presente un continuo dolore toracico, mentre le forme tumorali localizzate all'apice dell'organo possono causare dolore alla spalla e al braccio (sindrome di Pancoast). Se si verifica compressione della vena cava superiore si hanno gonfiore e congestione del volto con turgore delle vene del collo l'ostruzione di un bronco invece può causare la perdita del contenuto di aria di una parte del polmone (atelettasia) o una broncopolmonite. Alcuni tumori primitivi, infine, possono manifestarsi con disturbi ormonali (sindromi paraneoplastiche). è molto difficile sospettare la presenza di una neoplasia polmonare in fase iniziale (il 70% dei tumori diagnosticati in base ai sintomi si trova già in uno stadio relativamente avanzato) e, quando questo avviene, è in occasione di una radiografia del torace o TAC eseguita per altri motivi. Per la conferma diagnostica occorre un controllo istologico che si effettua mediante broncoscopia o biopsia eseguita attraverso la parete toracica TAC, ecografia, risonanza magnetica e scintigrafia sono necessarie per ricercare eventuali metastasi al cervello, al fegato e alle ossa. I carcinomi a piccole cellule si trattano con chemioterapia o radioterapia negli altri tipi è fondamentale, quando possibile, l'intervento chirurgico. Molto importante è la prevenzione, il cui principale strumento è l'astensione dal fumo di tabacco. Negli ex fumatori il rischio di sviluppare il tumore inizia a ridursi dopo 2 anni e ritorna su valori normali dopo 10 anni. La periodica esecuzione di una radiografia del torace non si è dimostrata in grado di svolgere un'adeguata funzione preventiva. Attualmente sono in corso studi volti a verificare se la nuovissima TAC-spirale possa essere utile in questo campo.
Tumori maligni che insorgono per lo più negli anziani, anche se ne esiste una variante che colpisce i bambini piccoli. Possono manifestarsi con perdite di sangue nell'urina (ematuria) o con un vago dolore, ma purtroppo in molti casi la diagnosi viene effettuata solo in fase di crescita avanzata. La terapia è condizionata dal grado di sviluppo del tumore e prevede in genere l'asportazione totale del rene colpito (nefrectomia) in alcuni casi vengono impiegate la radioterapia e la chemioterapia.
I tumori maligni localizzati al retto insorgono nella maggior parte dei casi a carico della mucosa intestinale, più raramente nel canale anale, ossia nei pochi centimetri terminali dell'organo. La loro frequenza aumenta con l'età. Un tumore del retto può causare sanguinamento anale, dolore, sensazione di ingombro a livello rettale o il cosiddetto tenesmo, ossia la sensazione di dover defecare ma senza che vengano poi emesse feci. Tali disturbi possono manifestarsi fino dalle fasi iniziali dello sviluppo e in alcuni casi il tumore si può individuare già alla visita medica mediante l'esplorazione digitale la rettoscopia è comunque l'esame che consente di osservare la lesione, valutarne l'estensione e praticare anche prelievi per successivi approfondimenti (esame istologico). La terapia è di tipo chirurgico e spesso prevede la realizzazione di un ano artificiale (colostomia) sulla parete dell'addome.
Tumori maligni che colpiscono più spesso i giovani. Il più frequente è il seminoma, mentre il teratoma maligno insorge a un'età leggermente avanzata. Il testicolo ritenuto (condizione nota come criptorchidismo) è spesso associato a neoplasie maligne, motivo per cui tale condizione necessita un trattamento il più precoce possibile. è importante che i ragazzi eseguano con frequenza l'autoesame del testicolo, riferendo al medico l'eventuale comparsa di un ingrossamento con o senza dolore, in quanto diagnosi e trattamento precoce sono indispensabili per prevenire il diffondersi di metastasi e avere migliori speranze di guarigione completa. La terapia prevede un intervento chirurgico, radioterapia e chemioterapia.
In rari casi un tumore maligno del retto è localizzato negli ultimi centimetri del viscere, che sono rivestiti di pelle e non di mucosa. In questa sede il tumore provoca disturbi quali dolore, sanguinamenti, sensazione di dover vuotare l'intestino e fastidio alla defecazione. Il trattamento è di tipo chirurgico talvolta seguito da radioterapia.
Tumori che possono interessare sia le palpebre sia la retina. I tumori maligni della palpebra sono rappresentati dal carcinoma a cellule basali o squamose del margine palpebrale, dal carcinoma delle ghiandole di Meibonio e dal melanoma si presentano in forma di lesioni persistenti e con tendenza a ingrandirsi. Il retinoblastoma invece è un tumore maligno dell'infanzia che colpisce la retina.
A livello dell'osso possono insorgere diversi tipi di tumori. Alcuni nascono nel tessuto osseo vero e proprio ma nella maggior parte dei casi si tratta di metastasi di altre neoplasie, per esempio tumori della mammella, della tiroide o della prostata. I tumori che nascono primitivamente nell'osso, e che spesso compaiono in giovane età, possono essere di tipo maligno o benigno. L'osteoma osteoide, l'osteoblastoma e l'osteosarcoma determinano la formazione anomala di tessuto osseo, mentre il tumore a cellule giganti causa la distruzione dell'osso colpito. Encondromi e condrosarcomi provocano la formazione anomala di cartilagine all'interno dell'osso il sarcoma di Ewing e il mieloma multiplo colpiscono invece il midollo osseo. Queste forme tumorali possono rimanere del tutto silenti oppure manifestarsi con dolore e deformazioni della struttura ossea. La terapia dipende dal tipo di patologia.
Le forme tumorali che colpiscono l'ovaio possono essere benigne o maligne e in quest'ultimo caso sono piuttosto rare in giovane età. Le gravidanze, l'allattamento e l'uso dei contraccettivi orali sono stati identificati come fattori che riducono la probabilità di sviluppare un tumore ovarico maligno. In genere ai tumori dell'ovaio non sono associati disturbi importanti, per cui una diagnosi tardiva comporta, in caso di malignità, maggiori difficoltà di cure e peggiori risultati in termini di sopravvivenza.
Gruppo di rari tumori maligni localizzati all'esofago, che compaiono per lo più in soggetti di età avanzata. Nella maggior parte dei casi inoltre essi sono forti fumatori e abusano di bevande alcoliche il carcinoma è talvolta associato a una complicazione della malattia da reflusso gastroesofageo (esofagite con metaplasia) noto come esofago di Barrett. Il sintomo tipico, purtroppo non molto precoce, è la difficoltà di deglutizione (disfagia) inizialmente più spiccata per i cibi solidi, in seguito anche per i liquidi con l'estensione della lesione tumorale compare il dolore e le difficoltà di alimentazione comportano un decadimento delle condizioni generali del paziente. La cura di questi tumori è basata sull'asportazione chirurgica, talvolta associata (o sostituita) a radioterapia.
L'utero può essere sede di tumori benigni o maligni. La forma più comune di tumore benigno è il fibroma uterino, mentre le forme maligne possono insorgere a carico dell'endometrio o della cervice. L'adenocarcinoma dell'endometrio compare in età avanzata e si manifesta in genere con perdite ematiche vaginali che, se la paziente è già in menopausa, rendono possibile un intervento precoce, ossia quando il tumore è ancora in una fase iniziale dello sviluppo. In tal caso il trattamento dà le migliori garanzie di guarigione completa e può essere solamente chirurgico oppure associato a radioterapia e chemioterapia. Se invece il tumore maligno viene diagnosticato quando si è esteso fino a interessare gran parte dell'utero o addirittura gli organi vicini (cosiddetto carcinoma al 4° stadio), la guarigione diventa molto più difficile.
I tumori della bocca possono interessare tutte le strutture normalmente presenti nel cavo orale: tumori della lingua (papillomi, fibromi, angiomi, carcinoma e sarcoma), tumori delle ghiandole salivari (adenomi, fibromi, carcinoma, endotelioma-cilindroma), tumori delle ossa (mandibola e mascella) e tumori dei tessuti dentari (ameloblastoma). Questi tumori, anche quando sono benigni, richiedono una chirurgia superspecialistica a causa della sede e dei problemi estetici e funzionali che pongono.
I tumori benigni della faringe possono essere sia angiofibromi (caratterizzati da perdita di sangue dal naso e sintomi di ostruzione nasale) sia papillomi. I tumori maligni sono rappresentati da carcinomi e linfomi maligni. La terapia è chirurgica e radiante. Data la sede, la chirurgia di queste neoplasie è particolarmente complessa e delicata.
Neoplasie che colpiscono la laringe, spesso dando luogo a metastasi e disseminazione in altri organi. Anche se possono derivare da uno qualunque dei tessuti che costituiscono quest'organo, nella maggior parte dei casi sono di natura epiteliale (carcinoma spinocellulare). Di più frequente riscontro in uomini di mezza età, sembrano favoriti dal quadro di infiammazione cronica instaurato dall'abitudine al fumo. Il tumore, oltre a crescere nel lume della laringe, tende a espandersi interessando anche gli organi circostanti, in particolare l'epiglottide, la lingua e la parte inferiore della faringe. Col tempo la sua superficie può andare incontro a un processo erosivo con la comparsa di ulcerazioni. Le manifestazioni iniziali sono in genere disfonia e disfagia, cui si aggiunge difficoltà respiratoria (dispnea) quando la massa tumorale aumenta di dimensioni al punto da ostruire le vie aeree. L'intervento chirurgico di rimozione della neoplasia può compromettere la capacità fonatoria in modo parziale o completo.
Neoplasie piuttosto rare ma altamente maligne che originano dalle cellule epiteliali, muscolari o connettive, favorite dal fumo di sigaretta e di pipa, dall'abitudine di masticare tabacco o dal forte consumo di superalcolici. Danno facilmente luogo a disseminazione e a metastasi per l'abbondanza di vasi sanguigni che irrorano quest'organo. L'asportazione chirurgica della massa, che rappresenta la misura terapeutica elettiva, è particolarmente problematica per la difficoltà di conservare il più possibile la funzionalità della lingua.
Gruppo di tumori benigni (adenomi) o maligni (carcinomi) molto diffusi. La zona più colpita è in genere il quadrante superiore-esterno e il primo segno che ne denuncia la presenza è un nodulo palpabile e non dolente, che in alcuni casi determina la retrazione del capezzolo o l'alterazione della superficie della pelle, conferendole un aspetto a buccia d'arancia. Talvolta la lesione si localizza a livello del capezzolo e della zona circostante (il cosiddetto morbo di Paget mammario), mentre nelle fasi più avanzate il nodulo tumorale può provocare l'ulcerazione della pelle. Dal lato della mammella colpita, a livello dell'ascella, si possono spesso palpare le cosiddette metastasi linfonodali, ovvero ghiandole linfatiche ingrossate. Tutti i tumori maligni infatti, se non adeguatamente trattati, sono in grado di disseminarsi a distanza e causare danni anche gravissimi, che possono compromettere la funzionalità degli organi vitali. Per questo motivo la diagnosi precoce è di fondamentale importanza: quando le dimensioni del carcinoma sono ancora minuscole la probabilità di metastasi è estremamente bassa e l'intervento chirurgico, accompagnato da opportuni cicli di chemio- e radioterapia, può portare alla completa guarigione. Per raggiungere questo obiettivo è importante che, a partire dai 50 anni, le donne si sottopongano a regolari screening mammografici, in genere ogni due anni. Se tutti gli accertamenti (ecografia, mammografia, agoaspirato e biopsia) denunciano la benignità del nodulo tumorale, il medico deciderà se procedere alla sua asportazione o se limitarsi a controlli periodici.
I tumori cutanei benigni sono costituiti da papillomi, fibromi, lipomi e leiomiomi. Esistono inoltre tumori benigni che originano dagli annessi cutanei (adenoma sebaceo, tricoepitelioma, cilindroma ecc.). Esistono poi diversi stati precancerosi suscettibili di trasformazione maligna e che devono essere attentamente sorvegliati ed eventualmente asportati (cheratosi, leucoplachia, xeroderma pigmentoso, nevi displasici). Le neoplasie maligne della cute sono l'epitelioma basocellulare, l'epitelioma spinocellulare e il melanoma, che prende origine dai nevi (particolarmente a rischio sono i nevi congeniti e quelli composti, che cioè interessano derma ed epidermide). Il melanoma può rimanere localizzato per molti anni e poi accrescersi rapidamente infiltrando i piani cutanei inoltre ha la tendenza a dare metastasi a distanza.
I tumori della tiroide possono essere benigni (adenomi) o maligni (carcinomi e linfomi). I tumori della tiroide si manifestano quasi sempre con un ingrossamento circoscritto e non dolente della ghiandola, per cui il paziente si rivolge al medico per la comparsa di una tumefazione al collo generalmente non accompagnata da altra sintomatologia. In base alle loro caratteristiche istologiche, i carcinomi della tiroide vengono suddivisi in carcinomi papilliferi, follicolari, anaplastici e midollari i primi due rappresentano quasi l'85% di tutti i carcinomi tiroidei. Il carcinoma anaplastico (meno del 10%) si ritrova principalmente negli anziani ed è quello a prognosi peggiore, essendo meno sensibile alle terapie. Il carcinoma midollare infine può presentarsi in forma sporadica o come tumore familiare. La comparsa di una tumefazione della tiroide deve avviare un processo diagnostico volto a stabilirne con precisione la natura. Nella maggior parte dei casi è necessaria l'esecuzione di una ecografia tiroidea e/o di una scintigrafia tiroidea. Molto spesso occorre approfondire la diagnosi attraverso l'esame microscopico di alcune cellule prelevate dal nodulo sospetto mediante aspirazione con ago (esame citologico su agoaspirato). La terapia dei tumori benigni si basa sull'asportazione chirurgica o sul trattamento mediante radio-iodio. Quelli maligni invece richiedono l'asportazione completa della ghiandola e i pazienti colpiti da carcinoma follicolare o papillifero verranno in seguito sottoposti a ulteriore trattamento con radio-iodio allo scopo di eliminare completamente eventuali cellule tumorali residue. Un attento controllo nel tempo consente di evidenziare precocemente le rare ed eventuali recidive, che vengono nuovamente trattate con radio-iodio con buoni risultati. In caso di carcinoma anaplastico o midollare può essere utile la somministrazione di farmaci antitumorali.
Sono i più frequenti tumori dell'apparato urinario e colpiscono perlopiù soggetti tra i 40 e i 60 anni. I primi sintomi sono presenza di sangue nelle urine (ematuria), minzioni scarse, frequenti e dolorose nelle fasi avanzate si assiste invece a vere e proprie emorragie vescicali. Sono considerati fattori di rischio per i tumori della vescica il fumo di sigaretta, l'esposizione professionale a cancerogeni industriali (betanaftilamina e azocomposti dell'anilina) e alcuni additivi alimentari. La terapia è in genere chirurgica, associata o meno a chemioterapia o radioterapia. Quando la diagnosi è precoce, la sopravvivenza a 5 anni è dell'80 per cento circa, mentre cala al 40 per cento negli stadi più avanzati.
Le forme tumorali che colpiscono la vulva possono essere benigne o maligne. Tra le forme benigne la più comune è il condiloma acuminato, causato da papillomavirus e trasmesso sessualmente. Una forma di tumore localizzato e ben trattabile è la dermatosi precancerosa di Bowen o cancro di Bowen, che interessa aree molto piccole e superficiali della pelle. Tra i tumori con comportamento maligno vi sono il carcinoma squamoso, l'adenocarcinoma, il morbo di Paget vulvare (lesione della mucosa delle grandi labbra con carcinoma sottostante) e il melanoma.
Possono essere benigni (adenomi) o maligni (carcinomi) e interessare sia la parte midollare sia quella corticale. Poiché le ghiandole surrenali secernono ormoni differenti, anche i rispettivi tumori sono caratterizzati da quadri clinici differenti: i tumori della corticale causano la sindrome di Cushing, mentre quelli della midollare sono alla base della sindrome da feocromocitoma, una neoplasia benigna che provoca ipertensione.