Tipo di tessuto che ha la specifica funzione di mettere in connessione altri tessuti consentendo la formazione degli organi. Svolge inoltre funzione di sostegno, riempimento e nutrizione. Ne fanno parte il tessuto connettivo propriamente detto e quelli osseo e cartilagineo, entrambi derivati da quest'ultimo.
Tessuto che si forma durante il processo di riparazione delle ferite ed è costituito da macrofagi, fibroblasti e angioblasti. Compito dei macrofagi è quello di produrre i cosiddetti ""fattori di crescita"" che a loro volta esercitano uno stimolo su fibroblasti e angioblasti i primi produrranno matrice extracellulare, mentre ai secondi spetterà la creazione di vasi sanguigni, destinati al trasporto dell'ossigeno e dei nutrienti necessari per il metabolismo delle nuove cellule.
Tessuto costituito da elementi di forma allungata, detti fibre muscolari, che possiedono la capacità di contrarsi. Esistono due tipi di tessuto muscolare, quello liscio e quello striato. Nel tessuto muscolare liscio le cellule sono allungate, con nucleo centrale allungato e citoplasma con piccoli mitocondri e granuli di glicogeno, e un sistema di miofilamenti microscopici allungati nella direzione della fibra e uniformi, cioè non striati trasversalmente. Le fibre possono unirsi a formare fascetti (muscoli lisci) più o meno ricchi di connettivo, o lamine, anche spesse, dette tonache muscolari, talora, per la consistenza del connettivo interposto, molto robuste. Nel connettivo decorrono in genere i vasi sanguigni. L'innervazione è data da fibre simpatiche o parasimpatiche. Il tessuto muscolare liscio forma i muscoli lisci preposti alle funzioni vegetative. Il tessuto muscolare striato è formato da fibre muscolari striate trasversalmente. Ogni fibra è un sincizio (più cellule unite insieme) di forma cilindrica. Le fibre striate sono formate da fasci di miofibrille, costituite da due proteine, l'actina e la miosina. Il citoplasma, o sarcoplasma, ha mitocondri rotondeggianti. L'innervazione del tessuto muscolare striato è sotto il controllo del sistema nervoso volontario: le fibre nervose che pervengono ai muscoli sono in parte motorie e in parte sensitive. Fa eccezione il cuore, costituito da fibre striate che tuttavia non sono sotto il controllo della volontà. Loro caratteristica è quella di intrecciarsi fittamente formando una maglia nei cui interstizi si trovano vasi capillari e poco tessuto connettivo, posto in stretto rapporto con il sarcolemma, il quale non soltanto avvolge le singole fibre, ma si insinua nello spessore delle stesse suddividendole in fascetti fibrillari.
Parte di un tessuto o di un organo che va incontro a morte cellulare, segnalata da alterazioni di vario tipo: in particolare, le cellule lese sono prive di nucleo e presentano vacuoli nel citoplasma. Nella sede della necrosi non solo si accumulano sostanze come l'istamina e le prostaglandine, che svolgono funzioni di mediatori chimici, ma si addensano globuli bianchi neutrofili e macrofagi, dotati di attività fagocitaria, il cui compito è di rimuovere le aree di tessuto irrimediabilmente danneggiate. A questa fase infiammatoria della necrosi in genere fa seguito una fase cicatriziale, caratterizzata dalla rigenerazione dei tessuti distrutti.
Tipo di tessuto che forma il sistema nervoso centrale e periferico. Comprende neuroni e cellule di sostegno ed è un tessuto perenne che trasporta impulsi elettrici da una zona del corpo a un'altra.
Tessuto che caratterizza la struttura delle ossa. è costituito da cellule dette osteoblasti e osteoclasti, responsabili rispettivamente della formazione delle ossa e della distruzione del tessuto ormai vecchio. A essi si aggiungono gli osteociti, ovvero le cellule ""mature"" presenti nell'osso propriamente detto. Tutte queste cellule sono tenute insieme dalla matrice, composta da collagene e minerali, in particolare calcio e fosforo.
Tessuto connettivo compreso tra il derma e le fasce di rivestimento della muscolatura scheletrica. è costituito da lamelle dette retinacoli, che intersecandosi delimitano spazi contenenti tessuto adiposo. A livello della testa, del collo e del tronco il tessuto sottocutaneo si dispone in due strati separati dalla cosiddetta fascia superficiale, una membrana fibrosa continua nel cui spessore sono contenuti i muscoli pellicciai.
Iniezione di proteine purificate ottenute da colture di Mycobacterium tuberculosis per accertare la sensibilità individuale al bacillo tubercolare, segno di un'avvenuta infezione. La vecchia tubercolina o tubercolina di Koch si ricavava per concentrazione dal filtrato di bacilli tubercolari coltivati per sei settimane oggi si preferisce utilizzarne il derivato proteico purificato (Purified Protein Derivative, PPD), costituito essenzialmente dalle proteine A, B e C. Il test dà esito positivo in presenza di un'ipersensibilità ritardata alle proteine tubercolari, fenomeno che in genere si riscontra per effetto di un precedente contatto col bacillo tubercolare, di un'infezione in atto oppure di una vaccinazione. Esistono diversi sistemi per ricercare una risposta immunitaria alla tubercolina, ma i più utilizzati sono la intradermoreazione di Mantoux e il Tine-test, che risultano positivi quando nel punto di inoculo a distanza di quarantotto ore si osserva un'area infiammatoria indurita del diametro di almeno 5 mm.
Complesso di test diagnostici utilizzati per identificare gli allergeni, vale a dire le sostanze in grado di scatenare una reazione di ipersensibilità in un soggetto predisposto. I test cutanei consistono nell'applicazione sulla cute integra di un cerotto impregnato della sostanza da testare, metodica cui si fa ricorso in caso di dermatite da contatto in alternativa, l'allergene può essere fatto penetrare nell'epidermide tramite scarificazione e micropunture, oppure ancora iniettato direttamente nel derma. Tali indagini vengono giudicate positive se sulla parte trattata compaiono eritema, edema e vescicole. Prendono il nome di test di provocazione quelli utilizzati per accertare l'ipersensibilità individuale ai pollini, che si eseguono depositando sulla mucosa nasale o congiuntivale piccole quantità della sostanza sospetta.
Test diagnostico per accertare la presenza di diabete, eseguito qualora il risultato della glicemia richieda ulteriori accertamenti. A digiuno, il paziente deve assumere una dose di glucosio compresa tra 50 e 100 g a intervalli regolari viene poi sottoposto ad alcuni prelievi di sangue che consentono di determinare l'andamento della glicemia.
Test in cui si inietta nell'organismo, per via endovenosa, della bromosulfonftaleina (BSF), al fine di valutare la funzionalità epatica. A distanza di 45 minuti dall'iniezione il fegato deve aver ridotto la dose di BSF a non più del 5% della dose somministrata.
Tecnica impiegata per verificare se si è instaurata una gravidanza. Il test si basa sulla rilevazione nelle urine della gonadotropina corionica (HCG), un ormone secreto dal corpo luteo soltanto in caso di gravidanza. La metodica utilizzata è di tipo immunologico, vengono cioè utilizzati anticorpi specific per l'HCG. I kit per il test di gravidanza sono oggi disponibili anche in farmacia.
Tecnica diagnostica impiegata per la ricerca degli anticorpi della sifilide. Il test si basa sull'impiego di treponemi (gli agenti eziologici della malattia) i quali, messi a contatto con il siero del soggetto in analisi, si immobilizzano se incontrano gli anticorpi specifici.
Il test di scatenamento è un insieme di tecniche diagnostiche che possono essere utilizzate per verificare la presenza di una malattia o di una particolare reazione patologica. Il test può essere eseguito basandosi su sintomi e segni che possono evocare una data patologia oppure farmacologiche, somministrando cioè una particolare sostanza per scatenare una reazione fisica ben evidente e correlata alla malattia in corso.
Esame di laboratorio che si avvale della reazione antigene-anticorpo, abbinata all'utilizzo di enzimi, per stabilire la concentrazione di alcune sostanze nel sangue. è un test affidabile e viene utilizzato per esempio per la ricerca del virus HIV. La sigla è l'acronimo di Enzyme Linked ImmunoSorbent Assay.
Ciascuna delle due ghiandole, di forma grossolanamente ovoidale, contenute nello scroto e sospese al funicolo spermatico rappresentano le gonadi maschili, ossia gli organi in cui avviene la spermatogenesi per maturazione e differenziazione delle cellule germinali (spermatogoni). I testicoli sono circondati da tre tuniche: la tunica vaginale propria, che rappresenta una sorta di membrana sierosa, quella albuginea, consistente in una capsula di tessuto connettivo fibroso, resistente e inestensibile, e quella vascolare rimane privo di rivestimento solo il margine posteriore, a cui aderisce una struttura caratteristica chiamata epididimo. Dalla tunica albuginea si dipartono alcuni setti che dividono il testicolo in lobuli o logge, convergenti verso un corpo fibroso detto mediastino sono proprio questi lobuli a contenere i tubuli seminiferi contorti che, in numero variabile da uno a quattro per ciascuna loggia, si continuano in un tubulo retto, contribuendo a formare la rete testis, attraverso cui gli spermatozoi raggiungono i dotti eiaculatori. Negli interstizi tra i lobuli si trovano le cellule endocrine di Leydig, isolate o a gruppi, la cui funzione è di secernere androgeni (testosterone). I testicoli, che raggiungono il pieno sviluppo durante la pubertà e che con l'invecchiamento vanno incontro ad atrofia e riduzione di volume, nell'adulto misurano circa 4 cm di lunghezza, altrettanti di larghezza, 2,5 cm di spessore e pesano circa 20 g. Alla pubertà risale anche l'inizio della loro attività funzionale, sotto il controllo del cervello (sistema diencefalo-ipofisario): in particolare la spermatogenesi è regolata dall'ormone follicolostimolante, mentre l'attività delle cellule di Leydig è sotto l'influenza dell'ormone luteinizzante. Lo sviluppo regolare del testicolo e la produzione di spermatozoi risentono anche della temperatura presente nello scroto, di alcuni gradi inferiore rispetto a quella presente all'interno della pelvi: di conseguenza, tutte le condizioni in cui si produce un aumento della temperatura (in particolare il criptorchidismo) possono provocare alterazioni fino a compromettere la capacità riproduttiva.
Condizione in cui il testicolo, invece di scendere nello scroto, si colloca in una sede atipica, in particolare nella parte bassa del bacino, nel canale inguinale o nel tessuto del pene. Tale fenomeno determina una sofferenza del testicolo, in buona parte imputabile alla temperatura eccessivamente elevata presente all'interno della cavità addominale tale sofferenza si traduce in atrofia e alterazioni della spermatogenesi responsabili di sterilità. L'errata posizione può essere talvolta corretta con intervento chirurgico, da praticarsi prima che subentrino danni irreversibili.
Forma di criptorchidismo parziale, monolaterale o bilaterale, in cui spesso si osserva riduzione di volume del testicolo colpito, con fenomeni di atrofia in casi estremi. I testicoli retrattili, che alla palpazione dello scroto risultano in posizione alta, possono scendere lungo il canale inguinale per effetto di delicate manovre di trazione tuttavia, se rilasciati, tendono a ritornare rapidamente alla posizione originaria. Nei casi che non traggono giovamento dal trattamento con gonadotropine, è possibile la correzione chirurgica.
Ormone sessuale maschile, secreto principalmente dal testicolo (in minor misura dall'ovaio e dal surrene) e responsabile nei soggetti di sesso maschile del corretto sviluppo, dopo la pubertà, di fenomeni quali maturazione degli spermatozoi, capacità di avere rapporti sessuali, sviluppo dello scheletro e della massa muscolare, variazioni del tono della voce, crescita dei peli e della barba.
Condizione patologica caratterizzata da un aumento abnorme dell'eccitabilità muscolare, che si manifesta sotto forma di contratture toniche a carico di tutti i gruppi muscolari, particolarmente accentuate alle estremità degli arti. Tali accessi convulsivi, circoscritti o generalizzati, si accompagnano a contrazioni delle labbra (atteggiamento ""a bocca di carpa""), tremori, spasmo del piloro, del cardias e dello sfintere anale. Quando la contrattura interessa la laringe (laringospasmo) possono insorgere problemi respiratori. Questa forma, detta manifesta, va distinta dalla tetania latente, in cui l'ipereccitabilità viene scatenata da stimolazione elettrica o meccanica (cioè da particolari manovre compiute dal medico). La tetania può essere dovuta a due ordini di cause: da una parte alterazioni del metabolismo del calcio e del fosforo, dall'altra squilibri elettrolitici da lesioni cerebrali o intossicazioni di particolari sostanze non sono infrequenti le forme idiopatiche (da causa ignota).