Forma di tachicardia ventricolare indotta da cause scatenanti carenza di potassio o magnesio, uso di farmaci antiaritmici o antidepressivi triciclici, diete proteiche liquide. La terapia in genere è volta a eliminare la causa scatenante.
Espulsione brusca e rumorosa di aria proveniente dai polmoni inizia con un atto respiratorio a glottide chiusa, che produce l'effetto di aumentare la pressione nella trachea e nei bronchi la successiva apertura della glottide determina il passaggio dell'aria attraverso le corde vocali, che vibrano producendo il suono caratteristico. La tosse non è una malattia, ma un meccanismo di difesa messo in atto dall'organismo per eliminare sostanze irritanti dalle vie respiratorie (polvere, corpi estranei, muco). Si tratta di un atto riflesso, regolato dall'apposito centro nervoso localizzato nel midollo allungato, vicino al centro respiratorio. Tale centro invia il segnale della tosse in seguito alla stimolazione da parte della mucosa, irritata per effetto di fattori meccanici, chimici (fumo) o patologie infiammatorie con produzione di muco (influenza, asma, bronchite, polmonite, pertosse). Talvolta può essere sintomo di malattie cardiache. La tosse si definisce secca in assenza di espettorato, catarrale quando invece è accompagnata dall'emissione di abbondante muco che può essere incolore, bianco o, in presenza di infezione, giallo-verdastro (catarro).
Capacità, appartenente ad alcune sostanze, di svolgere un'azione velenosa e nociva sugli organismi viventi.
Branca della medicina che studia l’attività chimica e farmacologica dei veleni, osservandone gli effetti sugli animali e sull’uomo. Rientra in questo campo anche l’allestimento di antidoti, la cura degli avvelenamenti e la messa a punto di misure preventive.
Sindrome clinica dovuta alla presenza di tossine nel sangue. Le tossine possono essere endogene, quando sono cioè prodotte dall'organismo in conseguenza di necrosi tissutali, malattie metaboliche, insufficienza di organi preposti all'eliminazione delle scorie, oppure esogene, quando sono dovute all'introduzione di sostanze tossiche (avvelenamento) o a processi infettivi di natura batterica (come nella difterite o nel tetano). In quest'ultimo caso la presenza di tossine batteriche, non va confusa con la batteriemia, ovvero la quantità di batteri presenti nel sangue. Il quadro clinico che ne deriva varia in base alla causa per esempio, se le tossine ematiche sono state prodotte dal Corynebacterium diphtheriae, la loro disseminazione provoca lesioni a carico delle vie respiratorie, del cuore, del sistema nervoso e dei reni.
Quadro clinico che può insorgere nel terzo trimestre di gravidanza per cause tuttora ignote, caratterizzato da edema, presenza di proteine nelle urine (in particolare albuminuria) e ipertensione arteriosa quest'ultima può raggiungere valori massimi superiori ai 140 mmHg e minimi superiori ai 90 mmHg. L'edema, a carico soprattutto del volto, dei malleoli, delle mani e della vulva, non regredisce a riposo e si associa spesso a un notevole aumento ponderale. Quanto all'albuminuria, è conseguenza di un danno ai glomeruli renali, che sviluppano un'abnorme permeabilità alle proteine. A questi sintomi possono aggiungersi danni oculari (amaurosi, retinite albuminurica), alterazioni a carico del sistema nervoso e di quello neurovegetativo, disordini della coagulazione. Nei casi più gravi insorgono crisi epilettiche o coma, che configurano la cosiddetta eclampsia.
Sostanza tossica di provenienza soprattutto batterica, sebbene ormai il termine si sia esteso a indicare anche i veleni prodotti da protozoi, funghi, vegetali superiori e animali. Al contrario di quanto avviene con le sostanze tossiche di origine chimica, tra il momento dell'assunzione e l'insorgenza dei primi sintomi intercorre un certo intervallo di tempo, detto tempo di latenza inoltre le tossine hanno proprietà antigenica, ossia sono in grado di stimolare la produzione di specifici anticorpi (le cosiddette antitossine) da parte dell'organismo. Quelle batteriche si dividono in esotossine ed endotossine. Le prime, di natura proteica, sono il risultato del metabolismo di alcune specie Gram-positive e hanno una tossicità molto elevata in quanto sono in grado di produrre gravi danni a distanza dal punto di inoculo del batterio rientrano in questa classificazione le tossine difterica, tetanica e botulinica. Le seconde, di natura lipopolisaccaridica, sono costituenti propri del corpo batterico che si liberano solo in seguito alla morte e alla lisi dei microrganismi stessi: dotate di un'azione tossica meno spiccata, sono caratteristiche di alcune specie Gram-negative tra cui brucelle, enterobatteri, neisserie.
Sostanza ottenuta sottoponendo una tossina batterica a trattamento chimico o fisico con lo scopo di privarla della sua tossicità ma non della sua capacità antigenica, cioè del suo potere di stimolare nell'organismo la produzione di anticorpi (detti antitossine) e di legarsi a essi. I più noti sono il tossoide difterico e quello tetanico, impiegati dall'industria farmaceutica per produrre vaccini che, una volta inoculati, producono una reazione anticorpale e quindi rendono l'organismo immune rispettivamente dalla difterite e dal tetano.
Infezione conseguente all'invasione dell'organismo da parte di larve di vermi nematodi (soprattutto Toxocara canis e T. cati). L'uomo la contrae ingerendo ortaggi e prodotti agricoli provenienti da terreni su cui cani, gatti o procioni hanno depositato feci contaminate. Una volta giunte nell'intestino, le uova si schiudono e le larve che ne fuoriescono entrano in circolo oltrepassando la parete intestinale per poi diffondersi nel fegato, nei polmoni, nel sistema nervoso centrale e in altri tessuti: anche se di solito non completano il loro ciclo nel corpo umano, le larve vi sopravvivono per parecchi mesi. Se la larva si localizza nei visceri dà luogo a una malattia a decorso benigno, che di norma guarisce spontaneamente nel giro di 6-8 mesi suoi sintomi caratteristici sono febbre, anoressia, ingrossamento del fegato e della milza, polmonite questa forma di toxocariasi è tipica dei bambini di età inferiore ai cinque anni, che si infettano manipolando la terra o portandola alla bocca (geofagia). Se però le larve migrano nell'occhio provocano lesioni della retina che possono sfociare in un danno visivo permanente.
Parassita intracellulare obbligato facente parte dei protozoi, in grado di vivere in molti organi di uccelli e mammiferi, ma endemico nei gatti che lo contraggono ingerendo carni infette di piccoli volatili o roditori per poi eliminarlo con le feci sotto forma di cisti. Tre sono gli stadi che attraversa durante il suo complesso ciclo vitale: tachizoite, ovoidale o falciforme, privo di flagelli, che si diffonde nelle cellule provocando la lisi della membrana che le riveste cisti intracellulare, riscontrabile nelle infezioni croniche a livello di determinati tessuti (muscoli, cuore, cervello) oocisti, di forma allungata, che rappresenta anche la forma con la quale l'uomo viene più facilmente in contatto, soprattutto se possiede animali domestici. A differenza delle prime due forme, le oocisti presentano una notevole resistenza, tanto che possono sopravvivere fino a quattro mesi nell'acqua e nel terreno umido. L'infezione prende il nome di toxoplasmosi.
Malattia infettiva causata dal protozoo Toxoplasma gondii, che parassita varie specie animali domestiche e selvatiche, tra cui bovini, ovini, suini, roditori, uccelli, ma che trova il suo habitat preferenziale nell'intestino del gatto. La trasmissione all'uomo può avvenire per via transplacentare durante la gravidanza (in genere nei primi tre mesi), per consumo di carni infette, crude o poco cotte, oppure per ingestione accidentale di oocisti del microrganismo, conseguente al contatto con oggetti contaminati da feci di gatto. Hanno maggiore probabilità di contrarre l'infezione i soggetti immunocompromessi, nei quali peraltro il quadro clinico appare caratterizzato da manifestazioni ben più gravi della lieve linfoadenopatia a carico dei linfonodi del collo e della nuca che rappresenta il sintomo più comune negli individui immunocompetenti in particolare tali manifestazioni comprendono meningoencefalite, miocardite, polmoniti atipiche ed epatite. La toxoplasmosi congenita comporta invece lesioni al sistema nervoso centrale, idrocefalo e ritardo mentale. La terapia si basa sulla somministrazione di sulfamidici e dell'associazione di pirimetamina con sulfadiazina.
Intervento chirurgico sul bulbo oculare, indicato in alcune forme di glaucoma refrattario al trattamento farmacologico, in particolare glaucoma primario ad angolo aperto. Praticato in anestesia locale con tecnica laser, favorisce il deflusso dell'umore acqueo mediante la creazione di un sistema di drenaggio esterno e in tal modo diminuisce la pressione intraoculare.
Sostanza radioattiva che, una volta introdotta nell'organismo per via endovenosa, può essere rilevata durante l'intero suo percorso metabolico da apparecchiature di diagnostica strumentale atte a captare le radiazioni ionizzanti emesse. Grazie alla sua capacità di penetrare in certi tessuti e di legarsi a varie sostanze presenti nell'organismo, consente di studiare la funzionalità di alcuni organi ed evidenziarne eventuali alterazioni patologiche. Esempi di tracciante sono lo Iodio 131, che viene usato nella scintigrafia tiroidea, e l'isotopo del tecnezio impiegato nella scintigrafia ossea.
Segmento dell'albero respiratorio che comincia dalla laringe e che termina, biforcandosi, nei bronchi contenuta in parte nel collo e in parte nel torace, nello spazio compreso tra la sesta vertebra cervicale e la quinta vertebra toracica, decorre davanti all'esofago e dietro la tiroide. Si presenta come un tubo a sviluppo verticale, della lunghezza di circa 11 cm e con calibro di 16-20 mm, segmentato all'esterno da 16-20 anelli cartilaginei incompleti in quanto aperti posteriormente e collegati gli uni agli altri da una membrana fibrosa semirigida. L'epitelio della mucosa interna, di tipo cilindrico, è rivestito da ciglia vibratili, che impediscono il passaggio di muco e particelle estranee nelle vie respiratorie, mentre la sottomucosa è formata da tessuto connettivo lasso ricco di ghiandole. La motilità della trachea durante la respirazione è regolata da nervi ricorrenti, provenienti dal vago, e da fibre nervose simpatiche.
Infiammazione acuta o cronica della mucosa tracheale per effetto di agenti patogeni o sostanze irritanti (gas, polveri, vapori) inalate con la respirazione. Si manifesta con senso di bruciore in sede retrosternale, tosse persistente e a volte rialzo febbrile, tutti sintomi che regrediscono con la somministrazione di farmaci antinfiammatori e fluidificanti ci si avvale degli antibiotici solo in presenza di infezione batterica. Tale affezione a volte si estende a interessare anche strutture vicine alla trachea (faringe, laringe, bronchi).
Intervento chirurgico che consiste nell'incisione della cute e dei muscoli del collo per praticare un'apertura (stoma) nella parte anteriore della trachea, in cui verrà introdotta una cannula per mantenere la pervietà delle vie aeree. Rappresenta una procedura d'emergenza in caso di ostruzione acuta prodotta da varie cause, in particolare ingresso di corpi estranei nella laringe, reazioni allergiche con edema della mucosa, coma profondo che determina chiusura della glottide da parte della lingua, arresto respiratorio per lesioni neurologiche. Se eseguita d'urgenza prende il nome di cricotirotomia, in quanto comporta l'incisione trasversale dello spazio compreso tra le due cartilagini della laringe (tiroidea e cricoidea) una volta risolta l'ostruzione, sarà possibile richiudere lo stoma. Quest'ultimo è invece permanente nei pazienti sottoposti ad asportazione totale o parziale della laringe (laringectomia) per neoplasie, in quanto è da questa apertura artificiale che l'aria può raggiungere bronchi e polmoni.
Incisione chirurgica della parete anteriore della trachea all'altezza del secondo o del terzo anello, che si effettua incidendo profondamente la cute e lo strato muscolare del collo in senso verticale o trasversale, fino all'istmo tiroideo. Permette di stabilire una comunicazione diretta tra i bronchi e l'esterno, escludendo le vie aeree superiori. Viene praticata d'urgenza per far fronte a ostruzioni respiratorie acute e stenosi tracheali da varie cause (corpi estranei, reazioni allergiche che provocano edema della mucosa creando così un ostacolo al transito dell'aria ecc.). A questa procedura può fare seguito un intervento di tracheostomia.
Enzimi che partecipano al metabolismo degli acidi grassi e sono presenti principalmente nel fegato e nel cuore. Ne esistono di diversi tipi, ma i più importanti dal punto di vista diagnostico sono l'aspartato aminotrasferasi (AST) e l'alaninoaminotrasferasi (ALT). Il normale processo di rinnovamento di questi enzimi fa sì che essi vengano riversati nel plasma, dove possono essere dosati. L'aumento della loro concentrazione plasmatica indica una eccessiva fuoriuscita di questi enzimi dalle cellule, situazione che si verifica quando le cellule subiscono un danno o muoiono. L'incremento dei loro valori ematici si riscontra nelle epatiti acute, croniche o tossiche, nell'infarto del miocardio, nella mononucleosi infettiva, nella dermatomiosite, nella distrofia muscolare, nella pancreatite acuta, nelle emolisi (rottura dei globuli rossi), nei tumori del fegato, in corso di patologie della tiroide e in seguito all'esposizione a radiazioni.
Muscolo piatto triangolare posto nella parte dorsale del tronco, dove ricopre la faccia posteriore del collo e della spalla. Grazie alle sue estese inserzioni, permette vari movimenti del cingolo scapolare, di cui in generale controlla la posizione durante i movimenti dell'arto superiore in particolare, eleva la spalla avvicinando la scapola alla colonna vertebrale e contribuendo a farla ruotare in avanti permette l'estensione, l'inclinazione e la rotazione del capo verso di essa solleva il tronco, nell'atto di arrampicarsi.
Trasferimento di un organo o tessuto da una parte all'altra dello stesso organismo (autotrapianto), da un individuo all'altro (allotrapianto) o da un animale all'uomo (eterotrapianto). Il soggetto da cui si preleva l'organo o il tessuto viene detto donatore, mentre quello a cui è destinato prende il nome di ricevente. Il trapianto viene eseguito per sostituire una parte del corpo danneggiata, che non è più in grado di svolgere la propria funzione, oppure per riparare una lesione promuovendo la rigenerazione di tessuto sano. Gli organi trapiantabili sono reni, cuore, fegato, valvole cardiache, polmone, intestino e pancreas i tessuti sono cornea, osso, cartilagini, vasi sanguigni, nervi e cute. A differenza di quanto avviene in caso di autotrapianto, eseguito con intenti riparativi, negli altri casi il sistema immunitario riconosce come estranee le cellule del nuovo tessuto o organo e quindi le attacca dando luogo a una reazione detta di rigetto. Il rigetto è tanto più grave e imponente quanto più i sistemi di istocompatibilità del donatore e del ricevente sono diversi: di conseguenza, mancherà del tutto solo in caso di gemelli monovulari, dotati di un identico patrimonio genetico, mentre sarà attenuata in caso di familiari stretti e molto intensa in assenza di parentela e negli eterotrapianti. Al fine di garantire l'attecchimento limitando il più possibile la reazione di rigetto, oltre a eseguire la tipizzazione tissutale che permette di accertare la compatibilità immunologica tra i tessuti, si procede alla somministrazione di farmaci immunosoppressori, in particolare corticosteroidi e ciclosporina.