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Salute dalla A alla Z

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Tiroide

Ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, davanti alla laringe e al segmento superiore della trachea: è composta da due lobi, destro e sinistro, uniti nella porzione mediana da un istmo. Di peso compreso tra i 20 e i 30 g nell'individuo adulto, in condizioni normali ha consistenza soffice e non risulta apprezzabile alla palpazione. Il suo parenchima suddiviso in lobuli, a loro volta composti da acini che prendono il nome di follicoli è a livello di tali strutture funzionali, delimitate da cellule epiteliali e contenenti la cosiddetta colloide, che vengono prodotti, immagazzinati e messi in circolazione gli ormoni tiroidei contenenti iodio: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Le varie fasi della sintesi e del rilascio di tali sostanze sono regolate dalla presenza nel sangue dell'ormone cosiddetto tireotropo (TSH), secreto dall'ipofisi. La tiroide, che reagisce a molti stimoli (ciclo mestruale, gravidanza, condizioni di stress), con i suoi ormoni influisce sul metabolismo basale incrementando il consumo di ossigeno e aumentando la produzione di calore, oltre a promuovere la differenziazione dei tessuti negli organismi in accrescimento. Nel contesto della tiroide sono presenti quattro piccole ghiandole, le paratiroidi che peraltro costituiscono una struttura distinta e autonoma dal punto di vista funzionale.

Tiroidectomia

Intervento chirurgico di asportazione parziale o totale della tiroide, indicato in presenza di tumori benigni o maligni, gozzo e cisti di dimensioni notevoli, ma anche in casi selezionati di ipertiroidismo non trattabile con la terapia medica. Si tratta di una procedura piuttosto delicata per il rischio di danneggiare i nervi laringei (che contraggono rapporti molto stretti con la tiroide) e compromettere così, in misura maggiore o minore, la fonazione. Alla rimozione totale della ghiandola consegue una condizione di ipotiroidismo e di ipoparatiroidismo, per correggere la quale il paziente dovrà assumere per tutta la vita l'ormone tiroideo e prodotti a base di calcio e vitamina D.

Tiroidite

Infiammazione della tiroide, che può avere carattere subacuto o cronico. Le tiroiditi acute o subacute, dovute a infezioni perlopiù virali, si manifestano con astenia, febbre, malessere generale, dolore localizzato al collo o riferito ad altre zone (mandibola, orecchio, nuca), difficoltà di deglutizione. La tireotossicosi (eccesso di ormoni tiroidei), quando presente, è sempre transitoria. Tali affezioni tendono a guarire spontaneamente in periodi più o meno lunghi, anche se possono essere utili i farmaci antinfiammatori e gli antibiotici. Le forme croniche si distinguono in autoimmuni (tiroidite di Hashimoto) e non autoimmuni. Le prime, dal decorso di solito progressivo, sono caratterizzate dalla presenza di anticorpi diretti contro la tiroide e portano a uno stato di ipotiroidismo per distruzione del tessuto ghiandolare. Nelle forme non autoimmuni, soprattutto in quelle che compaiono dopo il parto, fasi di tireotossicosi possono alternarsi a periodi di lieve ipotiroidismo. La guarigione avviene spontaneamente nel giro di alcuni mesi, anche se sono sempre possibili recidive. Spesso si fa ricorso ai farmaci cortisonici per arginare i processi infiammatori e fibrotici, mentre gli ormoni tiroidei sono utili per correggere l'eventuale ipotiroidismo.

Tiroxina

Ormone tiroideo (in sigla T4) prodotto dai follicoli tiroidei in seguito a reazioni di proteolisi enzimatica attivate dall'ormone tireotropo ipofisario (TSH); di norma ne vengono secreti circa 80 g al giorno, corrispondenti all'1-2 per cento della quantità immagazzinata nella tiroide; da quest'organo l'ormone viene rilasciato in circolo a seconda delle esigenze dell'organismo. Nel sangue la maggior parte della tiroxina risulta non attiva in quanto legata alle proteine, in particolare all'alfa-globulina specifica detta Thyroxine Binding Globlulin (TBG). La parte libera (FT4, ossia Free-T4), pari a circa 2 g/100 ml, viene trasformata in triiodotironina (T3) all'interno delle cellule bersaglio e in questa forma utilizzata dai tessuti. La sua principale attività fisiologica consiste nella stimolazione del metabolismo basale, che si traduce in una maggiore produzione di energia e in un più rapido consumo di ossigeno.

Titolo antistreptolisinico

Esame del sangue (in sigla TAS, ASLO o TASLO) in grado di evidenziare un'infezione in atto causata dallo streptococco beta-emolitico permette infatti di rilevare la presenza di antistreptolisina O, l'anticorpo che si sviluppa nell'organismo contro le sostanze prodotte da questo batterio (soprattutto del gruppo A). Tali valori subiscono un aumento dopo circa 7-10 giorni dall'infezione e possono rimanere elevati a lungo, anche se il microbo è stato eliminato.

Tocografia

Registrazione delle contrazioni uterine durante il parto mediante uno strumento, detto tocometro, posizionato sull'addome della donna e collegato ad apparecchiature che trasformano gli impulsi captati in un grafico questa procedura, consistente nel rilevare le variazioni dell'utero attraverso la parete addominale, è molto più usata di quella che si avvale dell'impiego di un catetere inserito nell'amnios per misurare la pressione all'interno dell'utero. Insieme con la rilevazione dell'attività cardiaca fetale consente di monitorare l'andamento del parto, evidenziandone tempestivamente eventuali anomalie.

Tofo

Formazione patologica bozzuta di dimensioni variabili, costituita da un accumulo di sali di acido urico (urato monosodico) misti a materiale amorfo, a calcio e a colesterolo. I tofi, in genere circondati da un'area infiammata, rappresentano un segno caratteristico della gotta, anche se i farmaci attualmente disponibili ne hanno reso molto meno frequente il riscontro insorgono soprattutto nelle forme croniche, vari anni dopo l'esordio della malattia, localizzandosi nelle cartilagini articolari di mani, piedi e gomiti, ma anche (seppure più raramente) nei padiglioni auricolari, nella sinovia, nelle guaine tendinee. La terapia della malattia sottostante determina un miglioramento di questo sintomo. Solo in via eccezionale, in presenza di tofi molto grandi o tendenti a ulcerarsi, è necessario procedere alla loro asportazione chirurgica.

Tono cardiaco

Rumore prodotto dall'attività cardiaca, percepibile attraverso l'auscultazione diretta del torace o mediante fonendoscopio. Di norma per ogni ciclo cardiaco si avvertono due toni, in concomitanza con la chiusura di una valvola cardiaca. Il primo tono, più forte e prolungato, coincide con l'inizio della sistole ed è prodotto dalla chiusura delle valvole atrioventricolari la sensazione acustica è dovuta appunto al contatto dei lembi valvolari e alle vibrazioni delle fibre miocardiche durante la contrazione dei ventricoli. Dopo un breve intervallo (pausa sistolica) si percepisce il secondo tono, corrispondente all'inizio della diastole e determinato dalla chiusura delle valvole semilunari (aortica e polmonare). L'auscultazione cardiaca permette talvolta di apprezzare anche un terzo tono, in corrispondenza con la fase finale del riempimento ventricolare, e un quarto tono, che segnala la sistole atriale nei pazienti con ipertrofia ventricolare.

Tono muscolare

Stato di lieve contrazione a cui i muscoli scheletrici sono sempre sottoposti, anche in condizioni di riposo. Regolato dai centri superiori del sistema nervoso centrale e del midollo spinale, il tono muscolare non è uniforme, ma è maggiore nei muscoli estensori, da cui dipende il mantenimento della postura eretta e dell'equilibrio. Nel sonno profondo si riduce notevolmente senza però mai venire meno per valutarlo è sufficiente saggiare la resistenza offerta allo stiramento passivo dai diversi segmenti degli arti. Una situazione di ipotonia, cioè di riduzione abnorme del tono muscolare, si riscontra nelle paralisi flaccide conseguenti a lesioni del midollo spinale, del cervelletto e della corteccia cerebrale. Un eccessivo aumento (ipertonia o spasticità) è allo stesso modo un reperto anomalo, osservabile in varie patologie a carico del sistema nervoso piramidale o extrapiramidale.

Tono oculare

Pressione esercitata dall'umore acqueo, ossia dal liquido contenuto all'interno dell'occhio. Quando il volume di tale liquido cresce per riduzione dei meccanismi di riassorbimento, anche la pressione intraoculare subisce un aumento questo fenomeno, che può giungere a danneggiare in modo irreversibile le strutture della retina preposte alla vista, può essere valutato da uno specifico esame, chiamato tonometria.

Tono vagale

Azione costante esercitata dal nervo vago su alcuni organi e apparati. Dal tono vagale dipendono non solo parametri vitali quali frequenza cardiaca e pressione arteriosa, ma anche la motilità gastrointestinale, la pervietà delle vie respiratorie, la salivazione e il grado di apertura della pupilla. Si dice ipertono vagale l'attività eccessiva del nervo vago, tipica degli individui costituzionalmente affetti da labilità neurovegetativa, che determina ipotensione, bradicardia, aumento dell'acidità gastrica e della motilità intestinale, spasmi bronchiali, miosi.

Tonometria

Esame che permette di misurare il cosiddetto tono oculare, cioè la pressione esercitata dai liquidi contenuti all'interno dell'occhio. Nel dettaglio, misura la depressione formata dalla cornea quando è sottoposta a un certo peso tale depressione risulterà tanto più accentuata quanto minore sarà la pressione intraoculare. La procedura, che viene eseguita previa instillazione di collirio anestetico, consiste nell'appoggiare sulla cornea un piccolo cono di plastica collegato a un rilevatore denominato tonometro. Questa rilevazione, del tutto indolore, si dimostra particolarmente utile nella diagnosi precoce del glaucoma. Prende il nome di tonometria anche l'indagine cui vengono sottoposti i malati in terapia intensiva, grazie alla quale è possibile misurare la pressione parziale di anidride carbonica esistente nello stomaco e nell'intestino.

Tonsille

Masserelle di tessuto linfoide localizzate all'inizio delle vie aeree e digerenti, sotto l'epitelio della mucosa del naso e della cavità orale. In particolare, il termine è usato in riferimento alle tonsille palatine, due piccoli aggregati che, insieme con le adenoidi (dette anche tonsilla faringea), con la tonsilla linguale e con altro tessuto linfatico locale, costituiscono l'anello di Waldeyer, facente parte del sistema immunitario dell'organismo. Le tonsille palatine, che misurano 2-3 cm di lunghezza, formano varie introflessioni (cripte) in corrispondenza della mucosa faringea svolgono un ruolo difensivo contro batteri, virus e materiali estranei che altrimenti troverebbero facile accesso nell'organismo tramite la bocca.

Tonsillectomia

Intervento chirurgico di asportazione delle tonsille palatine, eseguito perlopiù in caso di tonsilliti recidivanti e resistenti agli antibiotici, che pongono il paziente a rischio di sviluppare una malattia reumatica. Due sono le tecniche utilizzabili: la tonsillectomia per dissezione, di più frequente impiego, prevede l'accurata separazione del tessuto tonsillare da quello circostante, seguita da ""pulizia"" chirurgica la tonsillectomia mediante tonsillotomo si avvale invece di un apposito strumento che recide il peduncolo alla base della tonsilla, come una sorta di piccola ghigliottina. Anche se si tratta di un intervento poco impegnativo, ormai si tende a evitarlo il più possibile in considerazione dell'importante funzione difensiva svolta dalle tonsille.

Tonsillite

Processo infiammatorio acuto o cronico a carico delle tonsille palatine. Il processo acuto interessa generalmente anche l'orofaringe e le strutture circostanti la tonsilla: si preferisce denominarlo angina, riservando invece il termine di tonsillite al processo cronico. Nel bambino l'ingrossamento delle tonsille tende a restaurare l'equilibrio si cura col soggiorno in clima marino, con terapia iodica e antilinfatica, eventualmente con antibiotici e cortisonici: soltanto in caso di disturbi gravi alla deglutizione e alla fonazione, di tosse secca e stizzosa o infiammazione cronica si può ricorrere all'intervento chirurgico (tonsillectomia). Nell'adulto la sintomatologia consiste in difficoltà nell'introdurre cibi (disfagia), fetore dell'alito, dolori ai linfonodi regionali la terapia è chirurgica. Ci sono poi tonsilliti croniche specifiche in corso di tubercolosi, sifilide o micosi.

Torace

Parte del tronco compresa tra le dodici vertebre toraciche posteriormente, le dodici coppie di coste, i muscoli intercostali e le scapole posterolateralmente, lo sterno anteriormente, le clavicole in alto e il diaframma in basso. La sua parte centrale, che prende il nome di mediastino, contiene vari organi: pericardio, cuore con relativi grossi vasi, timo, trachea e bronchi, esofago. Le due ampie cavità laterali sono invece occupate dai polmoni. Il torace può essere valutato all'esame obiettivo mediante auscultazione e percussione, oppure sottoposto a indagini radiologiche (radiografia e TAC). Di forma grossolanamente cilindrica, presenta anomalie caratteristiche in alcune condizioni patologiche: per esempio, nell'enfisema appare dilatato e rigido, quasi fosse bloccato in posizione inspiratoria. Negli individui di costituzione longilinea si presenta piatto e allungato (torace paralitico) e spesso si accompagna alla forma ""a goccia"" del cuore, allo stomaco a uncino e a un ridotto sviluppo in volume degli organi (microsplancnica). Il cosiddetto torace a botte, dilatato nella parte inferiore, talvolta con estroflessione in avanti dello sterno e incurvamento all'indietro della colonna vertebrale, è tipico del rachitismo, condizione nella quale tale fenomeno si associa spesso a ipertrofia dei muscoli ausiliari della respirazione. è invece un'anomalia congenita il torace a imbuto, eccessivamente incavato a livello dello sterno, che può provocare disturbi dovuti allo spostamento del cuore.

Toracentesi

Puntura transcutanea che consente di prelevare un campione di liquido pleurico a fini diagnostici oppure terapeutici. Viene eseguita con il paziente seduto e leggermente piegato in avanti e consiste nell'infiggere un grosso ago o un trequarti in corrispondenza del margine superiore di una costa, previa induzione di anestesia locale. Durante l'esecuzione della procedura i parametri vitali vengono tenuti sotto controllo per scongiurare l'insorgenza di tachicardia o dispnea. Quando la toracentesi viene eseguita allo scopo di valutare aspetto e composizione del campione sono sufficienti 50-100 cc di liquido, nei quali sarà possibile ricercare eventuali cellule anomale (per esempio di natura neoplastica) o tracce ematiche. La manovra può però servire anche a drenare il cavo pleurico da versamenti (come nella pleurite essudativa) o da aria (come nello pneumotorace).

Toracotomia

Intervento chirurgico consistente nell’apertura del torace, effettuata per accedere alle strutture anatomiche sottostanti. Può essere fine a se stessa (toracotomia esplorativa) oppure rappresentare la fase preliminare di un intervento chirurgico sui visceri contenuti nel torace (per esempio cuore e grossi vasi, polmone ecc.).

Torcicollo

Condizione di anomala contrazione della muscolatura del collo che costringe il capo ad assumere una posizione ruotata e piegata lateralmente. I muscoli interessati, il principale dei quali è lo sternocleidomastoideo, appaiono costantemente contratti e le alterazioni posturali provocate possono, con il tempo, estendersi anche alla colonna vertebrale. Il soggetto colpito da torcicollo non è in grado di guardare in una direzione diversa da quella cui è obbligato se non ruotando tutto il tronco. Congenito o acquisito, la terapia si effettua generalmente con antidolorifici.

Torsione del testicolo

Rotazione del testicolo sul proprio asse per torsione del funicolo che lo sorregge. Frequente soprattutto in soggetti di età compresa tra i 5 e i 15 anni, nella maggior parte dei casi ha esordio improvviso, con intenso dolore riferito allo scroto, ma che può irradiarsi all'addome, accompagnato talvolta da nausea e vomito. Il testicolo si presenta sollevato e tumefatto in certi casi si verifica anche idrocele, ossia versamento di liquido nello scroto, che appare arrossato ed edematoso. La manovra di sollevamento dello scroto esacerba il dolore anziché alleviarlo. La terapia è chirurgica e dà i migliori risultati se si interviene non più tardi di 4 ore dopo l'insorgenza dei sintomi. In caso contrario, la patologia può portare alla perdita irreversibile del testicolo.