Farmaco anticonvulsivante utile nella cura delle assenze del piccolo male epilettico, mentre non ha alcun effetto sugli accessi del grande male. La sua somministrazione richiede speciale cautela in presenza di patologie epatiche o renali.
Atto consistente nel provocare o accelerare la morte di un malato in condizioni cliniche terminali, allo scopo di risparmiargli un'agonia lunga e dolorosa. Non ammessa dal codice penale italiano e oggetto di controversie morali, l'eutanasia è stata proposta per pazienti che non abbiano speranze di guarigione o la cui sopravvivenza dipenda esclusivamente dalle apparecchiature mediche. Se ne distinguono due tipi: l'eutanasia attiva consiste nell'atto di procurare deliberatamente la morte mediante somministrazione di farmaci appositi, mentre quella passiva consiste nell'astensione da ogni trattamento inteso a prolungare la vita.
Soggetto esente da segni o sintomi indicativi di uno squilibrio della funzionalità tiroidea, e caratterizzato da livelli di ormoni tiroidei circolanti nella norma. Tale condizione dipende da uno stato di equilibrio tra l'ormone tireostimolante (tireotropina o TSH) secreto dall'ipofisi e il livello plasmatico degli ormoni tiroidei.
Aggettivo che definisce il parto normale, privo di inconvenienti. Il travaglio di norma non deve prolungarsi oltre le venti ore, e non devono sorgere ostacoli come problemi di presentazione del feto, anomalie del canale del parto o alterazioni delle contrazioni uterine.
Asportazione chirurgica totale o, più spesso, parziale di una struttura anatomica. In genere con questo termine si indica l'escissione di porzioni ben delimitate di organi viscerali, come un lobo epatico o polmonare.
Sostituzione completa del sangue di un paziente con il sangue di un donatore sano, in passato effettuata con metodo diretto, ossia attraverso ripetuti prelievi dal donatore seguiti dall'immediata infusione nel paziente, fino al rinnovamento della massa sanguigna circolante. Oltre che nel trattamento della leucemia e di intossicazioni gravi, trova indicazione soprattutto nei casi di anemia emolitica neonatale da incompatibilità del fattore Rh.
Fenomeno che si manifesta all'esterno dell'utero, con particolare riferimento alla gravidanza extrauterina. Quest'ultima condizione si instaura quando l'uovo fecondato si impianta in sede atipica e non idonea a ospitare l'embrione, come la tuba di Falloppio o il peritoneo.
Studio dei fattori che provocano una malattia. La loro conoscenza, oltre a guidare il medico nella formulazione della diagnosi, permette di impostare una terapia più efficace perché mirata non tanto a combattere i singoli sintomi, quanto a eliminarne la causa sottostante. Infatti, una volta identificato il fattore causale, ne conseguirà che modificando la frequenza di esposizione a esso si influirà anche sull'incidenza della malattia. Bisogna tuttavia tenere presente che non tutte le associazioni indicano necessariamente un legame causale, e che una patologia può essere riconducibile a più cause infine, non è detto che tutti i soggetti esposti a uno determinato fattore patogeno finiscano per sviluppare la malattia corrispondente.
Studio dei fattori causali delle malattie (eziologia) e del loro meccanismo d'azione (patogenesi). Per esempio, se l'infezione batterica costituisce l'eziologia della polmonite, la patogenesi sarà rappresentata dal complesso meccanismo biologico attraverso cui i batteri coinvolti provocano nell'organismo alterazioni tali da predisporre alla malattia.