Condizione che colpisce chi si spinge in alta quota sia per brevi periodi (in questo caso si parla di forma acuta) sia per lunghi soggiorni (forma cronica). è una sindrome da carenza di ossigeno dovuta alla minore concentrazione di ossigeno dell'aria, che a sua volta determina un aumento della frequenza del respiro. Il quadro sintomatologico prevede cefalea, senso di confusione, affaticamento, debolezza, sintomi gastroenterici e, in alcuni casi, perdita di conoscenza. Una pericolosa complicanza del mal d'altitudine è l'edema polmonare acuto, che richiede somministrazione di ossigeno e l'immediato trasporto del paziente a quote più basse.
Disturbo frequente e fastidioso che rappresenta il sintomo di una patologia più o meno grave a livello dei denti, per esempio un'infiammazione della polpa (pulpite) o una carie molto profonda. La terapia prevede la somministrazione di antidolorifici o antinfiammatori, ma questo approccio è solo sintomatico e occorre intervenire sulla causa all'origine del dolore.
Disturbo molto frequente caratterizzato da un dolore più o meno intenso alla base della schiena. Le cause di questo dolore possono essere molteplici. In alcuni casi è dovuto a patologie o lesioni a carico delle componenti anatomiche della schiena (per esempio artrosi, osteoporosi, spondilite anchilosante): in generale, gli sforzi eccessivi, i movimenti bruschi o una postura scorretta possono danneggiare i muscoli, le articolazioni o i dischi intervertebrali. Se inoltre si verifica una compressione delle radici nervose, per esempio in caso di ernia, il dolore può estendersi alla natica e diffondersi lungo la gamba. Più raramente, il mal di schiena può comparire come riflesso di malattie degli organi dell'addome. Il trattamento richiede la somministrazione di antidolorifici e farmaci rilassanti della muscolatura, accompagnata talvolta da fisioterapia. Se questo non è risolutivo, occorre eseguire esami più approfonditi volti a individuare la causa scatenante.
Indebolimento delle strutture di un organo o di un tessuto, in genere patologico.
Infiammazione caratterizzata da placche di colore giallastro presenti sulla mucosa di un organo cavo, spesso la vescica urinaria. Si ritiene che la malacoplachia sia causata da un malfunzionamento dei macrofagi.
Anomala disposizione dei denti rispetto alle arcate dentarie. Questo difetto rende più difficile la masticazione a causa del difficoltoso contatto tra i denti, con conseguenti disturbi digestivi. Il malallineamento viene corretto per mezzo di apparecchi ortodontici, fissi o mobili. In ortopedia il termine viene usato per indicare il mancato allineamento dei capi di una frattura.
Malattia causata da vari tipi di protozoi del genere Plasmodium (P. vivax, P. falciparum, P. malariae), trasmessi all'uomo dalla puntura della zanzara femmina del genere Anopheles. è particolarmente diffusa nelle zone tropicali dell'America, dell'Africa e dell'Asia. La malaria ha classicamente un decorso cronico con fasi acute: all'inizio i disturbi sono generici (malessere, stanchezza e dolori muscolari, febbricola) ma ben presto compaiono i veri e propri attacchi malarici, caratterizzati da brividi con febbre alta, nausea e disturbi intestinali, a cicli di 3 giorni (la cosiddetta febbre terzana benigna, causata dal P. vivax) nella terzana maligna invece si ha una continua alternanza di febbre molto alta e bruschi sfebbramenti che debilitano notevolmente. Nella quartana (da P. malariae) la febbre, non particolarmente elevata, compare ogni 4 giorni. Una pericolosa complicazione della malaria è l'estensione a fegato, reni e milza che, in assenza di terapie specifiche, porta a un progressivo deperimento. Molto importante è la prevenzione, raccomandata a tutti coloro che si recano in viaggio in zone a rischio: la profilassi può essere effettuata con farmaci quali clorochina, meflochina o altri, assunti a partire da una settimana prima della partenza, per tutto il periodo del soggiorno e per 4 settimane dopo il rientro. è bene inoltre applicare un repellente per zanzare e indossare pantaloni lunghi e camicie a manica lunga.
Condizione caratterizzata da un alterato assorbimento intestinale di sostanze nutritive che, invece di passare nel sangue e quindi svolgere la loro azione nell'organismo, vanno perdute con le feci. Le cause di questo problema sono molteplici, ma le più comuni sono malattie come il morbo celiaco e il morbo di Crohn legate ad anomalie della mucosa intestinale, che non è in grado di assorbire sostanze come accade normalmente. Altre cause possono essere difetti del processo di digestione, dovut ai insufficienza pancreatica, deficit enzimatici, malattie epatiche e biliari croniche. Infine il malassorbimento può verificarsi in caso di sindrome dell'intestino corto, in cui in conseguenza della parziale asportazione chirurgica dell'intestino tenue si riduce notevolmente la lunghezza e quindi la superficie assorbente dell'organo. Un malassorbimento provoca disturbi più o meno rilevanti a seconda delle sostanze che non possono essere assorbite ed è associato a uno stato di deperimento organico, perdita di peso, disturbi intestinali, diarrea e carenze varie. Ove possibile, bisogna individuare e trattare la causa precisa del malassorbimento, per esempio eliminando il latte nel caso del deficit di lattasi o gli alimenti con glutine in caso di malattia celiaca.
Vedi Psicosi maniaco-depressiva
Danno o sofferenza del cervello dovuta a un'alterazione della circolazione cerebrale. Le malattie cerebrovascolari rappresentano circa il 30% di tutte le malattie cardiovascolari e possono essere acute come l'ictus o croniche come la demenza vascolare multinfartuale. Il danno può essere dovuto a un'ischemia, come nell'ictus da trombosi o da embolia, oppure a un'emorragia come nell'ictus emorragico.
Detta anche malattia dei cassoni, è una patologia che può colpire coloro che praticano attività di immersione subacquea. Si manifesta al momento della risalita, quando non vengono rispettate le corrette procedure di decompressione: una manovra troppo rapida causa infatti la formazione di bollicine di azoto nei vasi sanguigni, dovuta al repentino abbassamento della pressione atmosferica. I disturbi compaiono entro le prime sei ore e sono malessere generale, dolore al tronco e formicolio agli arti il trattamento deve essere tempestivo e richiede l'ossigenoterapia iperbarica.
Malattia causata da Bartonella henselae, un batterio che può essere trasmesso all'uomo dal graffio di un gatto. I disturbi insorgono dopo qualche settimana con l'ingrossamento delle ghiandole linfatiche regionali: ascellari in caso di graffio all'arto superiore, inguinali se è stato graffiato l'arto inferiore. La guarigione delle forme lievi è spesso spontanea in quelle gravi occorrono gli antibiotici.
Malattia causata da un siero di origine animale (generalmente di cavallo) somministrato allo scopo di contrastare l'azione di un veleno o di una tossina. In soggetti predisposti, l'organismo produce anticorpi diretti contro il siero animale che scatenano gravi e pericolose reazioni.
Patologia infettiva potenzialmente mortale diffusa nell'Africa occidentale, causata dal parassita Tripanosoma gambiense. Il decorso è caratterizzato da due fasi: all'inizio si presentano febbre, ingrossamento dei linfonodi e della milza (splenomegalia), seguiti poi da debolezza, apatia e accessi di sonno sempre più frequenti e di durata sempre maggiore.
Malattia che colpisce i nati prematuri (meno di 37 settimane di gravidanza) a causa di un'insufficiente maturazione dell'apparato polmonare, responsabile di un'importante difficoltà nella respirazione che insorge dopo i primi atti respiratori. La patologia è dovuta alla mancanza di una sostanza, il surfattante polmonare, che consente la normale apertura degli alveoli polmonari. Attualmente può essere trattata con surfattante sintetico.
La malattia di Alzheimer deve il proprio nome allo psichiatra e neuropatologo Alois Alzheimer, che la descrisse per prima volta nel 1907. Attualmente tutte le forme di demenza primaria, ossia non conseguente ad altra patologia che colpisca il sistema nervoso centrale, sono state riunite nel termine malattia di Alzheimer. La patologia si manifesta più spesso con l'aumentare dell'età, soprattutto dopo i 60-65 anni. La malattia comporta la graduale comparsa di uno stato di demenza, ovvero di una complessiva perdita delle facoltà intellettive caratterizzata da gravi disturbi quali deficit della memoria, delle capacità di giudizio e del pensiero astratto, con mutamenti anche della personalità. Il decorso è progressivo e irreversibile, ma il grado di peggioramento nel tempo varia da paziente a paziente: in alcuni soggetti infatti il deterioramento appare molto rapido, con perdita totale dell'autonomia e della possibilità di comunicare nell'arco di pochi mesi in altri invece esso procede più lentamente e può protrarsi anche per diversi anni. Va ricordato inoltre che un caso su 5 può avere un decorso reversibile. La causa della malattia di Alzheimer non è nota, ma i più recenti studi di biologia molecolare hanno dimostrato che in alcuni casi può essere ricondotta a una predisposizione genetica. Oltre all'età, sono fattori di rischio l'ipertensione arteriosa, la sindrome di Down, la presenza in famiglia di altri casi di demenza, i traumi cranici. Sono considerati invece fattori di protezione nei confronti della malattia l'uso degli estrogeni e dei farmaci antinfiammatori. Ai trattamenti farmacologici sono attualmente associati risultati purtroppo non soddisfacenti i successi sono in genere limitati alle manifestazioni meno gravi.
Patologia di carattere infettivo e di origine virale connotata da stato febbrile intermittente e dolore toracico.
Malattia ereditaria del sistema nervoso periferico conosciuta anche con il termine di atrofia muscolare peroneale o CMT. Si manifesta in genere in età adulta ed è relativamente frequente (1 individuo ogni 3000) comporta la progressiva degenerazione dei nervi più lunghi a livello delle gambe e delle braccia e si manifesta con atrofia, paralisi del piede (il cosiddetto piede ""cadente"") e compromissione della sensibilità locale. Può talvolta essere confusa con la distrofia muscolare e non esiste al momento alcun trattamento specifico.
Meglio conosciuta come emofilia B, è una malattia ereditaria trasmessa dal cromosoma X. Colpisce i maschi (le femmine ne sono portatrici ma non ammalate) e provoca gravi problemi della coagulazione del sangue, dovuti alla mancanza del fattore IX. Questi soggetti presentano estrema facilità di sanguinamento delle ferite e possono andare incontro a emorragie articolari, urinarie o anche cerebrali. Il trattamento prevede la somministrazione per tutta la vita e per via endovena di fattore IX della coagulazione.
La malattia di Creutzfeldt-Jakob è una patologia neurologica mortale che comporta la degenerazione del tessuto cerebrale, la cui struttura appare costellata di piccolissime cavità e simile a quella di una spugna. I soggetti colpiti manifestano demenza progressiva, convulsioni, parkinsonismo e spasticità. La patologia è causata da prioni, forme anomale di proteine cellulari che funzionano come agenti infettivi. La malattia è caratterizzata da una lunga incubazione, l'esordio avviene in genere tra i 40 ed i 65 anni. Il meccanismo di trasmissione è stato solo parzialmente spiegato: accanto a una forma ereditaria esistono forme iatrogene in cui i prioni sono trasmessi tramite trapianti di cornea o di dura madre, terapie a base di ormone della crescita estratto da ipofisi umana. Esiste inoltre una variante della malattia caratterizzata da esordio precoce (tra i 19 e i 40 anni) e decorso più o meno lungo. Secondo i ricercatori, tale malattia presenta un legame con la BSE bovina (dall'inglese Bovine Spongiform Encephalophaty, encefalopatia bovina spongiforme o ""sindrome della mucca pazza"") ed è attualmente in fase di studio la possibilità di una sua trasmissione all'uomo attraverso l'ingestione di carni infette.