Parte del tronco al di sotto del diaframma, in cui sono situate molte strutture di importanti apparati dell'organismo. Nella parte superiore si trova un ampio e sottile muscolo detto diaframma, che ha il compito di separare gli organi dell'apparato digerente da quelli del torace la parte inferiore invece contiene gli organi dell'apparato urogenitale. Il peritoneo è una membrana che riveste sia le pareti interne dell'addome sia gli organi in esso presenti. L'anatomia della parete anteriore presenta muscoli retti e piramidali e aponeurosi dei muscoli larghi addominali, che formano le pareti laterali dell'addome. Queste ultime sono a loro volta sostenute dai muscoli e dalle ossa iliache. Nella parte posteriore invece, al centro si trova la colonna vertebrale lombare, poi i pilastri di inserzione del diaframma, i muscoli psoas e i lombi.
Condizione caratterizzata dalla presenza di una grave malattia localizzata nell'addome che, per poter essere efficacemente trattata, necessita spesso di un intervento immediato, sia di tipo medico (ossia con somministrazione di farmaci) sia di tipo chirurgico. Il quadro clinico di un paziente affetto da addome acuto varia a seconda della gravità e della malattia che lo ha provocato, ma pressoché costante è la presenza di mal di pancia, di solito molto intenso e talvolta con crampi, accompagnato da nausea, vomito, febbre (non sempre) e blocco della funzione intestinale con mancanza anche dell'emissione di gas intestinali. Alla visita medica la superficie dell'addome si presenta tesa e la palpazione scatena dolori molto intensi. All'origine possono esserci patologie che colpiscono qualsiasi organo situato all'interno dell'addome: un attacco di appendicite acuta con infiammazione del peritoneo (peritonite) la presenza di un blocco intestinale dovuto a un tumore che chiude il lume dell'intestino ostacolando la progressione del suo contenuto un'emorragia interna dovuta, per esempio, alla rottura della milza in seguito a un incidente l'infezione di un diverticolo del colon con perforazione dello stesso e fuoriuscita di materiale fecale all'interno dell'addome e conseguente peritonite un'improvvisa infiammazione del pancreas (pancreatite) la perforazione di un'ulcera dello stomaco con passaggio di succhi gastrici all'interno dell'addome. Un addome acuto rappresenta sempre un'emergenza sanitaria e il medico, dopo averla diagnosticata, richiede in genere il ricovero al fine di sottoporre il paziente a opportuni accertamenti (radiografie, esami del sangue, ecografie, al bisogno anche TAC) che consentono di valutare la gravità della situazione e l'eventuale ricorso a un intervento chirurgico.
Gruppo di muscoli che delimitano la cavità addominale. Nella parete anteriore si trovano i muscoli retti, piramidali, obliqui esterni, traversi e obliqui interni gli ultimi due vanno anche a formare le pareti laterali dell'addome. I muscoli quadrati dei lombi costituiscono infine la parete posteriore della cavità.
Termine utilizzato per indicare il movimento di adduzione, compiuto cioè verso una linea ideale situata al centro del corpo (per esempio quello dell'occhio in direzione del naso).
Muscoli che rendono possibile il movimento adducente, ossia in grado di spostare gli arti verso la linea centrale del corpo (piano mediale) o dello stesso arto. Nella mano per esempio tale compito è svolto dal muscolo adduttore del pollice e dai muscoli interossei delle dita per quello che riguarda gli arti inferiori e superiori, tale spostamento avviene grazie al muscolo pettorale (braccia) e all'adduttore breve e lungo (coscia).
Composto chimico azotato (base purinica). Insieme a guanina, altra base purinica e a timina, citosina e uracile (basi pirimidiniche), è costituente fondamentale degli acidi nucleici, DNA e RNA. Nella struttura a doppia elica del DNA l'adenina è sempre accoppiata alla timina (A-T), con la quale è in grado di formare due legami chimici, che sono detti legami a idrogeno. è presente anche in altri composti quali adenosinfosfati (ATP, ADP, AMP) e coenzimi (sostanze che aiutano gli enzimi nello svolgimento della propria funzione).
Tipo di infiammazione che interessa una ghiandola oppure uno o più linfonodi (in questo caso viene detta linfadenite). è causata da microrganismi patogeni e può essere talvolta una delle manifestazioni della toxoplasmosi o della mononucleosi.
Particolare tumore epiteliale maligno che tende a replicare la forma e le funzioni dell'organo da cui nasce. In genere il tipo di adenocarcinoma viene specificato abbinando il nome della ghiandola da cui ha origine, l'aspetto che assume o la funzione che replica (per esempio ""a cellule chiare del rene"" oppure ""dell'endometrio"").
Tipo di adenite che si estende ai tessuti attorno alla ghiandola colpita. In questi casi è possibile assistere alla formazione di pus, che può dare origine a un ascesso e coinvolgere altri organi nel processo infiammatorio.
Intervento di asportazione delle adenoidi eseguito nei bambini affetti da malattie causate da un ingrossamento delle stesse, quali difficoltà respiratorie e infezioni della gola.
Situate nello spazio chiamato rinofaringe, delimitato dallo sbocco interno del naso e dalla faringe e comunicante internamente con la bocca, le adenoidi sono ghiandole linfatiche. Trovandosi alla confluenza tra naso e bocca, principali vie di comunicazione con l'esterno, proteggono l'organismo da germi e sostanze estranee, svolgendo un'importante azione di difesa immunitaria soprattutto durante l'infanzia. Chiamate anche tonsilla faringea, formano il cosiddetto ""anello linfatico di Waldeyer"" assieme alla tonsilla linguale e alle tonsille palatine. Spesso sede di infezioni, l'uso corretto di antibiotici ha consentito una sensibile riduzione degli interventi di adenoidectomia nei bambini.
Quadro morboso derivante dall'ipertrofia delle adenoidi. Tra le manifestazioni e i sintomi più comuni è la facies adenoidea che si sviluppa nella seconda infanzia ed è connotata da bocca semiaperta, palato a ogiva, pallore e inappetenza e, talvolta, ritardo mentale.
Lobo anteriore della ghiandola endocrina ipofisi. Produce numerosi ormoni: ACTH, ormone adrenocorticotropo che stimola la sintesi degli androgeni e dei corticosteroidi TSH, ormone tireostimolante, implicato nella produzione di ormoni tiroidei FSH, ormone follicolostimolante e LH, ormone luteinizzante, che regolano lo sviluppo di testicoli e ovaie GH, ormone della crescita, coinvolto nello sviluppo delle ossa e delle cartilagini PRL, prolattina, necessaria nel periodo dell'allattamento.
Malattia connotata dalla presenza simmetrica, su varie parti del corpo, di tumori benigni dall'aspetto ghiandolare ma costituiti in gran parte da tessuto adiposo, detti adenolipomi. L'aspetto conferito dalla presenza sul collo di queste masse lipomatose è conosciuto come ""collo di Madelung"". Il trattamento è prevalentemente chirurgico.
Tumore benigno di derivazione epiteliale le cui cellule assumono una struttura ghiandolare. La localizzazione del tumore varia (bronchi, colon, fegato, ghiandole salivari, mammella, ovaio, rene, surreni e stomaco). In alcune sedi (per esempio ipofisi), gli adenomi possono anche produrre ormoni, che rappresentano il primo segnale evidente della presenza di tumore. La terapia, dove necessaria, consiste nell'asportazione chirurgica.
Condizione indicante la presenza di adenomi multipli. Tipiche sono le adenomatosi endocrine, multiple o plurighiandolari, che si manifestano in conseguenza della contemporanea secrezione, da parte degli adenomi, di svariati ormoni. Tumori benigni multipli del pancreas, per esempio, possono interessare sia cellule beta, causando ipoglicemia, che cellule non-beta, dando luogo a ipergastrinemia.
Condizione benigna caratterizzata dall'invasione dello strato muscolare dell'utero (miometrio) da parte delle ghiandole normalmente situate nella mucosa uterina (endometrio). Può manifestarsi con un aumento di volume dell'utero oppure con la comparsa di una struttura nodulare, nel qual caso si parla di adenomiomatosi uterina. La terapia è prevalentemente chirurgica.
Ingrossamento delle ghiandole, in particolare a carico dei linfonodi, causato da varie patologie: infettive, neoplastiche o immunitarie. Per diagnosticare l'adenopatia è necessario ricorrere a ricerca di marcatori nel sangue, indagini radiologiche oppure a biopsia chirurgica.
Famiglia di virus che infettano, oltre che la specie umana, anche scimmie, bovini, uccelli e cani, provocando infezioni di modesta gravità a carico delle mucose delle vie respiratorie e degli occhi. Il contagio avviene tramite saliva e secrezioni nasali o, più raramente, per via indiretta mediante oggetti su cui si siano depositati i virus. Se penetra attraverso le vie respiratorie, il virus provoca tonsilliti, tracheiti, bronchite o broncopolmoniti. Se invece penetra per via congiuntivale, determina congiuntivite ed eventualmente faringite nei casi più gravi si può avere la cheratocongiuntivite epidemica. Esistono vaccini per alcuni tipi di virus, ma sono scarsamente impiegati, perché conferiscono immunità di breve durata e poco protettiva.