Termine scientifico che indica l'atto mediante il quale un maschio e una femmina si uniscono sessualmente. Prevede l'introduzione del pene nella vagina e normalmente si conclude con l'emissione degli spermatozoi (eiaculazione). Attraverso il coito, gli spermatozoi vengono imessi nelle vie genitali femminili: possono così raggiungere l'ovulo per la fecondazione.
Sostanza in grado di provocare la contrazione della colecisti e di stimolare quindi l'afflusso della bile nell'intestino. L'aumento del flusso biliare dalla colecisti al duodeno (il primo tratto dell'intestino) può essere utile per migliorare la digestione.
Tumore maligno delle vie biliari all'interno del fegato. è frequente soprattutto nei Paesi orientali, dove si pensa origini dal contagio con parassiti del fegato (Trematodi). Non è legato ad altre patologie come la cirrosi e il sintomo principale è la comparsa di ittero che, però, avviene a uno stadio di sviluppo del tumore già molto avanzato e difficilmente operabile.
Intervento chirurgico che si esegue quando è necessario far defluire artificialmente la bile dalla colecisti al coledoco. Viene eseguito quando le vie naturali di deflusso sono ostruite, per esempio a causa della presenza di un tumore.
Indagine radiologica che impiega un mezzo di contrasto per rendere visibili le vie biliari. Il mezzo di contrasto può essere introdotto nell'organismo con vari metodi: nella colangiografia diretta è iniettato nelle vie biliari nel corso di un'operazione chirurgica nella colangiografia transepatica l'iniezione avviene direttamente nel fegato attraverso la parete addominale nella colangiografia retrograda il liquido di contrasto viene iniettato nel coledoco nella colangiografia endovenosa è iniettato per via endovenosa.
Indagine radiologica eseguita con un mezzo di contrasto al fine di evidenziare le vie biliari e i dotti pancreatici. è effettuata grazie a un particolare gastroscopio provvisto di un catetere che viene introdotto nel punto in cui i condotti biliari e pancreatici sboccano nel duodeno (papilla di Vater), per rilasciarvi il mezzo di contrasto. Distribuendosi nei rami dei vasi interessati, il mezzo di contrasto ne consente la visualizzazione. La colangiopancreatografia si esegue quando si sospettano anomalie od ostruzioni delle vie pancreatiche e biliari.
Creazione chirurgica di un condotto artificiale attraverso il quale far defluire la bile verso l'esterno. Viene generalmente effettuata in caso di malattie quali tumori del pancreas o del coledoco.
Infiammazione a carico dei dotti biliari e in generale delle vie biliari extraepatiche. Nella maggior parte dei casi la patologia è causata da batteri che raggiungono le vie biliari attraverso il sistema linfatico o per via ematica spesso si manifesta in concomitanza di calcoli o tumori che ostruiscono le vie biliari. I sintomi sono dolore alla parte superiore destra dell'addome, ittero e febbre con brividi. La diagnosi viene effettuata tramite colecistografia, colangiografia e dosaggio di bilirubina coniugata, gamma-GT e leucociti. La terapia è antibiotica nel caso in cui si sia una forma ostruttiva è necessario intervenire chirurgicamente.
Sostanza alcaloide ricavata dai semi e dai bulbi di una pianta, il Colchicum autumnale, impiegata nel trattamento della gotta e come antimicotico. Fortemente tossica, può avere come effetto collaterale la comparsa di episodi diarroici.
Nome chimico della vitamina D3, la forma attivata della vitamina D. Il colecalciferolo è presente in molti alimenti e anche nell'organismo umano, dove si forma grazie all'azione della luce solare sulla pelle. Ha proprietà antirachitiche e contribuisce all'irrobustimento delle ossa, per questo è consigliabile assicurarsi che i bambini ne abbiano un sufficiente apporto nella loro dieta gli alimenti che ne contengono in maggiore quantità sono alcuni tipi di pesce come l'aringa, il salmone e lo sgombro, ma anche il tuorlo dell'uovo e l'olio di fegato di merluzzo.
Rimozione chirurgica della colecisti, eseguita in caso di situazioni estreme e non altrimenti risolvibili come calcoli biliari non trattabili farmacologicamente, colecistiti complicate, tumori. L'intervento si esegue praticando l'apertura dell'addome per via laparotomica o laparoscopica.
Organo cavo, piriforme, collegato al fegato tramite i dotti biliari e responsabile della concentrazione e della conservazione della bile tra un pasto e l'altro. All'interno della colecisti la bile assume una densità maggiore, aumentando il suo potere digestivo in modo che, una volta giunta nel duodeno (il primo tratto dell'intestino) consente la digestione dei grassi. La patologia più frequente che si verifica a carico della colecisti è la formazione di calcoli biliari.
Processo infiammatorio, acuto o cronico, a carico della colecisti. La colecistite acuta è generalmente da correlare alla formazione di calcoli nel dotto cistico e deve essere trattata con farmaci antibiotici, mentre solo nei casi più gravi si ricorre all'intervento chirurgico. La colecistite cronica presenta invece un quadro sintomatologico caratterizzato da dolori, difficoltà digestive, meteorismo e intolleranze alimentari ai cibi grassi è generalmente conseguente a una calcolosi della colecisti e per evitare complicanze è frequente il ricorso alla colecistectomia.
Indagine radiografica per la verifica dello stato di funzionalità della colecisti e delle vie biliari. è consigliata in caso di sospetta calcolosi della colecisti, ma non è del tutto affidabile. L'organo è reso visibile alla radiografia dall'assorbimento di alcuni composti chimici iodati assunti per via orale. Saltuariamente può dare origine, come effetto collaterale, a lievi episodi diarroici.
Operazione chirurgica (anastomosi) a carico della colecisti, eseguita al fine di aprire al deflusso della bile uno sbocco verso l'esterno. Diventa indispensabile nella terapia delle forme patologiche più gravi interessanti la colecisti e responsabili dell'ostruzione della naturale via di deflusso della bile attraverso il coledoco.
Asportazione chirurgica totale o parziale del colon. Si ricorre a questo intervento per risolvere situazioni di particolare gravità (per esempio tumori), non risolvibili con la sola terapia farmacologica. L'escissione parziale è detta emicolectomia e normalmente prevede la creazione di una comunicazione tra i tratti rimanenti di colon, al fine di consentire il normale passaggio delle feci ma, qualora questa comunicazione non sia possibile, è necessario ricorrere a una colostomia, ovvero alla creazione di un ano artificiale.
Dotto biliare principale, largo 4-5 mm e lungo 6-8 cm, deputato al deflusso della bile dalla colecisti al duodeno, primo tratto dell'intestino. è esterno al fegato, origina dalla confluenza del dotto epatico e di quello cistico e termina nel duodeno attraverso la papilla di Vater.
Operazione chirurgica che crea un collegamento artificiale (anastomosi) tra coledoco e duodeno, al fine di consentire il normale passaggio della bile. Tale intervento è da considerarsi risolutivo in caso di ostruzioni o alterazioni della papilla di Vater.
Apertura chirugica del coledoco, effettuata a scopo esplorativo oppure per consentire l'inserimento di un tubo di drenaggio (tubo di Kehr) in modo da favorire alleviare la tensione e migliorare il deflusso della bile.
Incisione chirurgica del coledoco, necessaria per l'introduzione di un endoscopio o per l'aspirazione della bile. Si rende spesso necessaria in caso di traumi violenti con interessamento della zona addominale.